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A In amore niente regole non si potrebbe chiedere di più. Interpreti perfettamente in parte e affiatati, ottima e credibilissima ricostruzione degli anni Venti americani, ritmo sostenuto, gag piacevolissime e mai volgari (o trite), e una storia inaspettatamente interessante. Anche perché ci racconta qualcosa, reale o meno reale che sia, su quel periodo: la nascita del football americano per come lo conosciamo, il proibizionismo, il giornalismo d’inchiesta visto da un punto di vista femminile. Su tutto aleggia la verve di quella simpatica canaglia del regista-attore George Clooney, che sa infondere il suo spirito lieve (ma non superficiale) e benevolo su tutto il film. Clooney dimostra anche di saper bene dove posizionare la telecamera, con effetti a volte ilari – vedi la scena della mucca che bruca l’erba mentre davanti (s)corrono le teste di cuoio (“leatherheads”, e alcune anche “di legno”) degli sciagurati giocatori di football americano professionistico. Che ci sia un grosso debito nei confronti dei fratelli Cohen, è innegabile. E, difatti, il film ricorda un po’ Fratello, dove sei?.
Insomma, inutile farla tanto lunga. Se una sera volete coniugare sano divertimento e qualità, guardatevi In amore niente regole. Ah, potete invitare tutta la famiglia.
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