La passione di Giosuč l'ebreo |
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Un film di Pasquale Scimeca.
Con Anna Bonaiuto, Toni Bertorelli, Marcello Mazzarella, Leonardo Cesare Abude, Paride Benassai
Drammatico,
durata 110 min.
- Italia, Spagna 2005.
uscita venerdė 9 settembre 2005.
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La Passione di Giosuč l'Ebreodi Paolo MassaFeedback: 0 |
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domenica 20 novembre 2005 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un buon film dovrebbe sempre far parlare di sé, soprattutto quando la tematica che affronta č delle pių spinose. Mi sembra proprio il caso dellultima opera di Pasquale Scimeca, presentata alle Giornate degli Autori della 62 Mostra Internazionale del Cinema di Venezia: stiamo parlando dellintenso La passione di Giosuč lebreo. Ispirato alla storia millenaria di Gesų Cristo, fattosi uomo per dare anche a noi, dopo il sacrificio della crocifissione, la possibilitā di redimerci, la pellicola di Scimeca ricalca in parte la parabola umana del Figlio di Dio. La vicenda ha inizio nella Spagna del 1492, anno della cacciata di ebrei e musulmani per editto della cattolica regina Isabella. Ed č cosė che lo sguardo del regista/spettatore ricade sulla storia personale del giovane ebreo Giosuč, costretto a scappare con la madre e la sorella in quel di Napoli, pur di evitare unumiliante conversione al cattolicesimo. Ma dopo alterne vicende Giosuč e la famiglia giungono in Sicilia, riuscendo a trovare rifugio in un villaggio di carbonari fondato da ebrei ormai convertitisi. Cč da dire, tuttavia, che Giosuč non č un ragazzo qualunque: appassionato studioso delle Sacre Scritture, da subito č affascinato dalla misteriosa figura di Gesų, considerato dagli ebrei soltanto un profeta. Ripercorrendo le sue gesta in terra, Giosuč inizia ad assimilare i tanti insegnamenti, volti allamore e alla misericordia, che Cristo ha saputo trasmettere, nel corso dei secoli, ai suoi fedeli. E cosė che Giosuč sembra essere pervaso da unaurea messianica, in particolar modo dopo aver vinto, nella vicina cittā di Hassin, una gara di erudizione: come premio viene scelto per interpretare la figura di Cristo nella sacra rappresentazione della passione. Ed č qui che ha inizio la profonda riflessione di Scimeca sul diffuso antigiudaismo latente nella societā del XV secolo, come in quella del pių recente passato; č qui che il regista conduce, provocatoriamente, il giovane Giosuč ad immedesimarsi cosė tanto nella figura di Cristo, da causare il fastidio dei cattolici/farisei che, accortisi dellorigine ebraica del ragazzo, decidono di crocifiggerlo per davvero; č qui che si entra nel sottile gioco tra realtā e finzione, dove la linea di confine tra veritā e menzogna č sin troppo labile; č qui che Pasquale Scimeca porta a compimento il processo di redenzione del popolo ebraico, da sempre considerato luccisore del proprio Dio. Ma questa volta no: questa volta un povero ebreo, portatore di un sano messaggio di pace, č condannato a morte non pių da arroganti farisei, bensė da cinici cattolici colpevoli di crimini che la storia farebbe bene a non dimenticare. Come sembra ricordarci Pasquale Scimeca!
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