La grande illusione

Film 1937 | Drammatico, +16 113 min.

Titolo originaleLa grande illusion
Anno1937
GenereDrammatico,
ProduzioneFrancia
Durata113 minuti
Regia diJean Renoir
AttoriJean Gabin, Pierre Fresnay, Erich von Stroheim, Dita Parlo, Marcel Dalio, Julien Carette Georges Péclet, Werner Florian, Jean Dasté, Sylvain Itkine, Gaston Modot.
Uscitalunedì 3 marzo 2014
TagDa vedere 1937
DistribuzioneCineteca di Bologna
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +16
MYmonetro 4,06 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Jean Renoir. Un film Da vedere 1937 con Jean Gabin, Pierre Fresnay, Erich von Stroheim, Dita Parlo, Marcel Dalio, Julien Carette. Cast completo Titolo originale: La grande illusion. Genere Drammatico, - Francia, 1937, durata 113 minuti. Uscita cinema lunedì 3 marzo 2014 distribuito da Cineteca di Bologna. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 - MYmonetro 4,06 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 25 febbraio 2014

Prima guerra mondiale: due aviatori, il tenente Marechal (Gabin) e il capitano de Boieldieu, nobile, vengono abbattuti dal barone von Rauffenstein (Stroheim). Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, Il film è stato premiato al Festival di Venezia, In Italia al Box Office La grande illusione ha incassato 49,2 mila euro .

Consigliato assolutamente sì!
4,06/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA
PUBBLICO 4,12
ASSOLUTAMENTE SÌ
Un dichiarato pacifismo universale nel capolavoro di Renoir.
Recensione di Giancarlo Zappoli
Recensione di Giancarlo Zappoli

Nel 1916 due aviatori francesi, il proletario tenente Maréchal e l'aristocratico capitano de Boïeldieu vengono abbattuti dall'asso tedesco barone von Rauffenstein il quale prova un'immediata simpatia per De Boïeldieu. Trasferiti in un campo di concentramento militare i due sono sul punto di fuggire quando vengono trasferiti. Finiranno con il raggiungere un'antica fortezza comandata proprio da Von Rauffenstein.
Renoir con questa sua opera raggiunge un enorme successo di pubblico e di critica anche se la sua presentazione alla Mostra di Venezia (nata nel 1932) suscitò un forte disappunto nel regime fascista che intervenne sulla giuria affinché non ricevesse il Leone d'oro (che andò a un altro film francese considerato innocuo: Carnet di ballo di Julien Duvivier). Ciò che dava fastidio era il suo dichiarato pacifismo universale in tempi in cui la seconda guerra mondiale non era ancora imminente ma il nazismo non nascondeva più le sue mire. In La grande illusione però è presente molto più di questo. Certamente il riconoscimento dell'altro al di là della razza e della nazionalità è il fil rouge che attraversa il film. Il legame sentimentale che avvicina Maréchal e la vedova di guerra tedesca Elsa ci parla di esseri umani e non di 'nemici'. Così come non sono 'nemici' ma uomini dotati di un'etica le guardie che non spareranno ai due protagonisti ormai giunti in salvo ma ancora allo scoperto. Va al di là delle all'epoca ormai prossime leggi razziali la solidarietà che si instaura tra Maréchal e il compagno di fuga ebreo Rosenthal (il che gli procurò un duro attacco da parte di Céline in "Bagatelle per un massacro"). In questo film (che Renoir co-scrive e dirige sulla base di conversazioni con il maresciallo Pinsard che, nel corso del conflitto mondiale, gli aveva salvato la vita) il soggetto di base erano inizialmente i tentativi di evasione che avrebbero potuto dar luogo a un succedersi di elementi avventurosi. Non a caso una delle scene visivamente più riuscite è proprio quella di un' evasione ma quello che rimane come elemento ancor più dirompente (anche se meno appariscente) è la lettura della guerra come rafforzamento delle differenze di classe.
L'immediata sintonia che si instaura tra De Boïeldieu e Von Rauffenstein (e che travalica le loro opposte militanze) è dettata dall'appartenenza all'aristocrazia. Maréchal appartiene a un'altra condizione sociale e anche se il senso dell'onore del capitano lo spingerà al sacrificio in suo favore la distanza resterà intatta. Nessuna concessione quindi alla facile retorica da parte di Renoir ma una lucida, anche se emotivamente partecipe, analisi delle dinamiche soci-economiche che che continuano a far sentire il loro peso in ambito bellico.
Ciò accade anche grazie alla partecipazione di Erich von Stoheim caduto in disgrazia ad Hollywood e qui perfetto nei rigidi panni del barone (un ruolo minore nella sceneggiatura originale e progressivamente ampliato proprio in seguito alla sua presenza).

