arual66
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venerdì 3 luglio 2015
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alta qualità
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Un film che, come il libro da cui è tratto è un piccolo, prezioso saggio sulla musica e sui rapporti tra i due sessi. Non serve ricordare quanto sia difficile l'adattamento cinematografico di un'opera letteraria, specie se quella in questione è un lungo flusso di coscienza durante il quale i veri e propri "avvenimenti" sono incredibilmente divertenti, ma si contano sulle dita di una mano. Frears ha colto la sfida al balzo e, pur abbandonando l'ambientazione londinese tipica del romanzo, realizza una grande opera di trasposizione: i monologhi e la mania per gli elenchi di Rob sciorinati dall'abile penna di Hornby vengono resi perfettamente dallo sguardo in macchina di Cusack, per non parlare della sceneggiatura (curata, fra gli altri, dallo stesso Cusack)che sa rimanere coerente anche nelle piccole libertà che si prende rispetto alla trama originale.
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Un film che, come il libro da cui è tratto è un piccolo, prezioso saggio sulla musica e sui rapporti tra i due sessi. Non serve ricordare quanto sia difficile l'adattamento cinematografico di un'opera letteraria, specie se quella in questione è un lungo flusso di coscienza durante il quale i veri e propri "avvenimenti" sono incredibilmente divertenti, ma si contano sulle dita di una mano. Frears ha colto la sfida al balzo e, pur abbandonando l'ambientazione londinese tipica del romanzo, realizza una grande opera di trasposizione: i monologhi e la mania per gli elenchi di Rob sciorinati dall'abile penna di Hornby vengono resi perfettamente dallo sguardo in macchina di Cusack, per non parlare della sceneggiatura (curata, fra gli altri, dallo stesso Cusack)che sa rimanere coerente anche nelle piccole libertà che si prende rispetto alla trama originale. Oltre al già citato, azzeccatissimo protagonista, una menzione speciale va a Jack Black nel ruolo del folle Barry e a Todd Louiso nei panni di un imbranatissimo Dick. Un plauso alla regia che con questo gioiello riesce a scongiurare l'immancabile (e inutile) confronto con l'originale letterario, senza tuttavia mancare di personalità.
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rescart
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martedì 27 dicembre 2016
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triste ma vero
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È triste pensare che, a ritroso di un anno dagli attacchi alle twin towers del famigerato 9/11, vi sia stato anche a Chicago oltre che a Londra, dove originariamente il romanzo best-seller di Hornby è ambientato, chi si ritenesse superiore solo perché conosceva tutto della produzione musicale rock/pop degli ultimi vent'anni. Già perché sulle sponde del Tamigi è normale pensare di essere sulle vette del mondo della musica moderna, mentre gli States danno la birra agli inglesi per quanto riguarda la cinematografia. E forse per questo non poteva mancare una parola di apprezzamento al connubio fra queste due forme d’arte nella citazione del film horror “La casa 2”.
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È triste pensare che, a ritroso di un anno dagli attacchi alle twin towers del famigerato 9/11, vi sia stato anche a Chicago oltre che a Londra, dove originariamente il romanzo best-seller di Hornby è ambientato, chi si ritenesse superiore solo perché conosceva tutto della produzione musicale rock/pop degli ultimi vent'anni. Già perché sulle sponde del Tamigi è normale pensare di essere sulle vette del mondo della musica moderna, mentre gli States danno la birra agli inglesi per quanto riguarda la cinematografia. E forse per questo non poteva mancare una parola di apprezzamento al connubio fra queste due forme d’arte nella citazione del film horror “La casa 2”. Ma ovviamente la fondatezza di questa considerazione dipende da quanto il film si attenga o meno al romanzo anche nella scelta dei paradigmi. Resta il fatto che l'autore del romanzo aveva già scritto un best seller poi finito sul grande schermo (Febbre a 90*) e quindi stava già pensando a una seconda trasposizione cinematografica. Dico che è triste pensarlo non tanto per il bullismo che l'impiegato rocchettaro mostra verso un cliente, con il beneplacito del titolare, quanto perché è proprio da questo complesso di superiorità che derivano, a ben vedere, tutti gli errori che il protagonista commette, e rischia di ripetere, nel suo rapporto sentimentale con la compagna dal nome petrarchesco.
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jonnylogan
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sabato 16 marzo 2024
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cusack iconico
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Nick Hornby ritorna al cinema, oggi in formato Blu-Ray e DVD, fra riff di chitarra e conoscenza tassonomica di tutto quel che ruota attorno al mondo del vinile. È questa la sfida alla quale si sottopone John Cusack, qui in splendida forma e forse protagonista della sua migliore performance di sempre, nel ruolo di Rob Gordon, spiantato proprietario del Championship Vinyl, negozio di dischi della periferia di Chicago popolato da un paio di commessi che stabilmente bivaccano al suo interno parlando di musica rock e di ‘top five’, ovviamente musicali.
