Anno | 1993 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia, Francia |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Roberto Faenza |
Attori | Juliet Aubrey, Jean-Hugues Anglade, Jenner Del Vecchio, Francesca De Sapio . |
Tag | Da vedere 1993 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,22 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Viene narrata una storia familiare sullo sfondo della seconda guerra mondiale. Uno scienziato ebreo ricorda la sua infanzia coi genitori in un campo di concentramento. Ha vinto 3 David di Donatello,
CONSIGLIATO SÌ
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Viene narrata una storia familiare sullo sfondo della seconda guerra mondiale. Uno scienziato ebreo ricorda la sua infanzia coi genitori in un campo di concentramento. La psicologia del bambino protagonista e degli altri personaggi emerge in maniera molto credibile dalla sceneggiatura e dalle interpretazioni. Molto bella la sequenza in cui il bambino vede morire il padre in infermeria. Corre a cercare la madre con le scarpe del genitore, ma sbaglia più volte la strada. Poi gioca con le scarpe e si dimentica di avvertirla. Il padre è interpretato da Jean-Hughes Anglade, già apprezzato in Betty Blue e Nikita.
JONA CHE VISSE NELLA BALENA disponibile in DVD o BluRay |
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Film autobiografico, tratto dal romanzo di Jona Oberrski, un bambino esportato da Amsterdam in campo di concentramento nel 1942. L’autore ricorda con lucidità le atrocità dell’olocausto, il dolore non solo per le condizioni di vita, ma per il distacco dal padre. Il dolore non si può raccontare, lo si può interiorizzare assistendo alle scene e alle malvagità a cui sono sottoposti uomini, donne e bambini [...] Vai alla recensione »
Guarda sempre in alto e non odiare mai nessuno: così dice a Jona la madre. Glielo dice una prima volta, ad Amsterdam, quando intorno a loro il cerchio dell’odio comincia a stringersi, e glielo ripete quando quel cerchio è stato spezzato dal crollo del nazismo. A questa esortazione si mantiene fedele il cinema di Roberto Faenza: il suo “sguardo” non si lascia vincere dalla tentazione dell’odio, ha il [...] Vai alla recensione »
Meditiamo che questo è Stato: Jona Otedeerski, bambino ebreo olandese, venne deportato con i genitori in un lager tedesco. Per sua “fortuna” non si trattava di un campo di sterminio, ma di un luogo in cui i carcerati erano trattati in modo meno bestiale, per poter essere eventualmente scambiati con prigionieri di guerra tedeschi. Meno bestiale non significa più umano: che cosa ci poteva essere infatti [...] Vai alla recensione »
I campi di concentramento visti da un bambino. Sulle orme di una storia vera, vissuta da un fisico nucleare olandese, Jona Oberski, che, deportato perché ebreo durante la guerra insieme con i genitori, ha raccontato poi quelle vicende in un libro autobiografico, Anni d’infanzia, pubblicato di recente anche in Italia. Nello sfondo non ci sono le camere a gas – nel campo sono rinchiusi solo quegli ebrei [...] Vai alla recensione »
"Ma il mio non è un film sull’Olocausto. Non lo è affatto", dice Roberto Faenza discutendo di Jona che visse nella balena, tratto dal bel libro autobiografico di Jona Obereski Anni d’infanzia (editore Giuntina) che racconta l’infanzia d’un bambino olandese ebreo nel Lager nazista che diventa per lui un ambiente quasi normale, il solo mondo che conosce e nel quale si compiono le sue prime esperienze [...] Vai alla recensione »