Dopo l'incredibile caduta dall'elicottero, l'ex killer professionista Chev Chelios(Jason Statham) è miracolosamente vivo. Recuperato sul luogo della caduta da dei trafficanti di organi Cinesi, Chev si risveglia dopo una anestesia di tre mesi e scopre a suo malgrado di non avere più il suo cuore ma un marchingegno artificiale che richiede continue scosse elettriche per funzionare. Subito Chev recupera la fidanzata Eve(Amy Smart) e aiutato dal fratello di Kaylo, Venus(Efren Ramirez) si imbatte nella ricerca del suo cuore rubatogli dal boss Cinese Poon Dong(David Carradine) in affari con il misterioso El Huron(Clifton Collins Jr). Crank High Voltage è un sequel perfetto. L'azione riprende subito da dove finiva nel primo film rimettendo in 'carreggiata' lo spettatore senza annoiarlo con inutili divagazioni o trame di seguito assurde.
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Dopo l'incredibile caduta dall'elicottero, l'ex killer professionista Chev Chelios(Jason Statham) è miracolosamente vivo. Recuperato sul luogo della caduta da dei trafficanti di organi Cinesi, Chev si risveglia dopo una anestesia di tre mesi e scopre a suo malgrado di non avere più il suo cuore ma un marchingegno artificiale che richiede continue scosse elettriche per funzionare. Subito Chev recupera la fidanzata Eve(Amy Smart) e aiutato dal fratello di Kaylo, Venus(Efren Ramirez) si imbatte nella ricerca del suo cuore rubatogli dal boss Cinese Poon Dong(David Carradine) in affari con il misterioso El Huron(Clifton Collins Jr). Crank High Voltage è un sequel perfetto. L'azione riprende subito da dove finiva nel primo film rimettendo in 'carreggiata' lo spettatore senza annoiarlo con inutili divagazioni o trame di seguito assurde. La coppia di registi Mark Neveldine e Brian Taylor riprende le avventure del loro personaggio da fumetto Chev Chelios(Jason Statham sempre simpatico e duro a morire) facendogliene combinare(di nuovo) di tutti i colori in una folle corsa contro il tempo e numerosi nemici improbabili e assai spietati. La loro idea di sequel è altamente originale: la tecnica di ripresa è il bullet time(già utilizzato in Speed Racer) mentre la pellicola è un perfetto B Movie fracassone e divertente che mischia parolacce, azione e combattimenti a più non posso. Sono proprio le sequenze ipercinetiche ed adrenaliniche a rendere Crank High Voltage un piccolo capolavoro che mostra divertito ed elettrizzato(proprio come Chelios) situazioni comiche e scene di violenza assurda maggiormente incrementate dal primo episodio. Che dire poi dei personaggi protagonisti?! Volutamente bizzarri e demenziali ma decisivi, letale e anch'essi duri da uccidere. Tra di loro un divertito David Carradine, Bai Ling e su di tutti, lo strampalato Dottor Miles(Dwight Yoakam) con i suoi memorabili dialoghi e metodi alquanto fuori dagli schemi. Stupisce di Crank 2 la distribuzione Italiana. Annunciato per l'Agosto 2010, il film di Neveldine/Taylor è uscito solo in dvd. Colpa del divieto ai minori di 18 in America(13 milioni di dollari di incasso)? Un peccato, perchè questo Crank High Voltage risulta al pari, e forse migliore del precedente episodio. Girano voci di un probabile Crank in 3D...
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[+] ????? (di torres)[ - ] ?????
[+] torres ti sbagli (di jisus)[ - ] torres ti sbagli
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Si parte subito forte con corpi che piovono dal cielo, operazioni a cuore aperto, sparatorie e corse sfrenate alla ricerca di un cuore vero! D'altronde il moto perpetuo è caratteristica dominante del primo Crank e in questa seconda pellicola il filone prosegue. Il film non è bello nel senso stretto del termine ma si lascia guardareproprio per via dell'azione sempre a manetta, del ritmo frenetico e della storia che inchioda lo spettatore. Ottima prosecuzione.
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E' veramente troppo simile al primo capitolo e pecca assolutamente in originalità.
Cosa che invece mi era piaciuta tanto nel primo Crank.
Con la scusa che Chelios non muore, infatti si da seguito alle avventure del killer più cattivo di sempre.
Scene di sesso e violenza gratuita ,per sopravvivere, mi hanno sorpreso ,positivamente, nel primo capitolo,adesso mi sono sembrate scontate.
