mdr88
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sabato 2 maggio 2009
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piacevole ma poco profondo
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Il tema del "lavoro oggi" è stereotipizzato, poco profondo e per alcuni tratti anche distante dalla realtà. Scarso lo spazio riservato a Mandelli il quale, a mio avviso, è l'unico personaggio che nel suo modo leggero, ma allo stesso tempo mai banale (anzi frutto di una matura consapevolezza), di approcciarsi alla vita, si avvicina ad una più veritiera rappresentazione della condizione giovanile dei nostri tempi. Ciò nonostante il film mi è parso, nella sua leggerezza, piacevole e assolutamente godibile, soprattutto se si opta per un approccio privo di eccessive pretese.
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cronix1981
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lunedì 20 settembre 2010
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tra alti e bassi
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Il film è godibile, leggero e senza pretese. Ma visto l'argomento che affronta, sembra l'ennesima occasione persa. Il precariato giovanile è argomento sulla bocca di tutti. Questo film però non sembra affrontarlo con il dovuto "rispetto". E' una parte come altre che costituiscono il soggetto del film. E' più uno spunto per la trama che un argomento di riflessione.
Come detto all'inizio il film è leggero e senza pretese, e forse pretendere qualcosa di profondo da questo film è una richiesta troppo esigente.
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antrace
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domenica 17 aprile 2011
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le vertigini senza quattrini
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E' una vicenda narrata dall'alto, quella di Matteo , trentenne matematico, titolato e brillante , che vive con pochi soldi, e scarse possibilità di migliorare la sua condizione economica .
I suoi incontri più significativi, quelli con Angelica , manager dell'azienda che lo ha assunto a termine , gli incontri che potrebbero segnare la svolta della sua vita , si svolgono infatti sul terrazzo che domina la città , sopra gli uffici patinati e soffocanti del lavoro , un passo verso il cielo , lontano dalle gabbie del profitto che impongono i dirigenti .
Il disagio giovanile della disoccupazione viene affrontato con un racconto elitario , da squattrinati in preda a vertigini , non certo paragonabili alle peripezie più comuni dei ragazzi che cercano un approdo lavorativo .
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E' una vicenda narrata dall'alto, quella di Matteo , trentenne matematico, titolato e brillante , che vive con pochi soldi, e scarse possibilità di migliorare la sua condizione economica .
I suoi incontri più significativi, quelli con Angelica , manager dell'azienda che lo ha assunto a termine , gli incontri che potrebbero segnare la svolta della sua vita , si svolgono infatti sul terrazzo che domina la città , sopra gli uffici patinati e soffocanti del lavoro , un passo verso il cielo , lontano dalle gabbie del profitto che impongono i dirigenti .
Il disagio giovanile della disoccupazione viene affrontato con un racconto elitario , da squattrinati in preda a vertigini , non certo paragonabili alle peripezie più comuni dei ragazzi che cercano un approdo lavorativo . E' forse soltanto il pretesto per la commedia usuale del romantico dandy, che non sa decidere fra diverse donne ammiccanti , e finisce con abbracciare la compagna che non lo sottrae all'improvvisazione esistenziale e alla vita quotidiana con i contrappunti dele speranze e dei rimpianti che si inseguiranno per sempre .
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gabpao
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venerdì 9 luglio 2010
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film etereo e buonista
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Non bastano la correttezza formale e l'inappuntabilità tecnica, la buona prova degli attori e la loro puntuale aderenza al ruolo per consentire a una commedia come "Generazione 1000 euro" di passare il confine tra un prodotto di genere e l'operina di rilievo. Manca, tra le algide occhiate della Crescentini e lo strabuzzar d'occhi della prosperosa Lodovini, tra le difficoltà fisiche di Villaggio e la contagiosa simpatia dei protagonisti maschili, il colpo d'ala, lo scarto verso una visione meno romantica delle difficoltà giovanili : non c'è proprio nulla di poetico nel vivere con 900 euro al mese...
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fabrizio cirnigliaro
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giovedì 14 ottobre 2010
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generazione a
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La pellicola diretta da Venier riesce a mostrare un quadro generale piuttosto vasto sul precariato giovanile nel nuovo millennio. Un’opera però rovinata dalla scelta “commerciale” di realizzare un film di successo sfruttando la strada più facile: la commedia sentimentale.
Un cast perfetto solo sulla carta, ad eccezione della solare Valentina Lodovini, che si immedesima perfettamente nella parte dell’insegnante.
