Caos calmo

Molti si aspettano di provare al cinema ciò che non provano nella vita e i film che non accondiscendono a questo giochino vengono spesso puniti dal pubblico. E' il caso di "caos calmo", un film sull'aridità umana tal qual'è, in cui c'è del sesso come spesso lo fanno gli uomini normali (cioè non necessariamente un'esperienza travolgente e di valore estetico), in cui non c'è una trama (proprio come nella vita), nè una morale, se non qualche brandello che se ne riesce a ricavare (come nella vita), nè enfasi nei dialoghi o nell'interpretazione. Il pianto e il sesso di Moretti sono goffi, come spesso lo è quello degli esseri normali. C'è un uomo sconvolto dalla propria (e della figlia di 10 anni) mancanza di sofferenza di fronte ad un fatto che avrebbe dovuto rappresentare una tragedia e si rende conto che in questo c'è qualcosa di profondamente assurdo. Decide allora di prendersi del tempo per recuperare i propri sentimenti. E scopre, piano piano, che questo suo comportamento ha un effetto di riflesso su tutto il mondo che lo circonda. Un film ruvido, per niente piacevole, come lo sono sempre i film di Moretti, e per questo tanto più capace di costringere lo spettatore a guardarsi allo specchio.