Francamente mi sarei aspettato qualcosa in più da questo film.
Invece si tratta della solita commedia bonaria e buonista, ragionevolmente comica ma senza esagerare, un pò furbetta e ruffiana nel toccare abilmente (ma senza alcuna profondità e autentica “sincerità”) alcuni temi (come quello della tolleranza e delle valenze positive e arricchenti della società multirazziale) che van per la maggiore e che si sa che bastano di per sè a garantire una certa disposizione alla benevolenza da parte dei critici e degli spettatori politicamente corretti.
Ebbene il film dà l’impressione di strumentalizzare un poco queste tematiche, asservendole a una trama piuttosto improbabile nelle sue premesse e assolutamente impossibile nei suoi snodi conclusivi (il matrimonio interrotto a metà e la comparsa della coprotagonista sul palco per cantare insieme al suo nuovo fidanzato una canzone che in verità lei non dovrebbe nemmeno conoscere, dato che non la ha mai sentita nè provata prima).
Sia chiaro: con questo non voglio dire che il film sia pessimo.
E’ abbastanza divertente, a tratti (ma solo a tratti) veramente comico, ma ha pure parecchi difetti: innanzitutto quello di voler mettere “troppa carne al fuoco”, mescolando all’interno di una trama esile esile e di un impianto essenzialmente da commedia comica senza pretese messaggi “educativi” piuttosto posticci e velleitari, che sembrano essere più una astuta “captatio benevolentiae” nei confronti del pubblico che non elementi davvero funzionali e coesi.
Altro difetto è la discontinuità di toni e registri, andanti dal comico al farsesco, al patetico, senza che si operi la necessaria scelta di un tono dominante, che renda l’insieme più omogeneo e coerente.
Discontinuità che si ritrova anche nella trama e nel ritmo del film, a volte più dinamici e interessanti, altre volte soggetti a cali vistosi (per es. certi snodi improbabili della vicenda) e a momenti di “stanca”.
Insomma, l’impressione è che si siano voluti mettere troppi ingredienti nel minestrone, rendendolo così, invece che più appetitoso, meno leggero e digeribile.
Per quanto concerne gli attori, più che il protagonista maschile (troppo compreso nei panni del presunto belloccio irresistibile per essere veramente simpatico e divertente) ho apprezzato la protagonista femminile: la italo-nipponica (non cinese) Valentina Izumi, brava e carina, che col suo discreto fascino esotico aggiunge parecchio ad un film che (un pò come la canzone che ne costituisce il refrain: “Occhi da orientale”) ripone in massima parte in lei le proprie modeste possibilità di successo.
Gustoso, infine, il “cameo” del cantante Franco Califano, pienamente a suo agio nelle vesti del trucido impresario Cicchilitti; per forza: recita se stesso, ovviamente buzzurro e sopra le righe come sempre.
Ma ciò che nella vita reale in genere risulta penoso e imbarazzante, al cinema, si sa, può far spettacolo e risultare divertente.
Sarà questo il motivo per cui, mentre ogni volta che vedo Califano in tv mi vergogno per lui, nel film il suo personaggio mi ha divertito e fatto sorridere.
Il brutto è che il “Califfo” è esattamente così anche al di fuori del set...
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andrea
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lunedì 7 aprile 2008
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andrea per stefy80 i.a parte
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Cara Stefy,ma ti rendi conto delle eresie che dici?!Il film non è per nulla"offensivo coi cinesi"perchè,se da un lato prende benevolmente in giro certe loro usanze discutibili,dall'altro però descrive in modo simpaticissimo ed estremamente positivo proprio due cinesi,ossia Jing e suo nonno(che sono i personaggi migliori del film);inoltre,quanto a ironia,anche noi italiani non usciamo poi così bene dalla descriz.fatta dal film:pensa al buzzurriss.impresario musicale,ricco,arrivato ma irrimediabilmente cialtrone,ai due simpatici becchini-cantanti-bambinoni che non ne fanno mai una giusta e alla sgarbatissima negoziante vicina dei genitori di Jing.Insomma,quanto a ironia,nel film ce n'è un pò per tutti!Quanto agli snodi "tutti probabili",ti pare possibile lasciare a metà,senza conseguenze,il matrimonio con il figlio di un mezzo mafioso e andarsene a cantar spensieratam.
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Cara Stefy,ma ti rendi conto delle eresie che dici?!Il film non è per nulla"offensivo coi cinesi"perchè,se da un lato prende benevolmente in giro certe loro usanze discutibili,dall'altro però descrive in modo simpaticissimo ed estremamente positivo proprio due cinesi,ossia Jing e suo nonno(che sono i personaggi migliori del film);inoltre,quanto a ironia,anche noi italiani non usciamo poi così bene dalla descriz.fatta dal film:pensa al buzzurriss.impresario musicale,ricco,arrivato ma irrimediabilmente cialtrone,ai due simpatici becchini-cantanti-bambinoni che non ne fanno mai una giusta e alla sgarbatissima negoziante vicina dei genitori di Jing.Insomma,quanto a ironia,nel film ce n'è un pò per tutti!Quanto agli snodi "tutti probabili",ti pare possibile lasciare a metà,senza conseguenze,il matrimonio con il figlio di un mezzo mafioso e andarsene a cantar spensieratam.col nuovo amore?E arrivare proprio in tempo?Ok,il film è un pò una favola,ma un minimo di credibilità c.que non guastava!
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peter
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lunedì 7 aprile 2008
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per stefy80
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E chi li critica non capisce nulla di film. Hai scritto così. E non aggiungo altro.
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