Vallanzasca - Gli angeli del male |
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Un film di Michele Placido.
Con Moritz Bleibtreu, Paz Vega, Vito Facciolla, Rocco Capraro, Teresa Acerbis.
continua»
Drammatico,
durata 125 min.
- Italia 2010.
- 20th Century Fox Italia
uscita venerdì 21 gennaio 2011.
- VM 14 -
MYMONETRO
Vallanzasca - Gli angeli del male
valutazione media:
2,73
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Vallanzasca - Gli angeli del maledi Mariangela SansoneFeedback: 500 | altri commenti e recensioni di Mariangela Sansone |
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giovedì 24 marzo 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"C'è chi nasce scarafaggio, chi scienziato, chi santa Maria Teresa di Calcutta...io sono nato per fare il ladro". Quando il bel Renè andava in giro per Milano con la banda della Comasina a far disastri, per dirla alla sua maniera, non aveva ancora trent'anni;rapine, omicidi, sequestri, ma anche fughe ed evasioni che hanno portato Renato Vallanzasca a dover scontare quattro ergastoli; dopo 40 anni di detenzione ha ottenuto il permesso per uscire e lavorare durante il giorno. E' il bandito dagli occhi di ghiaccio il protagonista dell'ultimo film di Michele Placido, liberamente tratto da “Il fiore del male” di Carlo Bonini e Renato Vallanzasca e “Lettera a Renato” di Renato Vallanzasca e Antonella D'Agostino. Giunto alla sua nona regia, Placido gira uno dei suoi film migliori, un poliziottesco crudo e viscerale, in cui tratteggia sapientemente la figura del bandito milanese; senza mai peccare di eccessi, senza indulgere in eroismi o ritratti psicologici da manuale, il regista pugliese riesce a dosare i molteplici aspetti della personalità di Renato Vallanzasca. Fino alla metà degli anni settanta Milano era la capitale del crimine, la mala milanese vantava tra i suoi rappresentanti di spicco nomi come Luciano Lutrig, la feroce banda Cavallero e poi ancora Turatello e Vallanzasca con i suoi della Comasina. Dolore e sangue, tanto sangue scorreva in quegli anni, i criminali, organizzati in batterie, si facevano la guerra; il cielo su Milano era di piombo e mentre Giorgio Scerbanenco ne scriveva le gesta, non poi così eroiche, i capi incontrastati della città erano loro, i gangster della mala. Renato Vallanzasca si muoveva nella nebbia densa come panna di quella Milano calibro 9, giovane e inquieto. I suoi occhi azzurri non passavano inosservati ed il bel Renè, giovane, coraggioso e impertinente non si sottraeva a radio e televisioni, i giornalisti lo cercavano ed a volte era lui a cercarli direttamente.La descrizione che fa Placido del bandito del Giambellino è fredda e cruda,forse troppo,almeno a detta dello stesso Vallanzasca. Kim Rossi Stuart, che lo interpreta in maniera magistrale, fa rivivere il gangster metropolitano scoprendo i nervi, con la strafottenza e la spavalderia che lo distinguevano dal resto della criminalità dell'epoca, e che lo hanno reso un personaggio unico, corteggiato dalle donne e dai mass media.Placido e Rossi Stuart dipingono il ritratto di un personaggio fatto di contraddizioni, sempre in bilico tra l'efferatezza dei suoi crimini e l'umanità di un ragazzo che amava la bella vita, i soldi e le donne, capace di intessere forti amicizie, come quella con Francis Turatello, detto "Faccia D'Angelo". Il regista foggiano, con "Vallanzasca, gli angeli del male",mostra un lato della storia italiana dimenticato troppo in fretta; lo fa con una regia minimalista, una bella fotografia e un cast di tutto rispetto. Oltre all'ottimo Stuart, si distingue anche un superlativo Filippo Timi, nei panni di Enzo, amico d'infanzia e compagno di "rape" di Vallanzasca; notevole anche l'interpretazione di Paz Vega, che impersona l'amica di sempre ed attuale moglie del criminale, Antonella D'Agostino.Il film esplora un pezzo di storia recente che ha lasciato profonde ferite ed alcune non rimarginabili, centrando la sua attenzione sulla vita di una persona che pure ha ammesso di avere "un lato oscuro un pò pronunciato". "Vallanzasca, gli angeli del male" è un bel film, girato ed interpretato con maestria,scevro da esaltazioni e santificazioni.
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