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
mercoledì 6 aprile 2011
mondolariano

La “Grande illusione” ha il grande merito di donare al mondo una scena-capolavoro, ossia la morte del capitano Boeldieu assistito dal maggiore von Rauffenstein. Un momento di inarrivabile emozione, collocato sulle vette più alte del panorama cinematografico. L’austerità del castello, il fiore tagliato in onore all’amico, i fiocchi di neve che scendono dietro la finestra: tutte immagini di desolante [...] Vai alla recensione »

lunedì 4 febbraio 2013
Luca Scialo

Prima Guerra Mondiale. Due aviatori francesi vengono fatti prigionieri dai tedeschi e messi insieme ad altri ufficiali. Essendo fuggiaschi recidivi, vengono poi portati in un castello, per una prigionia in isolamento. Ma ciò non li dissuade dal tentare di scappare, pure riuscendovi. Nel loro lungo peregrinare, trovano riparo nella casa di una contadina rimasta sola con la figlioletta.

sabato 28 febbraio 2015
Great Steven

LA GRANDE ILLUSIONE (FR, 1937) diretto da JEAN RENOIR. Interpretato da JEAN GABIN, DITA PARLO, ERIC VON STROHEIM, PIERRE FRESNAY, MARCEL DAILO, JULIEN CARETTE, GEORGES PECLET, GASTON MODOT, WERNER FLORIAN Durante la Prima Guerra Mondiale, due aviatori francesi prigionieri, l’aristocratico parigino Marechal e il proletario ebreo Rosenthal, sono inviati in un castello trasformato in campo di [...] Vai alla recensione »

sabato 1 maggio 2010
il cinefilo

LA GRANDE ILLUSIONE di Jean Renoir è uno dei classici della cinematografia francese e uno dei capolavori di impegno antimilitarista(anche ORIZZONTI DI GLORIA di Stanley Kubrick è magnifico)e il cui scopo è mostrare l'assurdità e la "ferocia"dell'istituzione militare anche se nell'film di Renoir l'istituzione militare tedesca(personificata da von Rauffestein interpretato da Erich Von Stroheim)viene [...] Vai alla recensione »

sabato 5 maggio 2018
Emanuele 1968

Riproposto in un cineforum, azzeccato il titolo << la grande illusione >> non credo che la guerra sia cosi poetica, comunque mi ricordava un telefilm anni 80 << Gli eroi di Hogan >> forse ispirato ha questo film?

domenica 30 ottobre 2016
Onufrio

Film ambientato durante la prima guerra mondiale, ma soprattutto girato in un periodo (1937) non proprio pacifico, quando il nazismo iniziava il suo progetto di dominio assoluto e ovviamente questo film non andò giù agli alti vertici. Renoir firma un capolavoro, un opera che ha fatto storia e dato seguito a numerose scopiazzature da parte di tanti film del genere di guerra.

lunedì 2 febbraio 2015
il befe

il migliore di Renoir

martedì 11 marzo 2014
brian77

Secondo le schede di mymovies questo film vale mezza stella in meno di SNOWPIERCER??? Be', state proprio riscrivendo la storia del cinema... Fermate gli ultras del cinema orientale, col loro analfabetismo stanno ridicolizzando il cinema.

martedì 6 ottobre 2009
Tony71

si, magari ci sono delle scene interessanti...si, magari il messaggio pacifista è stato ben strasposto...ma in alcuni passaggi è lento e noioso. Sicuramente il personaggio di Erich von Stroheim è il più interessante di tutti

Frasi
Ma sei sicuro che sia la Svizzera laggiù di fronte? Che discorsi... Più che sicuro!
A me sembra tutto uguale, qui.
Eh, che cosa vuoi... Le frontiere non si vedono mica. Sono un'invenzione dell'uomo: la natura se ne fotte!
Una frase di Il tenente Maréchal (Jean Gabin)
dal film La grande illusione
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Mario Gromo
La Stampa

Venezia, agosto del '37, scandalo al Lido. La grande illusion, l'ultima. opera di Renoir, è un film... pacifista:; e gli è stato dato un premio importante. Si vuole quindi la testa di Tizio e di Caio, è un'ignominia, la patria è stata vilmente tradita; e sarà questa l'ultima premiazione abbastanza equa e motivata della Mostra. Con il '38 i premi saranno assegnati soltanto da funzionari obbedienti a [...] Vai alla recensione »

winner
miglior complesso artistico
Festival di Venezia
1937
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