I misteri di Roma

Avevo spesso sentito parlare di questo film negli anni e quando si è presentata l'occasione di vederlo nella rassegna "questi Fantasmi" della Biennale Cinema non ho perso tempo e, sebbene viva a Roma, mi sono fiondata a Venezia per assistere alla proiezione. L'attesa non è stata delusa. Solo chi vive a Roma da tanti anni come me può apprezzare la sottile atmosfera decadente e disperata che pervade il film fin dalle prime sequenze. Il proliferare senza limiti della squallida perifera vista dall'elicottero è lo stesso che stiamo vivendo in questi giorni, i gruppi di disperati all'angolo delle strade che aspettano un ingaggio come asfaltatori e i loro incidenti sul lavoro sono gli stessi che vediamo oggi girando distrattamente in macchina per le vie di Roma o dando uno sguardo ai telegiornali, l'unica differenza è che i disperati di oggi sono stranieri, quelli di ieri erano italiani. Il film ci dimostra che in questa città, dopo più di quarant'anni, non è cambiato niente, gli sguardi delle prostitute sulle vie periferiche di notte sono gli stessi, solo che allora erano italiane e oggi sono romene. Anche la disperata ricerca di realtà alternative, dal culto dei Giurisdavidici alle cellule neonaziste alla ricerca sugli UFO, è rimasta uguale come ben sa chi si è anche di poco addentrato nella cosiddetta "Roma esoterica". Bellissimo anche il viaggio notturno fatto illuminando i monumenti della città con un faro, sono sicura che ha ispirato Fellini per le sequenze finali di "Roma". Insomma, un film che oggi tutti dovrebbero rivedere per capire quanto, in definitiva, nulla sia cambiato in questa scomoda città dal 1963 a oggi e riflettere sui perchè di questa situazione. Certo, probabilmente si giungerebbe a conclusioni tristi, e forse è per questo che il film, dopo tanti anni di oblio, è ancora oggi così introvabile.