Anno | 2022 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Belgio, Italia |
Durata | 93 minuti |
Regia di | Paolo Strippoli |
Attori | Fabrizio Rongione, Cristiana Dell'Anna, Francesco Gheghi, Aurora Menenti Leon de La Vallée, Ondina Quadri, Orso Maria Guerrini, Elena Di Cioccio, Carmen Pommella. |
Uscita | giovedì 10 novembre 2022 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | Fandango |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 18 |
MYmonetro | 3,28 su 14 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 10 novembre 2022
Il film gioca coi codici del genere thriller/horror applicati a un dramma familiare, per raccontare una società contemporanea sempre più rancorosa e sotto pressione. In Italia al Box Office Piove ha incassato 81,7 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Roma è sommersa dalla pioggia. Le fogne tracimano, i tombini saltano. Incappucciati e zuppi vagano per la città Thomas e la sua famiglia. Lui, il padre, francese da tanti anni in Italia che si destreggia tra diversi lavori per tenere in piedi la famiglia; Enrico, il figlio, adolescente tutto silenzi e frasi come lame; Barbara, la figlia, bambina di sorrisi e affetto dal suo trono che è la sedia a rotelle. Non ha una moglie e una madre questa famiglia: Cristina non è sopravvissuta all'incidente che ha messo sulla carrozzina la figlia e sfregiato il figlio. Si sta rompendo, la vita di Thomas e dei suoi. Come si stanno rompendo le vite degli altri, amici, vicini, sconosciuti. Dalle fogne e dagli scarichi viene fuori una nebbia che ti entra in corpo e ti fa uscire fuori tutto il male che hai accumulato dentro. Il male che tutti hanno.
Il secondo film di Paolo Strippoli ha il coraggio di osare e dirci le cose come stanno, in un momento ancora più necessario come questo.
Che Roma è quella che vediamo? Non c'è il centro, non ci sono i turisti. Siamo in periferia, sì, tra cortili di palazzi tutti uguali e strade che muoiono nel verde, ma è come se fossimo in ogni luogo e in ogni pezzo di società.
Un padre malato da accudire, una moglie che soffre di depressione - che c'è di nuovo, a qualunque latitudine? La gente ha gli stessi problemi ovunque, la gente è uguale in tutti i posti. Così il decadimento della famiglia Morel assomiglia a quello di tante altre: Thomas era un cuoco a domicilio con il sogno di aprire un agriturismo fuori città; Enrico e Barbara, semplicemente, due ragazzi. Poi l'incidente. E tutto cambia, con i tre persi dentro un maelström di dolore e buio senza fine.
Il padre diventa schiavo dei lavori diurni e notturni che gli succhiano la vita e non gli restituiscono nulla, nemmeno i soldi come futile moneta di scambio per vivere. I figli sono spezzati anche loro, Enrico non va più a scuola, frequenta una prostituta e imbocca l'autodistruzione consapevole e social, Barbara, la piccola e dolce Barbara, non riesce e forse non vuole più alzarsi dalla sedia a rotelle.
Loro soffrono, gli altri soffrono. Forse la nebbia che respirano e che poi diviene melma nera dentro il loro corpo non è altro che questo - il dolore di chi ha subito qualcosa. Nel corso dei secoli, in ogni posto. Magari anche sopra quel tombino dove scendiamo all'inizio, pozza nefanda che ha raccolto nel ruotare delle ere le lacrime, il sangue e le feci di chi è stato spezzato in modo violento. Come ne "L'immortale" di Borges, dove un fiume ha dato la vita eterna al protagonista del racconto e un altro, anonimo, alla periferia di una città sulla costa eritrea, gliela toglierà un millennio dopo ("Esiste un fiume le cui acque danno l'immortalita`; in qualche regione vi sarà un altro fiume, le cui acque la tolgono"). E forse quelle lacrime e quei tormenti senza nome si sono fusi in un grumo cieco e sordo che chiede riconoscimento, che vuole specchiarsi nell'angoscia e nella disperazione di Thomas, Enrico, Barbara e ogni altro. Tutte le tragedie si assomigliano.
Piove è il secondo titolo nella carriera di Paolo Strippoli, un altro punto a suo favore nella scalata al sistema-cinema italiano. Il regista-sceneggiatore, già segnalato l'anno scorso per il successo mondiale su piattaforma di A Classic Horror Story (co-firma Roberto De Feo, lancia Netflix), continua a lavorare sugli schemi dell'horror in un modo tutto suo, molto più personale e riconoscibile di quanto la confezione faccia intravedere.
