127 Ore |
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Un film di Danny Boyle.
Con James Franco, Amber Tamblyn, Kate Mara, Clémence Poésy, Kate Burton.
continua»
Titolo originale 127 Hours.
Avventura,
durata 90 min.
- USA, Gran Bretagna 2010.
- 20th Century Fox Italia
uscita venerdì 25 febbraio 2011.
- VM 14 -
MYMONETRO
127 Ore
valutazione media:
3,18
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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127 ore: dolore e sofferenza per ritrovare se stesdi Mariangela SansoneFeedback: 500 | altri commenti e recensioni di Mariangela Sansone |
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giovedì 24 marzo 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
127 ore, in silenzio,in solitudine,in compagnia del proprio dolore e delle allucinazioni che una mente sotto stress proietta per mantenersi in vita.127 ore, concentrate in poco più di un'ora e mezza,catapultano lo spettatore,insieme al protagonista James Franco, in un canyon dello Utah a combattere tra la vita e la morte; i ricordi di una vita spensierata si alternano allo sforzo ed alla sofferenza per mantenersi in vita.Il nuovo film di Danny Boyle è basato su una storia vera, raccontata dal protagonista ed autore del libro "Between a rock and a hard place" Aron Ralston. Spericolato e con uno spiccato spirito di avventura, Ralston ama le arrampicate, ma soprattutto ama mettersi alla prova, in un continuo gioco di superamento dei propri limiti, una corsa in competizione contro se stesso nel tentativo di migliorarsi.Dopo i fasti del pluripremiato The Millionaire, Danny Boyle torna alla regia con una nuova storia da raccontare, probabilmente affascinato dalla figura di Ralston e dalla vicenda che lo ha reso celebre.Boyle riesce ad impreziosire un soggetto scarno, utilizzando una regia viva, frenetica e mai noiosa; l'estetica registica di Boyle è caratterizzata dal ricorso ad espedienti tecnici moderni come lo split screen, i ralenti e le accellerazioni improvvise, che non risultano comunque eccessive, rimanendo funzionali a conferire maggior ritmo al film; l'uso sapiente del dolly e gli insistiti primissimi piani di Franco, visto dalla piccola telecamera che Aron ha con sé, danno l'impressione allo spettatore di condividere lo spazio angusto e ristretto nel quale è prigioniero il protagonista, e di comprendere nitidamente la sua angoscia ed il suo stesso dolore fisico. Esplosioni di colori vivi, talmente saturi da sembrare liquidi, e continui giochi di luce, si rincorrono durante tutto il film.L'azzurro abbacinante di un cielo inesorabilmente terso rende ancora più angosciante il lento scorrere del tempo; i drastici e continui mutamenti climatici, che segnano l'alternanza dei giorni e delle notti nel deserto, accompagnano la sofferenza psico-fisica di Aron, portandogli ristoro ed esasperazione, rivelando l'eterno rapporto di amore ed odio tra l'uomo e la natura.Il regista mette in scena le allucinazioni che si affollano nella mente del giovane, chiamato a confrontarsi con se stesso, attraverso i ricordi a lui più cari, cercando in essi una forma di rassicurazione, a volte lasciandosi rapire da miraggi di libertà, illusioni immaginifiche e deliranti prodotte dalla sua mente provata.Gran bella prova attoriale da parte di James Franco, istrione e mattatore di gran parte del film; offre, con una gran verve, una recitazione convincente ed accattivante, confrontandosi con un ruolo coraggioso e non facile. Danny Boyle, regista poliedrico, dopo aver esordito alla regia nel 1996 con il noir "Piccoli omicidi tra amici", ha diretto numerosi film di successo, spaziando attraverso i generi, dal controverso "Trainspotting", all'horror moderno "28 giorni dopo", passando dalla sci-fi "Sunshine", fino all'ultimo "The Millionaire", con cui ha vinto ben nove premi oscar. Boyle riesce a convincere anche in 127 ore, film mai scontato e mai banale, claustrofobico e angosciante, ma anche molto intimista, inevitabilmente vicino per alcuni aspetti, ma soprattutto per alcune tematiche al recente "Buried" di Rodrigo Cortés.Sorprendente per i suoi guizzi di ironia ma anche per la sua estrema crudezza, 127 ore è un film da vedere, sconsigliato ai deboli di stomaco.
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