Apocalypto |
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Un film di Mel Gibson.
Con Rudy Youngblood, Dalia Hernandez, Jonathan Brewer, Morris Birdyellowhead, Carlos Emilio Baez.
continua»
Azione,
durata 139 min.
- USA 2006.
- Eagle Pictures
uscita venerdì 5 gennaio 2007.
- VM 14 -
MYMONETRO
Apocalypto
valutazione media:
3,45
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Zampa meglio di Rambodi doctor LoveFeedback: 0 |
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lunedì 22 gennaio 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Preferenze filmiche a parte, chi capisce qualcosa di cinema deve ammettere che Mel il regista lo sa fare, meglio di molti altri più decantati e coccolati dalla critica. Il suo essere "estremo", il suo manicheismo assolutista e il suo gusto grandguignolesco fanno sì che il pubblico si divida, come in passato, tra detrattori ed estimatori, come succede ai buoni registi (non ai maestri, che alla lunga mettono d'accordo tutti). Inoltre ha astutamente lasciato incendiare le polemiche su violenza e veridicità storica che hanno accompagnato la campagna promozionale, dimostrandosi un genio nello stimolare sfruttare la curiosità dell'ingenuo pubblico di cui faccio orgogliosamente parte; del resto come tutte le masse il pubblico è ingenuo e stupido, a differenza dei singoli individui che lo compongono. Riguardo le polemiche si può affermare che la violenza è presente e costante ma non disturbante come si poteva immaginare, almeno per chi è avvezzo ai film dell'orrore o ai telegiornali di mezzogiorno. La discussione sugli strafalcioni storici, evidenti anche ai non laureati in archeologia, passa in secondo piano grazie alla potenza delle immagini; la natura meravigliosa e tremenda, i corpi primordiali dei protagonisti, i costumi e le decorazioni esagerate e splendide, le deliranti scene nella città dei carnefici saranno tutte imperfette ma sono tremendamente efficaci, e fanno sembrare le correzioni degli "esperti" ancora più noiose e accademiche. In particolare la lingua, in un film dove i dialoghi hanno peso limitato, da' una statura credibile ai personaggi, che sarebbero stati demoliti da un doppiaggio da soap opera. La trama è semplice e lineare, ingenua e a tratti ridicola (il "gioco" della fuga e il lancio dell'alveare sono da serie B), ed è per questo che il film non è un capolavoro. Nella prima mezz'ora, tapiro a parte, si assiste all'idillio della vita nel villaggio, aspettando che esca Piero Angela a illustrarci i dettagli; invece escono i cattivi, ponendo fine al documentario e iniziando il film d'azione in stile rambiano (uno contro tutti con tutti i mezzi). A nessuno sfuggono sia i luoghi comuni del genere (ferimenti indolori, salti dalle cascate, animali inferociti, moglie e bimbo da salvare) che tolgono ovviamente spessore alla storia; centrano però il bersaglio i vari richiami al destino, i presagi di sventura e le apparizioni inquietanti che si riassumono con l'arrivo degli invasori con il crocefisso, chiudendo il cerchio aperto dalla citazione iniziale sul declino delle civiltà. Il buon vecchio Mel, dopo averci inorridito e divertito per due ore, ci lancia finalmente il suo tema di riflessione...di quale società starà parlando? Della nostra? Voto 7 e mezzo!
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