Qualche trovata in più,tipo gli sfregamenti ,una grafica leggermente più accattivante e qualche personaggio di contorno in più non bastano.
Adrenalina e azione non mancano e il tutto si fa seguire comunque volentieri.
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E' veramente troppo simile al primo capitolo e pecca assolutamente in originalità.
Cosa che invece mi era piaciuta tanto nel primo Crank.
Con la scusa che Chelios non muore, infatti si da seguito alle avventure del killer più cattivo di sempre.
Scene di sesso e violenza gratuita ,per sopravvivere, mi hanno sorpreso ,positivamente, nel primo capitolo,adesso mi sono sembrate scontate.
Qualche trovata in più,tipo gli sfregamenti ,una grafica leggermente più accattivante e qualche personaggio di contorno in più non bastano.
Adrenalina e azione non mancano e il tutto si fa seguire comunque volentieri.
Piacerà di più a chi non ha visto la prima parte,infatti non è neanche un sequel è Crank Parte Seconda.
Mitico Statham.
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Film sintomatico per il linguaggio filmico"messo in campo": completamente contaminato con il linguaggio del cartoon e del hard rock, ma in parte anche del rap, "Crank"è interessante per la rapidità delle sequenze, che si alternano"dromologicamente"(Paul Virilio), che si susseguono senza tregua, dando adito alle letture le più varie, ma senz'altro afferenti al ns.mondo"postmodern"(sempre che l'espressione abbia tuttora un senso, che designi ancora qualcosa di autonomo rispetto ad altro), ad una mentalità diffusa, almeno da qualche decennio in qua. Da vedere come tale, extra il senso(eventuale, ma, direi, neppure"in più")dell'eroe/supereroe, qui anche sonoramente bastonato, non certo solo in senso metaforico.
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Film sintomatico per il linguaggio filmico"messo in campo": completamente contaminato con il linguaggio del cartoon e del hard rock, ma in parte anche del rap, "Crank"è interessante per la rapidità delle sequenze, che si alternano"dromologicamente"(Paul Virilio), che si susseguono senza tregua, dando adito alle letture le più varie, ma senz'altro afferenti al ns.mondo"postmodern"(sempre che l'espressione abbia tuttora un senso, che designi ancora qualcosa di autonomo rispetto ad altro), ad una mentalità diffusa, almeno da qualche decennio in qua. Da vedere come tale, extra il senso(eventuale, ma, direi, neppure"in più")dell'eroe/supereroe, qui anche sonoramente bastonato, non certo solo in senso metaforico. Insomma, il film come pura"image-mouvement"(Gilles Deleuze) Interessante la presenza dell'anziano David Carradine. El Gato
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Un uomo deve recuperare il cuore rubatogli da un potente gangster.
PREMETTO CHE NON HO VISTO IL PRIMO FILM PER CUI PROBABILMENTE CIÓ CHE DICO È TUTTA ROBA GIÁ PRESENTE IN QUEL FILM, IN OGNI CASO:
Una genialata unica nell’universo, in genere l’azione divora tutto del film, manca enfasi, l’umorismo è piatto, i drammi suppliscono semplicemente ad esigenze di sceneggiatura; la soluzione? mandare letteralmente tutto a quel paese.
Affrontare un film d’azione come il genere richiede: ponendo tutto sul piano del superficiale, e quando qualcosa è superficiale tutto diventa meno serio, quando qualcosa non ha esigenze di coerenza allora puoi permetterti tutto.
In questo caso specifico l’esagerazione si tiene stretta a tutto il resto, infinite dosi d’emozione dall’inizio alla fine con la semplice scusa del fatto che niente ha bisogno di essere giustificato o spiegato, d'altronde è un film d’azione, la profondità manca per definizione.
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Un uomo deve recuperare il cuore rubatogli da un potente gangster.
PREMETTO CHE NON HO VISTO IL PRIMO FILM PER CUI PROBABILMENTE CIÓ CHE DICO È TUTTA ROBA GIÁ PRESENTE IN QUEL FILM, IN OGNI CASO:
Una genialata unica nell’universo, in genere l’azione divora tutto del film, manca enfasi, l’umorismo è piatto, i drammi suppliscono semplicemente ad esigenze di sceneggiatura; la soluzione? mandare letteralmente tutto a quel paese.
Affrontare un film d’azione come il genere richiede: ponendo tutto sul piano del superficiale, e quando qualcosa è superficiale tutto diventa meno serio, quando qualcosa non ha esigenze di coerenza allora puoi permetterti tutto.
