Le opere di David Lynch sono per tutti e per nessuno..., il suo è un' cinema che narra il tramonto del cinema, o meglio, della modalità narrativa propria della storia di questo linguaggio artistico. Con questo non intendo affermare che l'operazione sia riuscita appieno... i tentativi compiuti negli ultimi anni dal regista sono stati tutti ammirevoli ma mai pienamente riusciti; il discorso per Inland Empire è diverso. Questo film è assolutamente compiuto..., è il miglior film realizzato da Lynch, il più maturo. Chi ha definito incomprensibile la ricerca di Lynch l'ha fatto solamente come per dare conferma della propria icapacità a capire il linguaggio del regista, tutt'altro che inaccessibile, ma sicuramente impegnativo per delle menti come le nostre abituate a rifiutaretutto ciò che è solo apperentemente invisibile. I mondi di cui parla il regista sono alcuni degli infiniti mondi possibili..., o meglio delle infinite possibilità di ciò che banalmente classifichiamo come mente, ma in realtà è assolutamente più straordinria ed infinita di quello che il nostro misero concetto sta a significare. Tentare di rappresentare l'"irrapresentabile per la nostra società" dovrebbe essere il compito più alto per l'arte. Il cinema nella sua breve storia è pieno zeppo di tentativi di questo tipo... Bresson, Bergman, Bunuel, Barnet, per citarne soltanto alcuni che iniziano in B. L'unico che programmaticamente abbia fatto della sua ricerca questo unico imperativo è David Lynch, il suo ultimo film puo essere letto come un viaggio allucinato nei meandri dell' inconscio subconscio....,etc...., ma se riflettiamo un attimo le uniche allucinazioni sono querlle di cui soffre lòa nostra società e il tentativo di smascherarle ci mette tutti sulla difensiva. SVEGLIA
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paleutta
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lunedì 31 marzo 2008
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ho provato a vederlo
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ma al primo tentativo non ci sono riuscito, sarà che di domenica sera forse non lo richiedevo. Mi riservo di riprovarci. Quei tre testoni di coniglio con le orecchione lunghe mi hanno sdubbiato non poco, poi quella vecchia in primo piano che delirava è stato troppo, stop di telecomando. Ora io mi chiedo: "ma David Lynch, cosa c'ha nella testa?" bisognerebbe fargli il tassello come ai cocomeri per capirlo...Boh, vabbene tutto, l'inconscio, i messaggi celati, le intuizioni ma insomma, c'è un limite a tutto. Tre ore (3) di delirio mettono a dura prova tutta la mia ammirazione per molte delle cose di questo regista. Mi riservo di commentarlo quando lo avrò visto tutto.
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l'andrea che conosci
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mercoledì 2 aprile 2008
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paleutta, questa recensione non è mia!
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Paleutta, questa recensione non l'ho scritta io. Ho visto il film fino alla fine e non è male, anche se penso che prima di rivederlo passerà molto tempo. Non mi ha fatto impazzire, non mi piace la ripresa in digitale, ma non è da buttare via. E' comprensibile a tratti, ci sono delle parti volutamente oscure.
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