La passione di Cristo |
||||||||||||||
Un film di Mel Gibson.
Con Jim Caviezel, Maia Morgenstern, Monica Bellucci, Rosalinda Celentano.
continua»
Titolo originale The Passion of the Christ.
Religioso,
durata 126 min.
- USA, Italia 2004.
MYMONETRO
La passione di Cristo ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
||||||||||||||
|
||||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Povero Cristo
di Tiziana StanzaniFeedback: |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
martedì 18 dicembre 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ecco un buon esempio di cinema licenzioso ed eccessivo, troppo passionale e poco compassionevole. L’unico elemento interessante suppongo sia la scelta della lingua originale (tra l’altro rovinata malamente da una pessima sottotitolazione in italiano) e a guardar bene non sono male neppure i caravaggeschi chiaroscuri degli ambienti; trovo invece inquietante questo buttare in faccia un insospettato integralismo cattolico, che fa supporre che non c’è davvero più scampo per nessuno, che sarà un bagno di sangue senza salvezza: Gibson ce lo conferma in continuazione mostrandoci null’altro che un film horror applicato a un catechismo da terza elementare, con una tecnica narrativa a dir poco ampollosa, quando non è grottesca. Caviezel offre una prova di recitazione talmente ridotta ai minimi termini (cadute, rantolii, occhi pesti) che non si può neppure riconoscere una qualunque statura artistica, tanto i grumi di sangue coprono ogni espressione. Più che portare la croce, il suo unico scopo sembra quello di portare un corpo allo smantellamento. Mi domando se questo film possa esser compreso da un non cristiano, che si vede sciorinare quasi novanta minuti di dettagliate sevizie e solo un paio di resurrezione (curioso che i cattolici più infervorati non l’abbiano ancora sottolineato: il messaggio di Gesù non era fondato sulla Resurrezione e non sulla morte, che è accidentale?). Il dolore esiste, la speranza soffoca e il sangue scorre. Qual è la novità? Perché rimarcarlo? Perché fomentare imbarazzo nel popolo ebraico, confusione e paura in quello cristiano, sfregamenti di mani compiaciute in quello islamico? Il macellaio (di vitellini) Gibson non riesce proprio a uscire dal ruolo narcisistico che si impose in “Arma letale”, ma ancor meno da quello del martire in “Braveheart”; lui, agnello sacrificale ucciso dai suoi simili, angelo ribelle fatto a pezzi e poi santificato per aver salvato il popolo dall’oppressore, esterna la propria passione morbosa, di quasi femminea emotività, e trascina i diaframmi più sensibili dentro a un nuovo medioevo colloso e inquisitorio, e aggiungo – senza ombra di ironia – che se Cristo non fosse risorto, si rivolterebbe nel sepolcro. “Ecce ergo” un buon esempio di compiacente esaltazione per la Chiesa Cattolica, la quale ne ha tratto, come di consueto, il proprio degradato merchandising, alla faccia di ogni tentativo poetico, e a edificazione della repulsione per il fragore delle ossa spezzate che chiude il cuore al sentimento spirituale. Per quanto riguarda “i puntini sulle i”… Monica Bellucci non interpreta Maria Maddalena, come è scritto ovunque. I più attenti avranno notato che interpreta l’adultera salvata dalla lapidazione.
[+] lascia un commento a tiziana stanzani »
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||