Partendo dalla sceneggiatura scritta con Gustavo Hernández Jacopo Del Giudice (che proprio con questo script ha vinto nel 2017 il premio Solinas, poi assieme a Milo Tissone e lo stesso Strippoli autore de L'angelo infelice, miglior soggetto nella prima fese del premio 2019), Piove assume una forma estetica solidissima, fatta tutta di piani stretti e attenzione ai dettagli, dove se al centro della scrittura sta il calvario emotivo dei personaggi al centro della scena si collocano sempre loro e gli attori che li interpretano: Fabrizio Rongione, il deuteragonista dei Dardenne, per l'occasione richiamato in patria; e poi Cristiana Dell'Anna, Aurora Menenti, Orso Maria Guerrini, Ondina Quadri, con sopra tutti Francesco Gheghi, capace di dare al suo Enrico uno spessore fisico e sensibile assieme di grande impatto.
Strippoli non ha paura di mostrare le cose come stanno, di far fare ai suoi personaggi quello che devono fare, e così Piove ha la forza di mostrare la verità più terribile di tutte: Roma non soffoca per la pioggia ma per il dolore. Ogni luogo e ogni tempo lo fanno.
PIOVE disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
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€14,99 | – | |||
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La pioggia è il cancro della società, il senso di colpa, le cose non dette e trattenute per troppo tempo dentro di noi. Il film inizia lasciando lo spettatore in balia delle immagini, senza regalargli una bussola per potersi orientare, ma pian piano la narrazione ricompone i pezzi e ci aiuta a comprenderne il senso, chiudendo il cerchio solo nel bellissimo finale.
Buon film,recitazione ottima. Il giovane protagonista: ottima prova. Capacita' su registri diversi,buon segno.
Dopo il buon debutto in coppia con Roberto De Feo di "A classic horror story",Strippoli(anche co-autore del soggetto e co-sceneggiatore)imbastisce nella periferia romana la tipica vicenda della forza malefica che si diffonde impossessandosi delle persone sul modello degli ormai sterminati prodotti americani e non.Ma vuoi per imposizioni produttive vuoi per scelte registiche purtroppo è [...] Vai alla recensione »
Come suggerisce il titolo, nel film la città è inondata dall'acqua, i personaggi sono arrabbiati e feriti, sempre pronti allo scontro. Ed è proprio quando lo scontro arriva, nell'ultimo atto, che il film lascia senza parole. Piove ha un impatto vero sullo spettatore, ti tiene con il fiato sospeso e ti colpisce quando meno te lo aspetti. Magari dedica qualche minuto di troppo a farti conoscere i suoi [...] Vai alla recensione »
Se si fossero concentrati sul dramma familiare andando a fondo all'elaborazone del lutto senza scappatoie nei mostri e nei miasmi. Sarebbe stato più coraggioso guardare in faccia alla cruda realtà di una famiglia distrutta.
Un incidente d'auto ha provocato ferite nel corpo e nell'anima ai superstiti della famiglia Morel, composta dal padre Thomas, dall'inquieto adolescente Enrico e dalla piccola Barbara, ora in sedia a rotelle. L'uomo sbarca il lunario con lavoretti, il ragazzo non sembra più interessato a nulla e la bimba progredisce molto lentamente con la fisioterapia: su tutti aleggia una cappa di dolore malsano in [...] Vai alla recensione »
Agli antipodi della Roma grottesca e boccheggiante di Siccità c'è quella horror di Piove, in cui pure agisce una varia umanità alle prese con le proprie colpe. A cambiare è la prospettiva, concentrata su meno personaggi, in interni disadorni e affidata a volti meno celebri, come a voler tornare sulla terra, al pari di quelle gocce che cadono pesanti dal cielo.
