Cuore sacro |
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Un film di Ferzan Ozpetek.
Con Barbora Bobulova, Andrea Di Stefano, Lisa Gastoni, Caterina Vertova.
continua»
Drammatico,
- Italia 2005.
uscita venerdì 25 febbraio 2005.
MYMONETRO
Cuore sacro
valutazione media:
2,38
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Lacerante, straziante: una ferita interioredi MaxFeedback: 0 |
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martedì 27 febbraio 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Bello, emozionante, straziante, lancinante, terribile, salvifico, altamente allegorico. Non l'avevo visto all'uscita nelle sale ma la visione di ieri sera in tv (nonostante la pubblicità), ha provocato in me un vero e proprio terremoto interiore. Tutto, anche l'ambientazione barocca della camera della madre assente (o forse no...) è funzionale al clima che il regista vuol creare. O ricreare. Visto che il film parte da una rimozione. Violenta. La cancellazione, quasi la negazione, del passato della protagonista Irene Ravelli (una intensa, dolente, Barbora Bobulova). Di sua madre. E ora del vecchio palazzo di famiglia. Ridotto a semplice involucro per nuovi affari. Irene infatti, è l'erede di una dinastia di costruttori che non hanno avuto ritegno alcuno a calpestare chiunque si opponesse alla loro ascesa. Anche in famiglia (vedi anche il destino riservato all'altra zia, quella complice ma non corrotta, interpretata da Erica Blanc). Sopratutto in famiglia, verrebbe da dire. Regista dell'ultima operazione, insieme alla nipote ancora ignara, la zia - manager (un impeccabile Lisa Gastoni), cinica, dritta sulle sue fortune costruite "senza fare prigionieri". Ma arrivano la Vita e la Memoria, a scompaginare i piani e gli affari. Arriva la Coscienza. Arriva come un tumulto, un uragano. Nessuno sarà più quello di prima. Arriva, per Ozpetek, la Fede. Quella vera. Senza sovrastrutture. nè alibi. Uno sguardo, quello del regista, che si sposta dall'intimo della protagonista, scossa, ferita, sbattuta all'Italia più sporca, quella degli ultimi. Che in molti rifiutano di vedere. Raccontava il regista turco, sull'ultimo numero del "Venerdì" che questo film non è piaciuto ad un negoziante di sua fiducia "perchè racconta un'Italia che non c'è". Invece quell'Italia c'è. Esiste. Drammaticamente. E in questo film invade la scena.
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