I vitelloni

Nonostante certi tratti ancora legati sia alla passione per il varietà, immortalato in"Luci del varietà", realizzato insieme a Alberto Lattuada, nonostante qualche omaggio, forse involontario, al neorealismo(la controversia con il datore di lavoro quando Fausto finge di lavorare, a causa di avances dello stesso Fausto alla moglie, la controversia con il suocero)l'atmosfera del film"I Vitelloni"(Fellini, 1953, sceneggiatura scritta con Ennio Flajano) è"magica", come si vede nella "terribile"festa di carnevale, ma anche nell'attendere il nulla andando al mare guardando , si può dire, nulla, quando non c'è nessuno, le corse alla ricerca di nessuno scopo preciso, il"faner"(passeggiare)bighellonando che non ha nessun valenza esistenzialistica o altra, ma guarda verso...nulla, appunto(non le Néant, il Nulla sartriano....),, il tema dell'angelo rubato a mo'di risarcimento(!?), la fuga di Sandra con la bambina, il ritorno, anzi, con il marito scapestrato, la quasi discesa in acqua dell'intellettuale Leopoldo quando il"commendatore"(anziano attore che vorrebbe concupire il giovane drammaturgo), il ruolo di Alberto Sordi, che con Fellini aveva lavorato anche ne"LO sceicco bianco", la presenza di Trieste, Leopoldo nella vita come nel film, come peraltro Alberto, il Moraldo disegnato da Interlenghi, gli altri, le altre, in questa fantasmagoria(non "surrealista"e neppure"surreale", Fellini, semmai magico, nella dimensione del perenne stupore). Da rivedere o vedere per cercare di avvicinarsi a questo artista, le cui immagini erano simboliche(con tutta la complessità del simbolo)ben più che"allegorie".   El  Gato