Mr. & Mrs. Smith

Lorenzo Soria

Doveva andare ad aggiungersi alla lunga lista dei flop di questo Annus Horribilis di Hollywood. Mr and Mrs Smith, diretto da Doug Liman, è infatti un film passato attraverso cento riscritture della sceneggiatura. E come se non bastasse, alla storia della pellicola va pure aggiunta la saga delle due superstar proragoniste, Brad Pitt e Angelina Jolie, che tra vacanze in Kenya, figli adottati e mesi di “forse stanno assieme o forse no” avevano già fatto e detto tutto. Insomma, una pellicola che mentre veniva prodotta assomigliava a un reality show, non di primissima qualità.
E invece, sorpresa: Mr and Mrs Smirh è diventato un film di grande successo. Ha guadagnato ben 400 milioni di dollari e si sta avviando al traguardo del mezzo miliardo (in Italia uscirà ai primi di dicembre). Eppure, dice la critica, è un film con episodi che sanno tanto di forzatura, con una premessa poco plausibile. Ma la trama alla fine regge e fa ridere.
La narrazione parte da due problemi di fondo che separano i coniugi Smith. Il primo è alquanto diffuso in America (e non solo) oggi. Gli Smith sono una coppia che vive in un sobborgo bene, a cui non manca niente. Ma che ha perso la gioia di vivere di un tempo e che, per civiltà e buona educazione, ha finito per nascondere tante piccole frustrazioni reciproche. Così nella loro vita restano solo la rabbia e il risentimento. «Sembra che ci sia un grande spazio pieno zeppo delle cose che non ci diciamo», ammette Pitt in visita dal terapista. Come si chiama quella situazione?». «Matrimonio », si sente rispondere.
Il secondo e più insolito problema è che, all’insaputa l’uno dall’altro, tra i segreti di John (Pitt) e di Jane (Jolie), ce n’è uno enorme: sono entrambi due assassini professionisti al soldo di agenzie rivali, e che un giorno scoprono la loro reale identità.
A quel punto hanno davanti 48 ore per eliminarsi, pena la morte. Succede di tutto: esplosioni, pallottole, inseguimenti, ma nessuno dei due riesce ad ammazzare l’altro. Poi passano alle mani, ma presto pugni e colpi di karate acquistano un effetto afrodisiaco e poco dopo eccoli che si tolgono i vestiti di dosso. Non c’è molto tempo, però: adesso che invece di tentare di assassinarsi si avvinghiano l’uno all’altro, devono salvare oltre che il matrimonio le loro vite.
Forse tra le ragioni del successo che il film ha avuto in sala c’è il fatto che la violenza viene trattata come un gioco. Altri, invece, nella pellicola vogliono vederci una metafora satirica del matrimonio contemporaneo. Ovvero, è sempre divertente osservare le peripezie di due professionisti di successo che poi hanno una vita infarcita di menzogne. E fa ridere un Brad Pitt che, con aria un po’ stonata, spiega a una vicina la quale osserva la casa finita a pezzi che «la signora e io abbiamo avuto una piccola disputa domestica». Come fa tenerezza una Angelina Jolie “dominatrix” in pelle nera, che alla fine rivela un cuore d’oro. Eppoi, il timore che il gioco delle due superstar dello «stanno assieme oppure no», avrebbe allontanato gli spettatori, si è rivelato infondato. È avvenuto il contrario.
Forse perché sono molto sexy, Brad e Angelina, quando si sparano, quando ballano il tango e quando si spogliano. E a vederli assieme sullo schermo viene un quasi perverso desiderio di sapere che quelle scintille non sono finite con l’ultimo giorno di riprese, che “Brangelina” non è un’invenzione dei tabloid. Così, sull’onda del successo di “Mr & Mrs Smith”, a Hollywood è il momento della commedia romantica, a scapito di altri generi, specie l’action movies che, secondo Rob Cohen, « non vanno più, perché attrae poco un eroe maschio». A meno che gli eroi siano dei pinguini, come nel documentario del francese Lucques Jacquet. Guardando La Marcia dei Pinguini è difficile non commuoversi e non sentire una comunanza quasi antropomorfica con questi uccelli che non volano, che passano metà della loro esistenza avvolti dal buio dell’inverno polare e che sanno trattarsi con enorme amore per preservare la continuazione della loro specie.
Acquistato per un milione di dollari, il film ne ha già ricavati oltre 40. E adesso, dopo avere già dato il via a quattro “penguin projects”, Hollywood vuole altri film sui pinguini. Sino al prossimo eroe umano, e sino alla prossima commedia..
Da L’Espresso del 26 agosto 2005


di Lorenzo Soria,