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Se Lars Von Trier ha cercato di curare la propria depressione girando un film,ha fatto quello che fa il protagonista decidendo di curare la moglie a modo proprio:un tragico errore.Dopo un inizio al rallenti in bianco e nero(come il finale,chissà perchè)segue un interminabile collage sconclusionato di scene statiche,scopatine improvvise,dialoghi banali,visioni da strapazzo,simbolismi patetici(il pupazzo attaccato al palloncino,il bosco di nome Eden) e guizzi surreal-orrorifici.E negli ultimi 20 minuti,una serie di scene trucide e gratuite da slasher,con lui che dopo aver assecondato per tutto il film i deliri della moglie sembra "rinsavire di colpo" e passa al contrattacco.Non c'è il minimo tentativo di serietà nell'analisi della disgregazione di questa coppia,o del dolore che porta alla loro pazzia.Tantomeno un minimo di interesse per ciò a cui si assiste.Secondo alcuni si riallaccerebbe a "Le onde del destino" per come la degradazione della donna(la cui sessualità qui sarebbe una colpa)dovrebbe portare l'uomo a un pentimento catartico.Ma visto il finale direi che non succede....Tra i tanti buchi logici:perchè il corvo non crepa malgrado la gragnuola di pugni inflittagli da Dafoe?Perchè non farla finita semplicemente a casa propria?E vogliamo parlare del titolo?Troppo comodo dire "Sta allo spettatore decidere chi sia l'anticristo".Qui l'anticristo centra come i cavoli a merenda.Come pure la svolta "streghesca".E la divisione in 4 capitoli(sorta di versione a pastelli e gesso di quelli di "Kill Bill")è unicamente decorativa."Lascia ch'io pianga" nel finale e dedica ad Andrej Tarkovskij.Io penso che il regista russo non avrebbe approvato.Giustamente snobbato all'uscita qui da noi.
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