Hancock |
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Un film di Peter Berg.
Con Will Smith, Charlize Theron, Jason Bateman, Jae Head, Eddie Marsan.
continua»
Azione,
Ratings: Kids+13,
durata 92 min.
- USA 2008.
- Sony Pictures Italia
uscita venerdì 12 settembre 2008.
MYMONETRO
Hancock
valutazione media:
2,36
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Will Smith, il supereroe con l'addetto stampa
di Roberto Nepoti La Repubblica
Il ruolo, ormai dilagante, dei supereroi nel cinema impone qualche osservazione. A cominciare dal box-office, dove i loro ultra poteri trionfano: tra Batman, Hankock, Hellboy il pubblico americano non ha scelto, li è andati a vedere tutti e tre. Diversissimi per tipologia, i protagonisti dei blockbuster dell'estate hanno, curiosamente, un tratto in comune: per un motivo o per l'altro, i cittadini che difendono con le loro gesta eroiche li detestano. In questa direzione Hancock (226 milioni di dollari incassati in otto settimane) si spinge al limite estremo, inventandosi un (anti)supereroe bipolare, aggressivo, rancoroso, parolacciaio che dorme sulle panchine, è quasi sempre ubriaco, insulta le vecchiette e i bambini cui dovrebbe fare da angelo custode. Non c'è da meravigliarsi se gli abitanti di Los Angeles sono così poco entusiasti dì lui: quando compie un'impresa (inseguire un'auto di criminali e portarla con sé fin su in cielo), i danni collaterali che produce rischiano di essere la classica pezza peggiore del buco. Urge una riabilitazione presso l'opinione pubblica. Se ne occuperà un esperto di pubbliche relazioni, beneficiato dai suoi superpoteri, assumendosi il compito di fargli da addetto stampa. Qui s'innesca la metamorfosi di Hancock da randagio cencioso con gli occhiali neri e il cappello di lana calato sulla testa a eroe come si deve, ripulito e rivestito in tuta di pelle. Il che non avviene senza turbamenti da parte di Mary (Charlize Theron), la moglie dell'amico, la quale intrattiene col supereroe una relazione ambigua. Per essere un blockbuster dell'estate, Hancock non ha paura di esporsi: rompe gli schemi codificati del genere, mescolando repertori diversi come la commedia, il dramma domestico, il cinema d'azione. Si potrebbe dire, quasi, che ci siano dentro due film differenti: comica e rocambolesca la prima parte, drammatico il seguito, che sterza decisamente verso il film di supereroe e la definizione di un protagonista non stereotipato. A parere di qualcuno, questa seconda parte sarebbe troppo parca di informazioni e dettagli sul passato dell'eroe; ma come lamentarsi se, a fronte della pletora di blockbuster che non finiscono mai, questo ha il buon gusto di durare un'ora e mezza, o poco più? Rifacendo squadra con il suo collaboratore di fiducia Akiva Goldsman ("Io, robot", "Io sono leggenda"), cui si aggiunge Michael Mann come produttore, la star Will Smith impegna tutta la sua potenza di fuoco - carisma, popolarità, il tocco di Mida che gli permette di trasformare in soldi tutto quel che tocca - e vince una scommessa non così facile a priori. Mette in gioco la mitologia negativa del maschio nero americano arrabbiato, misantropo, fisicamente aggressivo e la mischia a quella del film di supereroe, con cui sembrava del tutto incongrua. E ha un altro merito, neanche piccolo: complice il regista Peter Berg, integra gli effetti speciali all'azione del personaggio, anziché cancellare l'elemento umano in favore del "meraviglioso" tecnologico, come ormai sembravano rassegnati a fare tutti i blockbuster di nuova generazione.
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