Nessuno dei protagonisti ha un impiego alienante, un “McJobs”. Nel film non ci sono i commessi dei centri commerciali, gli impiegati dei call center, gli studenti promoter
Molte battute indovinate e gag divertenti non bastano per rappresentare una realtà forse troppo complessa per essere ridotta ad una commedia sentimentale
Questa generazione merita di più, i volti da copertina degli attori più che la generazione mille euro ricordano la Generazione A di Kurt Vonnegut.
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La pellicola diretta da Venier riesce a mostrare un quadro generale piuttosto vasto sul precariato giovanile nel nuovo millennio. Un’opera però rovinata dalla scelta “commerciale” di realizzare un film di successo sfruttando la strada più facile: la commedia sentimentale.
Un cast perfetto solo sulla carta, ad eccezione della solare Valentina Lodovini, che si immedesima perfettamente nella parte dell’insegnante.
Nessuno dei protagonisti ha un impiego alienante, un “McJobs”. Nel film non ci sono i commessi dei centri commerciali, gli impiegati dei call center, gli studenti promoter
Molte battute indovinate e gag divertenti non bastano per rappresentare una realtà forse troppo complessa per essere ridotta ad una commedia sentimentale
Questa generazione merita di più, i volti da copertina degli attori più che la generazione mille euro ricordano la Generazione A di Kurt Vonnegut.
“Ora, voi giovinastri volete un nome nuovo per la vostra generazione? O forse no, volete solo trovarvi un lavoro, giusto? Beh, i media ci fanno un grandissimo favore a chiamarvi Generazione X, vero o no? Giusto a due lettere dalla fine dell’alfabeto. E dunque io ora vi battezzo Generazione A e vi dichiaro all’inizio di una serie di trionfi e fallimenti spettacolari, allo stesso modo di Adamo ed Eva tanti anni fa“
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danygor
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mercoledì 12 settembre 2012
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un film figlio della crisi
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"Ecco un altro film figlio della crisi economica che sta condizionando non poco il nostro paese in questi ultimi anni. 'Generazione 1000 euro' si presenta come una commediola piacevole, ben girata e soprattutto ben recitata, che affronta un tema drammatico come quello della disoccupazione e del precariato in Italia, nell'unica maniera possibile:con leggerezza, prendendola a ridere, perché non son rimaste più neanche le lacrime per piangerci! Sicuramente in questo senso la pellicola di Venier fotografa in maniera più ironica e quindi godibile la realtà italiana, rispetto a film sullo stesso tema ma più pesanti come potrebbe essere per esempio 'Tutta la vita davanti' di Virzì. I limiti del film di Venier semmai sono nell'epilogo, nella scelta finale del protagonista, molto idealista ma assolutamente favolistica ed anacronistica rispetto alla mentalità odierna; quasi nessuno infatti avrebbe scelto una precaria incertezza da meno di 1000 euro al mese e tutti i problemi che ne conseguono rispetto alla possibilità di fare una carriera brillante, redditizia in terra spagnola vicino ad una donna bella, brillante e vincente:pura fantascienza!!!!
Commovente la parte ritagliata per il sempre grande Paolo Villaggio ed un plauso anche a Francesco Mandelli, che dimostra le sue buone capacità attoriali anche fuori dal contesto 'Soliti Idioti'.
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"Ecco un altro film figlio della crisi economica che sta condizionando non poco il nostro paese in questi ultimi anni. 'Generazione 1000 euro' si presenta come una commediola piacevole, ben girata e soprattutto ben recitata, che affronta un tema drammatico come quello della disoccupazione e del precariato in Italia, nell'unica maniera possibile:con leggerezza, prendendola a ridere, perché non son rimaste più neanche le lacrime per piangerci! Sicuramente in questo senso la pellicola di Venier fotografa in maniera più ironica e quindi godibile la realtà italiana, rispetto a film sullo stesso tema ma più pesanti come potrebbe essere per esempio 'Tutta la vita davanti' di Virzì. I limiti del film di Venier semmai sono nell'epilogo, nella scelta finale del protagonista, molto idealista ma assolutamente favolistica ed anacronistica rispetto alla mentalità odierna; quasi nessuno infatti avrebbe scelto una precaria incertezza da meno di 1000 euro al mese e tutti i problemi che ne conseguono rispetto alla possibilità di fare una carriera brillante, redditizia in terra spagnola vicino ad una donna bella, brillante e vincente:pura fantascienza!!!!
