Alberto Crespi
L'Unità
Dopo la lobby dei fabbricanti d’armi, dopo la Fox di Murdoch che fa il bello e il cattivo tempo nell’informazione, dopo la Ibm che fornì tutto il know how logistico alla macchina dell’Olocausto, dopo i petrolieri texani (capeggiati dai Bush) amici e soci in affari della famiglia Bin Laden, ora tocca a McDonald’s: beccatevi ‘sti documentari, multinazionali, e tremate!
Se il cinema di Hollywood, salvo sporadiche eccezioni, è tutto appiattito sulla logica del «politicamente corretto», il documentarismo americano è in questo momento una formidabile macchina di controinformazione e di propaganda politica. [...]
di Alberto Crespi, articolo completo (7182 caratteri spazi inclusi) su L'Unità 9 aprile 2005