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Ultimo aggiornamento mercoledì 27 aprile 2016
Con Foreign Body, il regista Krzysztof Zanussi mostra una visione disincantata della Polonia contemporanea. In Italia al Box Office Corpo Estraneo ha incassato 2,4 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Angelo è innamorato di una donna polacca, Kasia, che ha deciso di farsi suora. Da credente qual è, accetta la sua decisione, pur sperando che cambi di avviso prima di prendere i voti. Animato da quest'illusione, e pur di starle vicino, accetta di impiegarsi presso una multinazionale dell'elettricità con sede a Varsavia. Il suo capo, Kris Nilski, è una donna senza scrupoli, figlia adottiva di una criminale di guerra che non si è mai pentita. Con la complicità di una sua sottoposta, Kris fa di Angelo la sua vittima sacrificale, arrivando a farlo rinchiudere in un carcere terribile. Ma Angelo sembra resistere, oltre ogni aspettativa.
Zanussi posiziona il suo protagonista maschile tra due donne altrettanto belle ma opposte. Il suo Angelo è un moderno Cristo in croce tra i due ladroni e serve al regista polacco per mettere in discussione varie sfaccettature del concetto di libertà e porsi il problema di un paese, il suo, che gli appare evidentemente incapace di un rinnovamento che sia dello spirito e non solo dell' "edificio" esterno.
Se la macchina da presa si muove con maestria e la costruzione del tono è progressiva e convincente, lo stesso non si può dire della scrittura, punto dolente di molte opere di Zanussi, viziata dal demone dell'illustrazione, dall'ansia di far combaciare significante e significato, di scambiare la chiarezza con la visita guidata e l'imposizione del senso (e non ci si faccia ingannare, in questo frangente, da un finale solo apparentemente aperto). Angelo, infatti, è tale di nome e di fatto, e così è la "notte oscura" (dell'anima) dove, alla citazione del concetto mistico, fa seguito un immediato e letterale black-out. Ma si potrebbero citare anche la rassegna delle questioni controverse in materia di fede e libertà di scelta, percorsa come un elenco da spuntare, o la caratterizzazione della peccatrice di turno, una super cattiva da soap-opera, con tanto di frusta e risata diabolica.
Zanussi visita con questo film almeno tre mondi, quello dell'ordine religioso, della grande azienda e del carcere: tre universi nei quali la vita dell'essere umano è scandita da un sistema di regole, vincoli e gerarchie, che mettono in discussione la sua libertà, anche laddove è consenziente. Ma ci sono anche altre leggi, non dette, che possono imprigionare una persona nelle peggiori debolezze, ad esempio il rapporto di una figlia con la madre o con la sua assenza (è il caso di entrambe le donne). Il proposito d'indagine è vasto e affascinante, ma la riflessione è compromessa dalle esagerazioni fuori luogo, dalle tautologie, dai moralismi e dai miracoli dell'ultima ora.
Il mistero è, per natura, una nota in levare, ma questo, Zanussi, non pare averlo considerato.