
Titolo originale | Caught By the Tides |
Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Cina |
Durata | 111 minuti |
Regia di | Jia Zhangke |
Attori | Zhao Tao, Zhubin Li, You Zhou, Xu Changchu, Maotao Hu . |
Uscita | giovedì 17 aprile 2025 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Tucker Film |
MYmonetro | 3,63 su 19 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 9 aprile 2025
Una donna cinese vive per sé in silenzio, celebrando la prospera Belle Epoque con canti e danze. In Italia al Box Office Generazione Romantica ha incassato nelle prime 6 settimane di programmazione 57,9 mila euro e 40,5 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Datong, Shanxi, 2001. Una comunità locale di lavoratori frequenta un locale per divertirsi, cantare e ballare techno. Intanto il progetto della diga delle Tre Gole incombe e Guo Bin, speculatore edile, vuole approfittarne per fare affari. Si separa quindi dalla sua ragazza, la modella Qiaoqiao, promettendole di fare ritorno presto. Ma non sarà così e Qiaoqiao riuscirà a incontrarlo solo dopo una lunga ricerca, per poi lasciarlo definitivamente. Venti anni dopo, nel 2022, la Cina vive ancora i postumi della pandemia da Covid-19: i due si incontrano nuovamente a Datong.
Autoreferenziale fino all'ermetismo, Caught by the Tides è un film per iniziati: senza conoscere la filmografia di Jia Zhang-ke, grande regista della sesta generazione cinese e vincitore di un Leone d'oro con Still Life, è difficile seguire i risvolti della trama di un film con pochissimi dialoghi.
È come se Jia rivisitasse in continuazione la propria filmografia e
la ripercorresse per estrarre nuovi significati e leggere in tralice la storia della Cina. Era
stato così per I figli del fiume giallo, in cui riannodava i fili lasciati in sospeso da Unknown
Pleasures e Still Life per raccontare una nuova storia d'amore tradito. Ma se allora il
regista si serviva del reenactement - rimettendo sostanzialmente in scena la stessa storia,
osservata da nuove angolazioni - in Caught by the Tides Jia eleva il dispositivo a sistema,
riutilizzando elementi dei suoi film precedenti come found footage per raccontare venti
anni di trasformazione della Cina.
L'occasione per guardare nuovamente indietro - e poi in
avanti - è offerta dalla pandemia. Jia ha ripreso così materiale girato nell'arco di venti
anni, e in particolare nel 2001 a Datong, e lo ha collocato come incipit di un nuovo film in
cui mescola vorticosamente stili e contenuti, documentario e finzione, 16mm e artificio
digitale con utilizzo di IA. Nell'intreccio di immagini alterate e rivisitate per l'occasione
rivivono così stralci di vita popolare e quotidiana, sullo sfondo di un mélo volutamente
stereotipato, quasi a ribadire come il focus del regista sia collocato altrove. Al centro di
questo nuovo racconto c'è ancora Zhao Tao, sua attrice e musa, in un ruolo che al
contempo è e non è quello interpretato in lavori precedenti di Jia: un'amante tradita e
abbandonata da un piccolo gangster che insegue sogni di ricchezza e specula sulla
trasformazione di un paese.
Ancora una volta si ripercorre la costruzione della diga delle Tre Gole e il suo impatto devastante sullo Shanxi cinese, ma a cambiare è la chiusura del cerchio, con la pandemia a resettare tutto e a mettere fine all'ellissi narrativa: gli amanti si incontrano di nuovo, invecchiati e coperti dalle mascherine, inizialmente non si riconoscono e poi timidamente si riavvicinano, per misurare la perdita di una vita non vissuta. Gli SMS di Qiaoqiao su un Nokia dell'epoca traslano nel dominio degli smartphone odierno e la sua laconica comunicazione verbale diviene quasi un prodromo di quel che sarà il futuro, ovvero il nostro presente, in cui parlare con il prossimo è l'ultima scelta rispetto alla comunicazione indiretta, mediata dalla tecnologia. Intanto la Cina avanza, incessante e incurante delle moltitudini che la popolano, come la massa di corridori della maratona conclusiva esemplifica visivamente. Cinema esoterico, ad uso e consumo di soli iniziati. Ma comunque grande cinema, che si flette e si adatta al cambiamento tecnologico rimettendosi instancabilmente in discussione.
Il film riprende la poetica portata avanti da Jia Zhangke durante tutta la sua filmografia: l'amore che fugge, la Cina che cambia, i rapporti umani che si logorano. Un capolavoro di cui consiglio a tutti la visione e che andrò a vedere nuovamente tra pochissimi giorni perché, come sempre succede con i film di Zhangke, mi ha lasciato quella grande voglia di tornare in sala!
