Natale in affitto

Davanti alla prospettiva di passare un altro Natale da solo, Drew torna in pellegrinaggio nella sua casa d'infanzia e decide di "affittare" per le feste la famiglia di sconosciuti che nel frattempo vi si è insediata. Li pagherà 250 mila dollari, a patto che fingano di essere per lui una madre, un padre e un fratello minore. Il nonno viene invece assoldato da una compagnia di teatro amatoriale. Ma Drew non ha fatto i conti con la sua "sorellastra" Alicia, legittima figlia dei suoi non genitori, che, tornata a casa la vigilia di Natale, vorrebbe mettere fine alla farsa.
Natale in affitto, originalmente Surviving Christmas, s'inscrive nel novero dei film antifestivi, vera e propria crociata cinematografica con la missione di mostrare il lato b del giorno universalmente dedicato alla riunione di famiglia e alla riconciliazione.
Lungi dall'eguagliare il cinismo di Babbo Bastardo, il film di Mike Mitchell s'impegna comunque, nella prima sequenza, ad impostare un tono senza sconti, in materia di solitudine e stress da incarta e scarta, ma finisce piagnucolando, e cioè voltando le spalle all'intenzione polemica.
Nonostante la spolverata di zucchero a velo, però, questo cinepandoro americano ha in serbo qualche buon ingediente, come James Gandolfini nei panni del padre putativo e nolente di Drew e la visita a sorpresa della fidanzata, un classico ma, conservato sotto il giusto spirito, sempre infiammabile.
Ben Affleck, alias Drew, è talmente a suo agio nei panni dello stupidone che ci si chiede se ci è o ci fa. Diremo che è perfetto, senza l'assicurazione che sia un complimento.
In bilico anche la morale, per la quale, in fondo, i soldi danno la felicità. 