| Anno | 2025 |
| Genere | Documentario |
| Produzione | Polonia, USA |
| Durata | 92 minuti |
| Regia di | Matylda Kawka |
| Tag | Da vedere 2025 |
| MYmonetro | Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 1 ottobre 2025
Un racconto che celebra la costruzione di una famiglia e la ricerca di un luogo di appartenenza.
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ASSOLUTAMENTE SÌ
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A New York, Allie e Jo celebrano il loro matrimonio. Entrambi transgender, non avrebbero mai immaginato di incontrare l'anima gemella e invece, nel 2016, un'app di dating segna per loro l'inizio di un'affinità immediata e profonda. Il loro incontro rappresenta l'inizio di una seconda vita: un nuovo spazio in cui poter finalmente essere se stessi, dopo aver preso le distanze - anche fisicamente - dai contesti familiari e religiosi d'origine.
Jo è il CEO di una startup newyorkese, cresciuto in una famiglia di ebrei ortodossi, con alle spalle un matrimonio eterosessuale e due figli. Allie è una professoressa di biologia, carismatica e amata dai suoi studenti, trasferitasi nella Grande Mela per vivere con maggiore libertà. Insieme trovano una forza inaspettata per affrontare il percorso di transizione - non solo fisico, ma soprattutto emotivo e relazionale. Le loro vite si intrecciano in modo imprevedibile, dando vita a un legame profondo, fatto di riconoscimento, amore e desiderio di costruire una famiglia. Ma quali sfide li attendono ancora? E quale tipo di riconciliazione è possibile con il passato?
Il film di Matylda Kawka è un'opera delicata, attenta e profondamente sentita, in cui si percepisce una forte condivisione emotiva con i protagonisti, coinvolti attivamente anche nella scrittura.
Dopo il cortometraggio narrativo Forever Mine, presentato a Cannes nel 2013, la regista compie un convincente passaggio al lungometraggio con My Sunnyside, candidato al Thessaloniki Film Festival 2025 nella sezione documentari.
Il titolo My Sunnyside fa riferimento alla via del Queens, a New York, dove i due protagonisti si trasferiscono insieme: simbolo della loro "nuova casa" e della luce ritrovata dopo anni di oscurità interiore. Il film si apre con il loro matrimonio, momento cruciale di unione e di gioia, ma anche punto di arrivo provvisorio di due storie complesse, segnate da sofferenze, rifiuti e conquiste. Un cammino tortuoso verso un'identità finalmente riconciliata, a livello fisico, psichico e relazionale.
Matylda Kawka li segue con uno sguardo sensibile e mai invadente, restituendo la bellezza di una quotidianità condivisa, fatta di gesti piccoli ma coraggiosi. Allie e Jo si raccontano con grande generosità, senza mai enfatizzare né rimuovere il dolore che ha segnato il loro percorso. La loro storia, infatti, intensa e sofferta, rivela due persone che hanno affrontato il distacco e il rifiuto da parte delle famiglie d'origine e, sopratutto Jo, soprusi e violenze. Ma il film non si limita al racconto di coppia: dà spazio anche a dinamiche complesse e importanti, come il rapporto con le rispettive madri, le relazioni con gli ex partner, e il tenero legame di Allie con i figli di Jo. La scelta di utilizzare il linguaggio del documentario e non della finzione permette allo spettatore di restare aderente alla verità dei protagonisti, senza trasformarli in personaggi, per coglierne la forza autentica, le peculiarità, la resilienza.
Non vengono tralasciati gli aspetti medici e corporei della transizione: dagli esiti post-operatori alle cure ormonali, dall'esercizio fisico all'adeguamento della voce, fino al racconto della pubertà come epifania drammatica di un genere non sentito. Tuttavia, tutto è trattato con pudore e misura, mantenendo sempre il focus sull'esperienza umana, sulla dignità e sull'evoluzione individuale.
Il risultato è un'opera densa e luminosa (appunto, sunnyside), che - senza mai cadere nell'esibizione del dolore o nell'autocelebrazione - apre la mente rispetto a molti pregiudizi e solleva riflessioni profonde sulle percezioni sociali legate al passaggio da un genere all'altro. Lo esprime con lucidità e ironia Allie quando racconta: "Avevo un modo sarcastico di fare battute, ma funzionava perché all'epoca ero un uomo di 86 kg con la barba." Il film fa emergere con delicatezza la loro capacità di trasformare il dolore di non essere stati visti in un percorso verso un'esistenza piena, pur nel confronto con una quotidianità complessa e, talvolta, segnata dalla malattia.
Uno dei momenti più simbolici è quando Allie mostra al figlio minore di Jo una foglia al microscopio, invitandolo a osservarne le spore: un gesto che diventa metafora del saper andare oltre l'apparenza, del percepire ciò che esiste ma spesso resta invisibile, e del lasciarsi sorprendere dalla bellezza segreta delle cose. My Sunnyside è, in definitiva, un'ode alla possibilità di ricominciare, di scegliersi, e di costruire una vita insieme a partire da chi - e come - si desidera essere.