Il film riprende la poetica portata avanti da Jia Zhangke durante tutta la sua filmografia: l'amore che fugge, la Cina che cambia, i rapporti umani che si logorano. Un capolavoro di cui consiglio a tutti la visione e che andrò a vedere nuovamente tra pochissimi giorni perché, come sempre succede con i film di Zhangke, mi ha lasciato quella grande voglia di tornare in sala! [...] Vai alla recensione »
Come ridare senso a una serie infinita di immagini girate nel corso di 20 anni? Signori e signore Jia Zhangke riesce nell'impresa titanica di costruire un film senza sceneggiatura montando immagini scartate da altri suoi film con il risultato migliore possibile. Un film che fa passare in secondo piano la "trama" per concentrarsi sui cambiamenti attraversati dalla Cina nell'ultimo [...] Vai alla recensione »
Libero da vincoli di sceneggiatura, incentrato su immagini girate in oltre vent'anni, «Generazione romantica» è l'ennesima sperimentazione di Jia Zhangke, regista cinese fortemente influenzato dalla Nouvelle Vague francese e dal Neorealismo italiano. Il pretesto narrativo è semplice: nel 2001, nella provincia di Datong (a nord-ovest di Pechino), la bella Qiao Qiao incassa l'addio di Bin, il quale intende [...] Vai alla recensione »
Film di finzione o d'immagini documentarie? Guardando il nuovo film di Jia Zhangke si rimane, per lo meno all'inizio, abbastanza spiazzati e ci si aspetta quasi con ansia di capire cosa, nelle quasi due ore di immagini, decida di fare il regista. Sì, perché, se la partenza del film è senza dubbio una messa in scena e troviamo il protagonista Guao Bin (Li Zhubin) con la sua motocicletta - un'autocitazione [...] Vai alla recensione »
Per apprezzare Generazione romantica, conoscere la vita e le opere di Jia Zhangke, il regista, non è indispensabile: però aiuta. Diciamo in estrema sintesi: Jia è il più grande cineasta cinese della generazione successiva ai già noti Zhang Yimou e Chen Kaige; con Still life ha vinto il Leone d'oro a Venezia nel 2006; con i suoi film ha raccontato, mescolando finzione e documentario, la zona della Cina [...] Vai alla recensione »
A Datong, in Cina, all'alba del nuovo millennio Bin e Qiaoqiao vivono una bella storia d'amore, ma lui decide improvvisamente di partire per una questione di affari. Lei si fida, lo aspetta, poi però il tempo passa e allora si mette in viaggio per cercarlo. Diretto da Jia Zhangke, uno dei più potenti narratori del cinema cinese, Generazione romantica, si misura ancora una volta con il linguaggio dei [...] Vai alla recensione »
Jia Zhangke, probabilmente il più grande cronista e poeta dei cambiamenti contemporanei in Cina, basa parte del suo nuovo film su vecchie immagini personali, punti di vista accumulati nel corso degli anni, oltre a inquadrature prese in prestito dai suoi film passati. Il tutto al servizio di una favola che ha al centro la precarietà del paesaggio e dei sentimenti, la labilità del capitalismo e del desiderio. [...] Vai alla recensione »
Cambiano città, mestieri, umori e rapporti di forza i due amanti struggenti Qiao Qiao (da modella a cassiera) e Bin (da imprenditore mezzo gangster a poveraccio) in una Cina anch'essa in transizione. Generazione romantica di Jia Zhang-ke racconta il loro travagliato rapporto dal 2001 al 2022. Ciò che è incredibile nelle mani di questo giovane maestro cinquantaquattrenne è l'inusuale metodologia registica. [...] Vai alla recensione »
2001, Datong, Cina settentrionale, lui e lei, una relazione turbolenta e spensierata. È la gioventù che si apre alla vita. Ma è anche la nuova gioventù di un paese che si apre al mondo: mentre gli altoparlanti annunciano l'entrata nella World Trade Organization, vecchie sale da ballo rinascono al ritmo di luci psichedeliche e danze forsennate. Poi lui parte per affari torbidi e non ritorna.
