Undone

Un impressionante sforzo stilistico si accompagna a una sceneggiatura scritta per valorizzarne le potenzialità

Recensione di Andrea Fornasiero
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Alma è una giovane donna in una relazione apparentemente stabile con Sam, ma decisa a non trasformarla in un matrimonio. Quando sua sorella minore Becca invece le annuncia di volersi sposare, Alma inizia ad accusare crescente stress e finisce in un incidente automobilistico. Da quel momento la sua coscienza è come sconnessa dal presente e le appare come guida il padre morto anni prima, a sua volta in un incidente. Lui la porterà a scoprire sul loro passato e sul suo strano rapporto con il tempo. Scissa tra le relazioni con la sorella, la madre e con Sam nel presente e il mistero di quel che è successo a suo padre, la vita di Alma si fa sempre più caotica.

Da una coppia di autori di BoJack Horseman, una serie animata lontanissima dagli standard della Tv americana, che si ispira piuttosto ai film di Richard Linklater come Waking Life e A Scanner Darkly e porta sul piccolo schermo un'evoluzione del classico rotoscopio.

Non si era mai visto nulla del genere in Tv e il calore degli sfondi dipinti a mano fa in modo che gli attori "ridisegnati" siano immersi in un mondo davvero disegnato, oltretutto pronto a sfaldarsi e trasformarsi come solo in animazione è possibile. Questo impressionante sforzo stilistico si accompagna a una sceneggiatura scritta per valorizzarne le potenzialità: la storia di Alma infatti all'inizio è quasi banale, ma dopo l'incidente la sua vita ordinaria è squarciata da salti temporali e visioni fantastiche, apparizioni del padre e situazioni paradossali, che danno luogo a un grande sfoggio di invenzioni visive.

Tutt'altro che trascurabile è l'apporto del cast, le cui fattezze sono alla base del disegno e la cui interpretazione, proprio perché ritoccata in animazione, porta sulle spalle il peso di una forte aggancio emotivo. In altre parole: gli attori devono portare il pubblico a provare empatia, anche se le loro fattezze sono trasfigurate e le situazioni che si vengono a creare sono via via più irreali. Un ruolo chiave, come sempre in animazione, è quello della voce, ma a differenza di altri cartoon più o meno satirici qui il registro interpretativo vuole essere drammatico e il tono verosimile, con personaggi tridimensionali e non più o meno semplici caricature.

Rosa Salazar e Bob Odenkirk hanno i ruoli principali e centrano pienamente il bersaglio, ma non sono da meno Angelique Cabral nella parte di Becca, Constance Marie in quella della madre Camila e Siddarth Dhananjay nei panni di Sam, tutti profondamente umani per gestualità e vocalità, a tratti controllata altrove invece rotta o furibonda o appassionata. Ha una piccola parte anche Daveed Diggs, rapper e star del musical Hamilton che qui fa da superiore di Alma nel suo lavoro in una scuola materna.

Abbiamo recentemente già visto la storia di una giovane donna alle prese con una sorta di paradosso temporale in Russian Doll e anche la protagonista di Undone è incasinata come quella interpretata da Natasha Lyonne, ma lo è in modo molto meno glamour. Non è una programmatrice che fa la bella vita a New York, bensì vive in un sobborgo americano come tanti e ha intorno a sé una rete famigliare, anziché amici trendy e gender fluid. La accomuna però alla protagonista di Russian Doll il trauma passato legato a un genitore, che qui fornisce una possibile spiegazione alle bizzarrie che le accadono... sempre ammesso le accadano davvero e non siano invece frutto della sua mente!

Se infatti la base narrativa di Russian Doll è il film Ricomincio da capo, la sconnessione dal tessuto temporale di Undone arriva invece da Mattatoio n. 5 di Kurt Vonnegut, che raccontava una fantastica reazione all'incommensurabile trauma del bombardamento di Dresda. Alma non ha vissuto un dramma storico, ma la tragedia l'ha segnata in modo indelebile quando era ancora bambina e non l'ha più lasciata. È quindi un personaggio di donna emancipata, dalla battuta pronta, ma pure di grande fragilità. La serie la svela poco a poco in una stupefacente fantasmagoria, che interviene in modo spiazzante, ma pure con tempismo perfetto, a modulare il perpetuo oscillare della vita tra dramma e commedia.