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Nick Hornby ritorna al cinema, oggi in formato Blu-Ray e DVD, fra riff di chitarra e conoscenza tassonomica di tutto quel che ruota attorno al mondo del vinile. È questa la sfida alla quale si sottopone John Cusack, qui in splendida forma e forse protagonista della sua migliore performance di sempre, nel ruolo di Rob Gordon, spiantato proprietario del Championship Vinyl, negozio di dischi della periferia di Chicago popolato da un paio di commessi che stabilmente bivaccano al suo interno parlando di musica rock e di ‘top five’, ovviamente musicali.
Questo l'incipit della pellicola diretta dall'inglese Stephen Frears, in bilico fra la commedia brillante che richiama Clerks – Commessi (Clerks; 1994) e quella più spiccatamente sentimentale di matrice britannica. Perché - ed è qui che la pellicola s'intreccia con la parte maggiormente sentimentale del protagonista - Rob ama ancora la sua fidanzata Laura, interpretata dall’attrice danese Iben Hjele, alla sua prima performance distante dalla madre patria, ma non riuscendo a capacitarsi del suo abbandono decide imprudentemente d'incontrare i suoi fallimenti sentimentali precedenti per capire cosa l'abbia sempre portato a sbagliare in amore.
Frears decise di spostare la location del romanzo di Hornby dall'originaria Londra alla patria del Blues (Chicago) per ragioni di appeal nei confronti del mondo a stelle e strisce, riuscendo a non snaturare una trama solida e profonda, fatta di momenti di musica soft e battute al vetriolo del super appassionato di musica Jack Black, presente nel suo primo ruolo di spalla brillante di ‘grande peso’.
Fra le attrici che appaiono come vecchie fiamme di Rob s'intravedono future star: Catherine Zeta Jones in seguito divenuta la consorte di Michael Douglas, e Lisa Bonet, nota al pubblico per essere stata tra le protagoniste de I Robinson (The Cosby Show; 1984-1992) alle due s'aggiungono anche le incursioni di Tim Robbins e Bruce springsteen in due veloci cameo.
Pellicola alla quale venne aggiunto il tocco, inizialmente mal digerito da Cusack, di far sfondare al protagonista la quarta parete, obbligandolo a parlare in camera ma riuscendo così ad aggiungere un piacevole tocco di surrealismo a un film già così molto godibile.
Pellicola da recuperare se siete amanti della musica made in UK e USA. Se amate classificare attraverso top five ogni aspetto della vostra vita. Se desiderate parlare di musica e vita, affettiva e non, nella stessa misura. In tutti questi casi il film prodotto dallo stesso Cusack non vi deluderà nemmeno a distanza di più di venti anni.
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martedì 27 dicembre 2016
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triste ma vero
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È triste pensare che, a ritroso di un anno dagli attacchi alle twin towers del famigerato 9/11, vi sia stato anche a Chicago oltre che a Londra, dove originariamente il romanzo best-seller di Hornby è ambientato, chi si ritenesse superiore solo perché conosceva tutto della produzione musicale rock/pop degli ultimi vent'anni. Già perché sulle sponde del Tamigi è normale pensare di essere sulle vette del mondo della musica moderna, mentre gli States danno la birra agli inglesi per quanto riguarda la cinematografia. E forse per questo non poteva mancare una parola di apprezzamento al connubio fra queste due forme d’arte nella citazione del film horror “La casa 2”.
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È triste pensare che, a ritroso di un anno dagli attacchi alle twin towers del famigerato 9/11, vi sia stato anche a Chicago oltre che a Londra, dove originariamente il romanzo best-seller di Hornby è ambientato, chi si ritenesse superiore solo perché conosceva tutto della produzione musicale rock/pop degli ultimi vent'anni. Già perché sulle sponde del Tamigi è normale pensare di essere sulle vette del mondo della musica moderna, mentre gli States danno la birra agli inglesi per quanto riguarda la cinematografia. E forse per questo non poteva mancare una parola di apprezzamento al connubio fra queste due forme d’arte nella citazione del film horror “La casa 2”. Ma ovviamente la fondatezza di questa considerazione dipende da quanto il film si attenga o meno al romanzo anche nella scelta dei paradigmi. Resta il fatto che l'autore del romanzo aveva già scritto un best seller poi finito sul grande schermo (Febbre a 90*) e quindi stava già pensando a una seconda trasposizione cinematografica. Dico che è triste pensarlo non tanto per il bullismo che l'impiegato rocchettaro mostra verso un cliente, con il beneplacito del titolare, quanto perché è proprio da questo complesso di superiorità che derivano, a ben vedere, tutti gli errori che il protagonista commette, e rischia di ripetere, nel suo rapporto sentimentale con la compagna dal nome petrarchesco.
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