Commovente la parte ritagliata per il sempre grande Paolo Villaggio ed un plauso anche a Francesco Mandelli, che dimostra le sue buone capacità attoriali anche fuori dal contesto 'Soliti Idioti'. Esilarante la scena in cui precipita con tutta la poltrona dal suo salotto a quello dell'inquilino al piano di sotto che sta vedendo la tv, geniale la battuta: 'Geometra, è tanto che ha Sky?'".
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enzo70
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lunedì 8 maggio 2017
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un intelligente quadro del disagio giovanile
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Massimo Venier anticipa il tema dei successi di Virzì, con un film intelligente e gradevole che ha ad oggetto le insicurezze della vita da precari dei giovani. Matteo un matematico è finito nell’ufficio marketing di una multinazionale, chiaramente in crisi: crisi che metterebbe a repentaglio il suo posto di lavoro pagato lautamente meno di 1.000 euro al mese. Attende, da sempre, l’inserimento nell’università, ma il professore, Paolo Villaggio, nicchia.
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Massimo Venier anticipa il tema dei successi di Virzì, con un film intelligente e gradevole che ha ad oggetto le insicurezze della vita da precari dei giovani. Matteo un matematico è finito nell’ufficio marketing di una multinazionale, chiaramente in crisi: crisi che metterebbe a repentaglio il suo posto di lavoro pagato lautamente meno di 1.000 euro al mese. Attende, da sempre, l’inserimento nell’università, ma il professore, Paolo Villaggio, nicchia. Matteo condivide l’appartamento con Francesco, uno studioso di cinema che si mantiene lavorando in un cinema d’essay. In mezzo tre donne, la fidanzata, un chirurgo, che lo lascia, la giovane manager della sua azienda e la coinquilina in attesa dell’inserimento in graduatoria per l’insegnamento. Bravo Venier e bravi gli attori, Alessandro Tiberi su tutti.
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vitolazzarone
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giovedì 30 aprile 2009
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basta speculare sui trentenni
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Ho visto il film di Venier aspettandomi un contributo alla lotta contro gli stereotipi. Non ho ricevuto nulla in questo senso. Certo, per carità, tutto è vero. Ma per sapere come vive un trentenne laureato (magari del Sud Italia) a Milano basta farsi un cocktail nei bar all'ora dell'happy hour! Nessun insegnamento se non qualche riferimento al piccolo Italiano che sceglie la ragazza acqua e sapone di provincia anzichè inseguire la carriera all'estero. Un tantino banalotto, non trovate? Peraltro il film è inspiegabilmente breve. Lesina le battute e le gag di Mandelli con troppa avarizia. E' come la busta paga dei trentenni, asfittico. Qualcosa la regala sul piano erotico con scene di qualche bellezza delle bellissime attrici.
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Ho visto il film di Venier aspettandomi un contributo alla lotta contro gli stereotipi. Non ho ricevuto nulla in questo senso. Certo, per carità, tutto è vero. Ma per sapere come vive un trentenne laureato (magari del Sud Italia) a Milano basta farsi un cocktail nei bar all'ora dell'happy hour! Nessun insegnamento se non qualche riferimento al piccolo Italiano che sceglie la ragazza acqua e sapone di provincia anzichè inseguire la carriera all'estero. Un tantino banalotto, non trovate? Peraltro il film è inspiegabilmente breve. Lesina le battute e le gag di Mandelli con troppa avarizia. E' come la busta paga dei trentenni, asfittico. Qualcosa la regala sul piano erotico con scene di qualche bellezza delle bellissime attrici. Nessuno sforzo narrativo e di fotografia ma soltanto una breve - scontata - già sentita storia per impiegare un paio di orette in compagnia degli amici.
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alberto58
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venerdì 27 luglio 2012
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ottimo inizio, poi solo qualche flash
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Il primo quarto d'ora è veramente divertente, intrigante. In una Milano fotografata da lontano si sveglia il trentunenne Matteo in una giornata qualsiasi e, dopo aver combnattuto con i co-inquilini e essere stato lasciato a piedi dal vecchio motorino, arriva a piedi nella mutlinazionale dove un capetto insulso e provocatore gli chiede di calcolare, a lui matematico provetto, quante probabilità ha di mantenere il posto da precario. Un pò banale invece la storia d'amore con la biondissima capa tutta carriera, sesso e rock n' roll e piuttosto seccante il modo ostentato in cui Matteo tratta male la bella mora nuova inquilina, di cui poi, ovviamente, si innamorerà.