In questo caso specifico l’esagerazione si tiene stretta a tutto il resto, infinite dosi d’emozione dall’inizio alla fine con la semplice scusa del fatto che niente ha bisogno di essere giustificato o spiegato, d'altronde è un film d’azione, la profondità manca per definizione.
Il vero segreto di Crank però sta nel protagonista, troppo serio e drammatico per essere messo in ridicolo, ed effettivamente è questo che succede: il povero Chev Chelios ne passa di cotte e di crude dall’inizio alla fine e sopporta tutto con un’ inesorabile aria da duro incorruttibile, irrefrenabile, indistruttibile.
C’è di tutto senza uno straccio di freno, dall’azione più serrata all’umorismo più nero e scompisciante, dallo spatter più disgustoso alla crudeltà più nera, da una realtà grottesca fino all’umorismo ad una serie di cattivi veramente senza scrupoli, un viaggio nel cinema di serie B progressivamente adrenalinico, imperdibile.
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Lo sfortunato killer a pagamento Chev Chelios sopravvive miracolosamente a una caduta da un elicottero grazie al suo potente cuore, ma non appena tocca il suolo viene rapito da una triade giapponese, che sostituisce il suo cuore con uno artificiale funzionabile solo con regolari scosse elettriche. Chev si metterà quindi alla ricerca del proprio cuore, ormai in funzione nel petto di un vecchio boss cinese centenario, ed alla ricerca della sua fidanzata Eve. Quando uscì nel 2007 il primo "Crank", critica e pubblico furono sorpresi dal suo stile da videoclip e dalla sua natura estrosa e frenetica, grazie alla perfomance adrenalinica di Jason Statham e ad una sceneggiatura con pochi attimi di respiro e scelte narrative divertenti; questo sequel non è da meno, anzi se possibile è ancora più pazzo e scatenato del primo.
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Lo sfortunato killer a pagamento Chev Chelios sopravvive miracolosamente a una caduta da un elicottero grazie al suo potente cuore, ma non appena tocca il suolo viene rapito da una triade giapponese, che sostituisce il suo cuore con uno artificiale funzionabile solo con regolari scosse elettriche. Chev si metterà quindi alla ricerca del proprio cuore, ormai in funzione nel petto di un vecchio boss cinese centenario, ed alla ricerca della sua fidanzata Eve. Quando uscì nel 2007 il primo "Crank", critica e pubblico furono sorpresi dal suo stile da videoclip e dalla sua natura estrosa e frenetica, grazie alla perfomance adrenalinica di Jason Statham e ad una sceneggiatura con pochi attimi di respiro e scelte narrative divertenti; questo sequel non è da meno, anzi se possibile è ancora più pazzo e scatenato del primo.
C'è da dire che questo "Crank 2" si diverte anche a prendere in giro lo spettatore con scelte riconducibili a qualche soap opera anni '80: personaggi che tornano in vita, attori che interpretano il fratello gemello del personaggio defunto nella puntata precedente, teste di nemici tenute in vita in una tanica. Ma nonostante ciò questo sequel conosce bene la sua natura imbrogliona, non la nasconde affatto, e sa come distogliere l'attenzione dello spettatore da queste scelte narrative, evitando di cadere nello stesso errore commesso da un'altra serie di film folli, "Feast" II e III, in cui simili trucchetti fanno calare il livello qualitativo della pellicola. In questo Crank, l'attenzione dello spettatore è attirata dai soliti, grotteschi metodi di ricarica del protagonista e dalla follia generale dei personaggi; i trucchi sopracitati cascano in secondo piano, tali sono le interessanti sotto-trame e comparsate dei personaggi del film precedente, e la pellicola acquista una forte carica auto-ironica. Come scritto in precedenza, gli autori sanno benissimo di aver ricreato un setup simile al film precedente per assicurarsi di avere idee più facili da cogliere. Ma ciò non toglie che il tutto sia divertente. Come contorno alla trama, gli autori Neveldine/Taylor hanno infarcito il tutto di sequenze nonsense di buon gusto, come ad esempio la lotta finale tra Chev e il capo della triade, in cui i due personaggi diventano protagonisti di una scena che ironizza sui monster movie giapponesi: i due diventano enormi caricature grottesche di se stessi e combattano all'interno di una centrale elettrica in miniatura. Ma questo è solo un esempio, perchè tante saranno le sorprese per gli amanti dell'assurdo demenziale.