Lasciatevi suggerire un approccio alla visione: provate a concepire Generazione romantica più come un film da ascoltare che uno da guardare. Non fraintendiamoci, è chiaro che il film del regista cinese Jia Zhangke, al cinema dal 17 aprile con Tucker Film, mantenga nell'atto della visione un carattere fondamentale, e se ne dirà dopo. Ma la traccia guida è nella corrente musicale che lo percorre da cima [...] Vai alla recensione »
Se Coppola inserisce i dati del suo cinema elaborandoli come una AI fuori controllo e se Schrader separa la verità dell'artista dal senso autonomo dell'opera, Jia lavora sulla propria memoria in un found footage spettrale e sentimentale: riprende e rilavora scarti e scene (soprattutto di canto e ballo: un musical) dei suoi film con protagonista la moglie Zhao Tao, facendo di quel corpo che si muove [...] Vai alla recensione »
21 anni nel XXI secolo, in Cina: Jia Zhang-ke dilaga nel tempo, fluido come le maree che evoca nel titolo e come gli strumenti che utilizza. Minimale e trasparente come le storie che racconta, i personaggi che segue. In Concorso a Cannes77 c'è Caught by the Tides (Feng Liu Yi Dai), scansione di un ventennio che prometteva il futuro e, nella prospettiva cinese, ha riscritto destini e equilibri.
Film di finzione o d'immagini documentarie? Guardando il nuovo film di Jia Zhangke si rimane, per lo meno all'inizio, abbastanza spiazzati e ci si aspetta quasi con ansia di capire cosa, nelle quasi due ore di immagini, decida di fare il regista. Sì, perché, se la partenza del film è senza dubbio una messa in scena e troviamo il protagonista Guao Bin (Li Zhubin) con la sua motocicletta - un'autocitazione [...] Vai alla recensione »
Uno dei migliori registi cinesi in circolazione, un regista che ci racconta da sempre la trasformazione incontrollata della Cina, da arcaico paese rurale a nazione moderna dominata dal profitto e dall'edilizia selvaggia, che sacrifica territorio, natura e villaggi. Una trama stringata, ma una libertà di sguardo, una capacità di fondare l'immagine a seconda di canoni diversi a cavallo dei decenni, una [...] Vai alla recensione »
Fin dal 1998, quando Xiao Wu fece la sua apparizione sugli schermi di Forum alla Berlinale, apparve chiaro come l'allora esordiente Jia Zhangke fosse interessato a riprendere e raccontare la Cina in trasmutazione, quell'enorme corpo che da solo occupa una parte non indifferente del planisfero che era in sommovimento, spinto verso l'accettazione definitiva del capitalismo e delle sue regole pur piegate [...] Vai alla recensione »
Come si racconta il presente? E prima ancora: come lo si individua? Quali sono i suoi confini? Che forma ha? Quale immagine? Jia Zhang-ke sembra voler rispondere a quesiti come questi con Caught by the Tides. Un film che non somiglia a niente di quello che ha fatto finora, ma che allo stesso tempo è fatto di tutti i suoi film precedenti. Ciò che il regista mostra infatti, in una forma completamente [...] Vai alla recensione »
Una storia di amore (finita male) lungo vent'anni, dall'inizio di questo millenni di storia della Cina. E insieme un viaggio nel cinema di Jia Zhang-ke che a essa si intreccia sin dall'esordio, con Pickpocket (Xiao Wu,1997), documentando nei destini sentimentali e storici dei suoi personaggi un paesaggio collettivo che muta insieme a loro, che è distruzione e costruzione rapide, costanti, implacabili. C'è [...] Vai alla recensione »
Jia Zhangke rappresenta meglio di ogni altro il cinema cinese tornato da tempo a essere vessato dagli imperativi del regime. A distanza di sei anni dal trascurato La cenere è il bianco più puro torna a Cannes con Caught by the Tides, odissea di una giovane donna decisa a ritrovare le tracce dell'amante partito senza lasciare indirizzo. Dietro alla storia d'amore di personaggi che si cercano, si perdono [...] Vai alla recensione »
Forse un giorno lanceremo i film di Jia Zhangke nello spazio, a beneficio di quella razza aliena che volesse conoscere cos'era, una volta, la civiltà umana. Caught by the Tides - con cui torna in concorso a Cannes sei anni dopo I figli del fiume giallo - è il testamento nella capsula, una diapositiva in movimento. Un viaggio nel viaggio di un paese.
Come i ricordi, i film mutano nel tempo, quando non li guardi, sedimentano, quando ci torni su ti sembrano sempre dei nuovi cut: quand'è che il regista ha aggiunto, tagliato, rigirato o allungato queste scene? Quando li lasci stare in un posto oscuro dell'anima (in cui, diceva Fitzgerald, sono sempre le tre di notte), i film si parlano tra di loro, di certo non hanno bisogno di noi, dei nostri occhi, [...] Vai alla recensione »