Piove, il film di Paolo Strippoli, è una rivelazione, in cui tutto poteva essere sì fatto meglio, partendo però da basi solidissime, cioè il talento e la passione. Con un budget più alto, probabilmente, il giovanissimo regista potrà regalare al suo pubblico grandi film, curati e completi. Al centro di questo piccolo sorprendente horror c'è il senso di colpa per una tragedia che blocca in modo irrimediabile [...] Vai alla recensione »
Dopo aver firmato, con Roberto De Feo, l'interessante horror "A classic horror story", ora Paolo Strippoli si conferma, pur in versione single, con il successivo "Piove", dove Roma (ancora, dopo "Siccità") diventa, nei giorni di pioggia, teatro di incubo e terrore, per chi respira un vapore sconosciuto che riempie l'aria. Aperto da una carezza di Endrigo e della sua Aria di neve, è la storia di Thomas, [...] Vai alla recensione »
Un regista da tenere d'occhio. Per quanto suoni un po' paternalistico, è quello che il nostro cinema deve fare con Paolo Strippoli, classe '93 e già autore, insieme a Roberto De Feo, del successo Netflix "A Classic Horror Story". Perché era da tempo che in Italia non emergeva un regista con una personalità così interessante nel contesto, derivativo per eccellenza, del genere horror.
Gli italiani stanno sperimentando e questo è già un buon segno. Di questi tempi, sia con il musical, sia con un genere particolare come quello horror. Ci riprova Paolo Strippoli, dopo il precedente e convincente A Classic Horror Story, per raccontare la storia di una famiglia disgregata. Il padre vedovo passa da un lavoro all'altro, mentre la figlia è sulla sedia a rotelle e il figlio non va più a [...] Vai alla recensione »
In Siccità (Paolo Virzì) a Roma non piove da tre anni. In Piove (opera seconda di Paolo Strippoli) Roma è sommersa dalla pioggia e il fango tracima dai tombini. Comunque la si veda, la capitale è diventata scenario distopico per eccellenza, altro che New York! In questa città sull'orlo di una crisi di nervi vive la famiglia Morel: un padre e un figlio legati da una tragedia e incapaci di parlare e [...] Vai alla recensione »
La violenza del nostro mondo viene da molto lontano, da un tempo immemore. La prevaricazione di un individuo sull'altro, la sopraffazione, l'atroce atto di togliere la vita, l'unica possibile, al prossimo. «Sopra le nuvole c'è il sereno. Ma il nostro amore non appartiene al cielo. Noi siamo qui tra le cose di tutti i giorni, di giorni e giorni grigi», canta Sergio Endrigo in Aria di neve.
C'era una discreta curiosità intorno a questo Piove, opera seconda di Paolo Strippoli nonché suo primo lungometraggio diretto in solitaria, dopo la co-regia con Roberto De Feo, risalente allo scorso anno, dell'apprezzato A Classic Horror Story. Una curiosità derivata in primis dalla perizia tecnica già mostrata dal regista nell'esordio dell'anno scorso con De Feo, intelligente rilettura dell'horror [...] Vai alla recensione »
Roma esala fumi malvagi. Dal lavandino. Dalla vasca da bagno. Roma muore. E i suoi cittadini, giovani e meno giovani, ne assorbono l'odore: che ne scatena gli istinti meno civili. E se Piove fosse la versione (ancora più, realmente) horror di Siccità di Virzì? I due film, neanche a volerlo, sono imparentati. Almeno nella visione d'insieme. Che è quella di un luogo quale palcoscenico contemporaneo per [...] Vai alla recensione »
Si apre con una inaspettata sequela di violenze perpetrate nel corso dei secoli e dei millenni Piove, prima regia "in solitaria" per Paolo Strippoli, già autore insieme a Roberto De Feo di A Classic Horror Story. Un modo per suggerire, mentre Sergio Endrigo canta Aria di neve ("ma il nostro amore non appartiene al cielo, noi siamo qui tra le cose di tutti i giorni"), come l'orrore non possa essere [...] Vai alla recensione »
Dopo il grande successo internazionale ottenuto con il film Netflix A Classic Horror Story, co-diretto insieme a Roberto De Feo, Paolo Strippoli torna con un inquietante dramma famigliare tra il body horror e il fantascientifico. Al centro della vicenda di Piove c'è la famiglia Morel, composta dal papà Thomas (Fabrizio Rongione) e i figli Enrico (Francesco Ghenghi) e Barbara (Aurora Menenti).
Il contrario di Siccità: dalla mancanza di acqua a una pioggia senza scampo, dalla commedia all'orrore. "L'acqua, l'insegna la sete", scriveva Emily Dickinson. Non potremo mai capire l'essenza di un elemento se non ne conosciamo la mancanza, spiegava l'autrice. Lo sa bene il regista Paolo Strippoli, che in Piove lavora sulla sofferenza della memoria.