
Anno | 2008 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia |
Durata | 86 minuti |
Regia di | Enrico Pitzianti |
Attori | Antonio Careddu, Piero Marcialis, Yonaiki Broch Montano, Massimiliano Medda, Regina Porcu Pascal Zullino, Nino Nonnis, Lea Gramsdorff. |
Uscita | venerdì 13 giugno 2008 |
MYmonetro | 2,59 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Un ventenne aspirante scrittore va a vivere a Cagliari per andare incontro alla vita. Qui scoprirà l'amore per una giovane danzatrice cubana e inizierà a frequentare un cenacolo di artisti. In Italia al Box Office Tutto torna ha incassato 54,1 mila euro .
CONSIGLIATO NÌ
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Massimo ha vent'anni e deve scegliere cosa vuol fare della sua vita. Mentre aspetta di essere preso in considerazione come scrittore, si trasferisce dal nord della Sardegna a Cagliari, per lavorare nel locale di suo zio Giuseppe. Con lui, Massimo condivide anche l'appartamento alla Marina, il quartiere multietnico della città, dove fa la conoscenza di Lorena, un ballerina cubana, e dei suoi amici artisti, che creano le loro opere a partire dal materiale di riciclo. Tutto è nuovo e sembra foriero di promettenti incontri e grandi possibilità, ma poi ogni cosa torna violentemente indietro e ferisce Massimo come un boomerang: né l'amore, né la città, né le persone sono ciò che aveva creduto che fossero. Il sogno si sbriciola come un castello di sabbia.
Tutto torna, primo lungometraggio di fiction del documentarista Enrico Pitzianti, sceglie come protagonista un ragazzo, proprio come hanno fatto altri due film sardi della stagione, Sonetàula di Mereu e Jimmy della Collina di Enrico Pau. Non può essere una coincidenza, più probabilmente è la strada che gli autori hanno scelto per raccontare la Sardegna, il momento e il mondo senza lenti precostituite e già indossate, mantenendo anzi la miopia del giovane, che non necessariamente è sinonimo di ingenuità.
Massimo impara a vedere oltre l'apparenza ottimistica che lo contraddistingue; arriva a vedere ciò che è maligno (il complottare dei condomini contro una povera vecchia) e lo lascia; vede ciò che è comunque bene, nonostante tutto, e lo segue. Il cinema è il senso (la vista) e il mezzo che Pitzianti scopre ideale per narrare questo piccolo, esilissimo romanzo di formazione, che incatena una serie di delusioni, ma si chiude con un'apertura.
La sceneggiatura zoppica, inaugurando capitoli che non ha il coraggio di scrivere fino in fondo e poggiandosi su un'unica metafora, spesso troppo facile (il riciclaggio); la regia si cerca strada facendo; la musica di Gavino Murgia, talento del jazz internazionale, sovrasta il film come un'amante troppo esuberante. Ma alla fine "tutto torna", la storia serra le sue fila, il protagonista si stacca dal fondale, la pellicola comincia a respirare. Tardi, ma non invano.
Nelle file degli attori, oltre alla buona prova generale del ventunenne Antonio Careddu, si segnalano Piero Marcialis nei panni sbruffoni e disgraziati di zio Giuseppe e Nino Nonnis, lo scrittore, in quelli di se stesso, o quasi.