
Anno | 2007 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Australia |
Durata | 83 minuti |
Regia di | Rolf De Heer |
Attori | Nigel Lunghi, Paul Blackwell, Magda Szubanski . |
Uscita | venerdì 4 luglio 2008 |
Distribuzione | Fandango |
MYmonetro | 3,26 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 6 aprile 2011
È il grande anno 1907 ed il Dott. Plonk, famoso scienziato e inventore, calcola che il mondo finirà tra 101 anni a meno che non si agisca immediatamente. In Italia al Box Office Dr. Plonk ha incassato 6,1 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Preparatevi, la fine del mondo sta per arrivare. Anno Domini 1907, lo scienziato pazzo conosciuto col nome di Dr.Plonk è giunto, dopo doviziose ricerche, a una inappellabile sentenza: l'apocalisse è vicina, gli esseri umani svaniranno nel nulla cento anni dopo, più precisamente nel 2008. Dopo la reazione scomposta e divertita dei suoi "contemporanei", il dr. Plonk mette a punto una macchina che lo farà viaggiare nel tempo e nello spazio alla ricerca della prova che stupirà il mondo intero.
Rolf De Heer, regista australiano sperimentatore di generi, si diletta stavolta con una geniale perla che farà ridere a crepapelle la sua platea. Girata totalmente in bianco e nero, la pellicola è un omaggio al cinema primitivo, quello che negli anni successivi alla sua nascita si divertiva a stupire le folle di neospettatori alle prese con la nuova mirabilia.
Gusto per la gag e per la magia - di cui il cinema è il legittimo erede - De Heer crea un universo di personaggi unici e indimenticabili: il maldestro Plonk e il suo aiutante Paulus (sordomuto come il cinema che interpreta), richiamato all'ordine a suon di calcioni nel sedere, unico modo per renderlo presente a se stesso e agli altri; l'attraente Mrs. Plonk, donna d'altri tempi gelosa e piuttosto ingombrante; un cane tuttofare che, in ogni situazione, trova il suo diversivo in una minuscola pallina da tennis che segue dappertutto.
Un po' Lumiere e un po' Meliès, di cui De Heer ricorda le gesta (l'uscita dalla fabbrica, il passaggio del treno, i trucchi di magia), fino a trasformare il suo lungometraggio in qualcosa di assolutamente godibile e originale, tappa obbligata per tutti gli amanti del cinema vecchio e nuovo. E non è un caso, se il nuovo mondo - quello futuro - è del tutto simile al vecchio, salvo per un piccolo particolare: lo strano comportamento degli esseri umani di fronte a una scatola luminosa che intimorisce e conquista. La prova di una fine del mondo che solo il cinema può ancora testimoniare. Si salvi chi può.