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Il primo quarto d'ora è veramente divertente, intrigante. In una Milano fotografata da lontano si sveglia il trentunenne Matteo in una giornata qualsiasi e, dopo aver combnattuto con i co-inquilini e essere stato lasciato a piedi dal vecchio motorino, arriva a piedi nella mutlinazionale dove un capetto insulso e provocatore gli chiede di calcolare, a lui matematico provetto, quante probabilità ha di mantenere il posto da precario. Un pò banale invece la storia d'amore con la biondissima capa tutta carriera, sesso e rock n' roll e piuttosto seccante il modo ostentato in cui Matteo tratta male la bella mora nuova inquilina, di cui poi, ovviamente, si innamorerà. Insomma banale e monocorde appare tutta la parte centrale del film, pur con qualche flash comico e intrigante. Straordinaria e toccante invece, nel finale, la lezione sulla matematica quantistica di Paolo Villaggio. Complessivamente un buon film che da l'idea della confusione esistenziale e della eterna indefinitezza sia professionale che sentimentale di cui vive questa generazione, ma il plot poteva essere strutturato meglio evitando scene paradossali (come quella della poltrona che sfonda il pavimento). Ben fotografata, da un punto di vista particolare, la Milano del 2008, con il nuovo palazzo della regione in costruzione ed i totem con il conto alla rovescia per l'alta velocità.
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turidur
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mercoledì 6 maggio 2009
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adesso fa il muratore ha lo zio di bergamo
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CORRI, CORRI, CORRI, NON TI FERMARE MAI ANCHE QUANDO STAI FERMO. EBBENE SI', PERCHE' DEVI CORRERE LO STESSO, CON IL PENSIERO, CON LE PREOCCUPAZIONI, CON LE IDEE E CON LE ANSIE...
IL FILM E' BELLO, CONTA POCO ARCIGOGOLARSI CON SPECULAZIONI LINGUISTICHE O CONCETTUALI,ELUCUBRARSI NEL CRITICHESE PROFESSIONAL-GIORNALISTICO.
MI PIACE SOTTOLINEARE SEMPLICEMENTE COME OGGI UN CERTO TIPO DI COMMEDIA SQUISITAMENTE ALL'ITALIANA, NELLA MIGLIOR TRADIZIONE, QUELLA, PER INTENDERCI, CHE HA FATTO SCUOLA AL MONDO INTERO, SI POSSA FARE, COME SI FACEVA AL TEMPO DEI "LADRI DI BICICLETTA" E DEI "SOLITI IGNOTI", IN MODO LEGGERO E NELLO STESSO TEMPO PROFONDO AL PUNTO GIUSTO, COME QUEI PIATTI SEMPLICI, VELOCI, MA GENUINI E SAPORITI.
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CORRI, CORRI, CORRI, NON TI FERMARE MAI ANCHE QUANDO STAI FERMO. EBBENE SI', PERCHE' DEVI CORRERE LO STESSO, CON IL PENSIERO, CON LE PREOCCUPAZIONI, CON LE IDEE E CON LE ANSIE...
IL FILM E' BELLO, CONTA POCO ARCIGOGOLARSI CON SPECULAZIONI LINGUISTICHE O CONCETTUALI,ELUCUBRARSI NEL CRITICHESE PROFESSIONAL-GIORNALISTICO.
MI PIACE SOTTOLINEARE SEMPLICEMENTE COME OGGI UN CERTO TIPO DI COMMEDIA SQUISITAMENTE ALL'ITALIANA, NELLA MIGLIOR TRADIZIONE, QUELLA, PER INTENDERCI, CHE HA FATTO SCUOLA AL MONDO INTERO, SI POSSA FARE, COME SI FACEVA AL TEMPO DEI "LADRI DI BICICLETTA" E DEI "SOLITI IGNOTI", IN MODO LEGGERO E NELLO STESSO TEMPO PROFONDO AL PUNTO GIUSTO, COME QUEI PIATTI SEMPLICI, VELOCI, MA GENUINI E SAPORITI.
