Cuore sacro |
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Un film di Ferzan Ozpetek.
Con Barbora Bobulova, Andrea Di Stefano, Lisa Gastoni, Caterina Vertova.
continua»
Drammatico,
- Italia 2005.
uscita venerdì 25 febbraio 2005.
MYMONETRO
Cuore sacro
valutazione media:
2,38
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Fallisce solo contro il cinismo.di Marco RomanoFeedback: 0 |
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domenica 1 ottobre 2006 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"Cuore sacro" per sua sfortuna è un film fuori dal tempo. Niente effeti visivi particolari, niente eroi armati fino ai denti, niente politica, niente sesso a buon mercato, nessuna facile risata ne lacrime altrettanto facili. Non è nemmeno un film per chi crede, perchè non indugia in modo "canonico" sul tema della religione. Ozpetek comunica con mezzi in disuso, con parole che nessuno più pronuncia. Il suo linguaggio è quasi un sussurro in mezzo all'assordante calca del cinema odierno. Il suo modo di trasferire al pubblico il contenuto passa prima per la parte inconscia del livello generale d'attenzione e solo dopo riaffiora in quella conscia. Il senso non può essere afferrato se non si è abituati a reggere il peso delle proprie emozioni ed è attraverso di esse che Ozpetek racconta le sue storie. Chi non coglie il senso "sottile" di questo film, non può fare altro che ridurne, o peggio, ignorarne il contenuto schiacciandolo sotto il peso del proprio cinismo. In fondo a chi fa piacere che gli si ricordi la propria indifferenza verso chi soffre, verso chi vive di niente. Una riflessione di questo tipo rende inquieti. Ma questa è solo la prima di molte altre possibili riflessioni, di volta in volta sempre più difficili da accogliere. Se ci si arrende davanti al messaggio più evidente e scomodo del film, come si può poi trovare la forza di indagare, di ricercare nella pellicola ulteriori chiavi di accesso alla propria condizione interiore? Ozpetek ne dissemina parecchie lungo il film e il livello è sempre crescente e ogni volta richiede un'interiorizzazione delle immagini sempre più violenta fino a raggiungere una condizione praticamente insotenibile nella scena in cui la Bobulova si "spoglia" dei vestiti, allegoria del guscio pesante che ricopre l'anima di ognuno e che ci impedisce di contattarla. Ecco cosa propone Ozpetek... un viaggio violento in cui la "carne", la fisicità dell'indifferenza, dell'odio, del male, viene fatta a brandelli per essere scrostata dall'essenza, dal cuore sacro di ognuno di noi che è semplice e proprio per questo impenetrabile al cinismo, proprio per questo reincarnato, ancora una volta, nel volto di una bambina, semplice, inafferrabile,...innocente.
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