Un assurdo che ben si sposa con la parola trash: come nel precedente capitolo, aspettatevi una prorompente dose di corpi femminili e violenza, sesso semi-integrale e rapporti lesbo, senza contare una scena che coinvolge proiettili e impianti al seno; non mancano poi prostitute di ogni etnia e dialoghi di una volgarità impetuosa, scene di mutilazione e splatterate belle e buone dal gusto Tarantiniano. Il tipico film da vedere con la nonna. [-]
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Brian Taylor e Mark Neveldine ("Gamer"),riprendono lo script del loro "Crank" del 2006 e propongono un sequel al primo episodio,nell'auspicio di ottenerne lo stesso plauso.
In "Crank 2" i registi riprendono al storia dall'epilogo della prima pellicola,in cui Chelios precipita al suolo dopo un combattimento con Verona.
Gratuito sequel nello scontato panorama del marketing di cassetta per un cinema usa e getta destinato a far girare il cash flow delle produzioni e la testa agli spettatori di bocca facile,il film è confezionato clonando gli schemi del primo episodio e riciclando gli stessi folli elementi indotti a tradurre in immagini il limite dell'immaginario.
Tutto è irriverente e provocatorio dalle prime immagini,dove il corpo di Chev viene spostato dall'asfalto della strada con l'uso di un badile,come materiale organico,all'epilogo cui si giunge esausti e provati,con nel mezzo una delirante narrazione frantumata in un montaggio nevrotico e composta in schematici split screen,innesti grafici omaggianti i '70ies e accelerazioni di girato per esasperare ciò che è già eccessivo.
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Brian Taylor e Mark Neveldine ("Gamer"),riprendono lo script del loro "Crank" del 2006 e propongono un sequel al primo episodio,nell'auspicio di ottenerne lo stesso plauso.
In "Crank 2" i registi riprendono al storia dall'epilogo della prima pellicola,in cui Chelios precipita al suolo dopo un combattimento con Verona.
Gratuito sequel nello scontato panorama del marketing di cassetta per un cinema usa e getta destinato a far girare il cash flow delle produzioni e la testa agli spettatori di bocca facile,il film è confezionato clonando gli schemi del primo episodio e riciclando gli stessi folli elementi indotti a tradurre in immagini il limite dell'immaginario.
Tutto è irriverente e provocatorio dalle prime immagini,dove il corpo di Chev viene spostato dall'asfalto della strada con l'uso di un badile,come materiale organico,all'epilogo cui si giunge esausti e provati,con nel mezzo una delirante narrazione frantumata in un montaggio nevrotico e composta in schematici split screen,innesti grafici omaggianti i '70ies e accelerazioni di girato per esasperare ciò che è già eccessivo.
E' chiaro che Taylor e Neveldine presunti araldi dell'enterteinment show biz,si prendono gioco di loro stessi e del loro prodotto divertissement,che i registi trasformano in farsa grottesca,proponendo al pubblico il relativo minore del cinema d'azione di Tarantino.
Intenzionalmente esagerato e bizzarro,il film è tutto incentrato sul ritmo e sulla scansione dei minuti fino all'ossessione,in un mosaico di sequenze indisponenti ed altamente diseducative,che inizialmente possono divertire,ma col procedere di una pedante insistenza conducono ad un senso di noia e fastidio.
I registi provano a raccogliere l'eredità del loro primo "Crank" e a spremerne le valenze in termini di vitalità e velocità,elaborando,in una regia agitata e convulsa un prodotto al servizio del cinema da botteghino ma senza riuscire a raggiungere l'intento di bissare la loro precedente e più meritata popolarità,pur avendo puntato tutto o molto sull'aspetto visivo della tecnologia digitale.
Attingendo a mani basse da Tarantino e Rodriguez,lasciandosi portare dalla disinvolta corrente di un cinema che oggi ama essere importuno e scomodo,i registi fanno questo film che inizialmente è certamente spassoso e ameno,fino a quando i conti non tornano e la precarietà del contenuto forzatamente umoristico non ne regge l'indigenza e l'eccesso della trasgressione fine a sè stessa volge a noia e l'inflazione dell'assurdo smette di divertire.
Il troppo stroppia e "High Voltage" trascende nella prosopopea della corporalità e nell'apoteosi della ipercinesi come mezzo transduttore di emozioni che,come gli impulsi elettrici nel film,durano poco e poi si scaricano.
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