UNA COMMEDIA UN PO' TRAGICA CHE RACCONTA REALMENTE LA VITA E LA SOCIETA', LA RACCONTA PER COME E', MA - ATTENZIONE - SICURAMENTE NON LA INDUCE, COME AVVIENE NELLE OSCENITA' TELEVISIVE DEI VARI GRANDI FRATELLI, ISOLE, CONTADINI, FATTORIE E CANTATNTI. QUESTO NON E' COSA DA POCO, SE CONSIDERIAMO CHE LE IMBECILLITA' OGGI CIRCOLANO CON MAGGIORE FREQUENZA PROPRIO DIETRO IL PARAVENTO DEL "NOI FACCIAMO I NOSTRI FILM - PIUTTOSTO CHE PROGRAMMI O INVECE CHE CANZONI - IN UN CERTO MODO PERCHE' RACCONTIAMO UNA SOCIETA', O UNA CULTURA, CHE OGGI E' COSI'" E POI CONTINUANDO... A DIRE CHE LA TELEVISIONE E' LO SPECCHIO DELL'ATTUALITA' E SIMILI CORBELLERIE. UN PO' COME QUEI SONDAGGI "SOSPETTI" CHE NON RAPPRESENTANO REALMENTE IL PRODOTTO DI UNA RICERCA MA PIUTTOSTO IL TENTATIVO SUBDOLO DELLA MASSIFICAZIONE. FARTI VEDERE COME LA MAGGIOR PARTE DEI, CHE NE SO? DICCIAMO... PER FARE UN ESEMPIO, GIOVANI UNDER 25, FA UNA DETERMINATA COSA O HA UNA DETERMINATA ABITUDINE, E QUINDI TU, POVERO SCEMO, SE APPARTIENI ALLA CATEGORIA CHE ASPETTI A FARE QUELLO CHE FANNO GLI ALTRI? NON VORRAI MICA ESSERE EMARGINATO O TROPPO DIVERSO?
IN TAL SENSO IL FILM, RIPETO, CARINO, RAPPRESENTA UN RIFLESSO REALE DELLE CONDIZIONI ATTUALI DEI GIOVANI TRENTENNI/TRENTACINQUENNI, QUELLI CHE, APPUNTO, TANTO GIOVANI NON SONO PIU', CHE HANNO GIA' FINITO DI STUDIARE E CHE SI ARRANGIANO TENDENDO ALLA MATURITA' DEGLI ANTA.
QUINDI UN FILM, CHE INSIEME A POCHI ALTRI, MOLTO POCHI PER LA VERITA', CONTINUA LA TIMIDISSIMA STAGIONE DI QUELLO CHE POTREBBE ESSERE DEFINITO COME UNA FORMA DI NUOVO REALISMO, PURO, LIBERO DA IDEOLOGIE E MAI DEMAGOGICO. TUTTO QUESTO NEL TRATTARE UN COPIONE RISCHIOSO CHE FACILMENTE POTEVA SCADERE NEL BANALE, NEL TRITO E RITRITO DEL "TRIANGOLO E DELLA SCELTA", PIUTTOSTO CHE "DELL'AMORE O DELLA CARRIERA", NON A CASO ABBIAMO UN PERSONAGGIO CHE PERSONIFICA MAGNIFICAMENTE PROPRIO LO STESSO CINEMA, O MEGLIO FORSE CINEMATOGRAFO, CHE STA FERMO, MOLTO PIU' FERMO DEGLI ALTRI ALMENO, E CON IL QUALE GLI ALTRI VANNO A PARLARE. UN PERSONAGGIO CHE PRONUNCIA LE BATTUTE MIGLIORI DEL FILM - TIPO CHE UNO DOPO AVER FATTO LA SCUOLA DI CINEMA, VA A FARE IL MURATORE PERCHE' HA LO ZIO DI BERGAMO - E CHE TI FREGA PURE I PENSIERI, COME QUANDO PARLA DELLA SCENA ALLA STAZIONE CON LEI CHE PARTE, MA DICO, IN QUANTE MIGLIAIA DI PELLICOLE L'ABBIAMO VISTA? CON FOLLE CORSA DEL DI LUI PENTITO, AD ESITO FAVOREVOLE E DUNQUE ABRACCI BACI E TITOLI DI CODA, O CONTRARIO, E DUNQUE LACRIME E SALUTI MALINCONICI DAL FINESTRINO. EPPURE, MENTRE LO STAI PENSANDO, E' LUI, IL PERSONAGGIO, CIOE' LO STESSO CINEMA, AD ANTICIPARTI, QUASI COME SE FOSSE, APPUNTO, LUI A GUARDARE NOI E NON IL CONTRARIO.
BRAVI.
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[+] w la commedia all'italiana
(di danygor)
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