Airheads - Una band da lanciare |
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Un film di Michael Lehmann.
Con Joe Mantegna, Brendan Fraser, Steve Buscemi, Harold Ramis, Adam Sandler.
continua»
Titolo originale Airheads.
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 91 min.
- USA 1994.
- 20th Century Fox Italia
uscita giovedì 20 luglio 1995.
MYMONETRO
Airheads - Una band da lanciare
valutazione media:
2,88
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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The true School of Rockdi molinari marcoFeedback: 2225 | altri commenti e recensioni di molinari marco |
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venerdì 22 luglio 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Con questa pellicola siamo in presenza, a mio parere, dell’esemplare migliore di quel filone di commedie che sfrutta gli outsider che hanno fatto del rock la loro filosofia di vita. E sicuramente, il miglior film di Michael Lehmann. L’obiettivo che muove i protagonisti, una band composta da tre elementi accomunati solo dalla passione per il rock n’ roll, è molto semplice: entrare nella storia della musica, sia pure con un solo brano. Semplice a dirsi, molto complicato a farsi. Soprattutto se bisogna vedersela(oltre che con case discografiche fortemente intenzionate a non concedere spazio al talento, fan che esigono sensazioni forti, radio che trasmettono solo le trovate commerciali del momento, ragazze che più che essere fonte di ispirazione sono fonte di guai)anche con dei principi morali che non accettano nessun tipo di compromesso. E pensandoci bene, in fondo, questo può essere considerato il motto che ha dato un’anima al rock: avere tutto, ma non secondo le regole. Ed ecco allora che il leader della band si ritrova a grattarsi il fondoschiena con il suo primo contratto musicale, solo perché nessuno si è degnato di ascoltare il suo pezzo. Il meccanismo narrativo è lo stesso utilizzato da Lumet in Un pomeriggio di un giorno da cani: degli sprovveduti armati di pistola che occupano il luogo dove risiedono le loro ultime speranze. Il luogo in questo caso è una stazione radio, ma le pistole (colpo di scena) sono ad acqua. Quello che ne consegue è un film che non concede un solo istante alla noia, grazie ad un cast strepitoso (Brandan Fraser chitarra e voce, Steve Buscemi al basso, Adam Sandler alla batteria e a Joe Montegna il compito di tenerli a bada). Gag esilaranti, battute svitate ed eccellenti (alcune delle quali abilmente adattate nella versione italiana, come quella sul disegno di Nonna Papera nuda, che va sostituire le foto di Bea Arthur della versione originale), sceneggiatura perfetta, colonna sonora portentosa e caratteristi a dir poco eccezionali. Risultato finale: un film da vedere per comprendere la vera essenza di una musica che è talmente dura da non morire mai. E che resiste alla prova del tempo senza uscire mai di moda da più di mezzo secolo. Perché, come ha giustamente sostenuto lo stesso Ian “Lemmy” Kilmister von Motorhead -che in questo film, quando è giunta l’ora di confessare i propri crimini, è lì sulla scena, ammettendo come anche lui da adolescente abbia scritto per il giornalino della scuola- fino a quando al mondo vi sarà un adolescente incazzato, il rock continuerà ad esistere. E di buone motivazioni per essere arrabbiati in questo pianeta ve ne sono una miriade. Come quella che viene menzionata all’interno di questo film, quando l’intera comunità rock si ritrova riunita per dire no all’ennesimo tentativo di depistaggio attuato dai media ai danni della loro musica. Vale a dire quando tutti si ritrovano a gridare a squarciagola il nome di Rodney King, metonimia che sta ad indicare il brutale pestaggio attuato da due agenti della polizia di Los Angeles ai danni di un povero disgraziato, reo solamente di aver superato i limiti di velocità. Ma, presumibilmente, più colpevole di non aver avuto lo stesso colore di pelle dei due poliziotti che l’hanno lasciato a terra in un lago di sangue. Il tutto sotto lo sguardo furtivo di una telecamera amatoriale. Un evento che ci si augura, grazie a questo film, per lo meno tarderà ad entrare nel dimenticatoio. Lunga vita al rock e al cinema ben fatto.
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