Anno | 1962 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia |
Durata | 106 minuti |
Regia di | Elio Petri |
Attori | Paolo Ferrari, Vittorio Caprioli, Lando Buzzanca, Regina Bianchi, Franco Sportelli Salvo Randone, Marcella Valeri, Aldo Pini. |
Tag | Da vedere 1962 |
MYmonetro | 3,28 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 18 febbraio 2014
Fra i migliori film di Petri. Il regista tratta la problematica esistenziale e la prospettiva della morte in modo personalissimo. Ha vinto un premio ai Nastri d'Argento,
CONSIGLIATO SÌ
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Cesare, stagnino romano di cinquantatré anni, assiste alla morte di un coetaneo in tram. Da quel momento crede di avere i giorni contati, quindi, lascia il lavoro, cercando di recuperare il tempo perduto come meglio può. Più aperto nei confronti delle persone, si mescola alla gente in spiaggia, frequenta gli amici, cerca di riavvicinare una vecchia fiamma, torna a visitare il paese di origine. Dopo essere stato quasi coinvolto nella simulazione di un incidente tranviario, torna a fare il suo vecchio mestiere.
Il cuore del secondo film di Elio Petri è il puntuale racconto di uno scacco esistenziale, un'indagine sulla vecchiaia e sul dubbio, atroce, di aver tralasciato il meglio della vita. Condotto con una mano registica attenta al particolare, I giorni contati non mostra gracilità narrative anche a fronte di un tema esplorato più volte dal cinema d'autore europeo. Forza della sceneggiatura (del regista, Carlo Romano e Tonino Guerra) è, in gran parte, la creazione di un protagonista oltremodo credibile e vicino alla realtà, uomo gentile e disperato in modo sommesso: a fare un bilancio di vita, qui, non è un intellettuale o un artista, come accade di solito, ma un semplice idraulico, a ulteriore conferma di quanto l'esistenza sia dolorosa per chiunque.
Da un punto di vista stilistico, Petri sa mettere a frutto il bagaglio di una messa in scena di stampo naturalistico con una modalità di racconto nuova, di rottura, memore delle esperienze della Nouvelle Vague per quanto riguarda i tagli di ripresa e alcune scelte di montaggio. Se il suo cinema, d'ora in poi assumerà caratteristiche sempre più barocche, mescolando una certa visionarietà all'impegno politico, questo lavoro rappresenta un ottimo equilibrio tra una lettura della contemporaneità di vocazione neorealistica e certo cinema dello scavo interiore. Pensare a Ingmar Bergman, per una riflessione sullo scorrere del tempo come questa, risulta quasi automatico, così come trovare alcuni rimandi all'opera di Michelangelo Antonioni, al quale il cineasta guardava già per il precedente L'assassino. Nonostante sia tutto costruito intorno a Cesare, addosso al suo dialogo interiore/espresso, il film è l'evidente denuncia di un sistema capitalistico alienante in cui l'uomo è destinato a perdersi, un discorso preciso che dal particolare di un solo uomo ambisce a comprendere tutti.
Tra gli attori prediletti del regista, Salvo Randone ha l'occasione di mettere in mostra le sue straordinarie capacità recitative in uno dei pochi ruoli da protagonista della sua carriera. In parti minori si distinguono Vittorio Caprioli e Paolo Ferrari. Vinse il 1° Premio al Festival di Mar del Plata.
Fra i migliori film di Petri. Il regista tratta la problematica esistenziale e la prospettiva della morte in modo personalissimo. Un vedovo in pensione viene sconvolto dalla notizia della morte di un conoscente. Si sente completamente solo, tenta di recuperare il tempo perduto, ma riesce solo a rimettersi a lavorare.
Cesare è un idraulico di 53 anni, che una mattina in tram vede un uomo suo coetaneo morire. Da quel momento in lui sorge un dramma esistenziale, una paura di morire che gli infonde la voglia di godersi la vita, convinto che non gli resta molto. Decide anche di non lavorare più, ma tale scelta gli comporta non pochi problemi economici. Il suo atteggiamento fatalista ed ermeneutico gli [...] Vai alla recensione »
L'improvvisa morte di un coetaneo in un tram fa scattare qualcosa nella testa dell'idraulico 53enne Cesare Conversi. Comincia a pensare che la sua vita abbia "i giorni contati" e di non averla mai vissuta appieno a causa del lavoro. Così, decide di smettere e di provare a vivere tutte quelle esperienze che l'esistenza può offrire e che l'assillo di dover mettere [...] Vai alla recensione »
Il film uscì nel ’62, in contemporanea con il Sorpasso di Risi e Mamma Roma di Pasolini, quasi a formare un trittico ideale dell’Italia del boom economico, vista da tre prospettive diverse, animate dalla straziante poetica di tre grandi autori del cinema italiano. Petri assume il punto di vista di un uomo qualunque, il sor Cesare, uno stagnaro sulla cinquantina rimasto vedovo [...] Vai alla recensione »
In un giorno come un altro, durante un viaggio in tram un passeggero è colpito da un malore e muore. Cesare, un semplice stagnaro (idraulico) e spettatore inerte della scena, rimane profondamente colpito dalla improvvisa morte dello sconosciuto coetaneo, e decide di dare un cambio drastico (e cercare un significato) alla propria vita.
Immaginiamo che la sceneggiatura di Giorni contati sia stata ricavata da un racconto di Pirandello: ne riscontreremmo lo stesso approccio analitico nella descrizione del protagonista e le medesime soluzioni narrative come circolarità del racconto, verosimiglianza che vince sul realismo, umorismo 'pietoso' e mai gratuito.
Un artigiano sui cinquant’anni vede un giorno morire in tram un uomo suppergiù della sua età ed ecco entrare terribile in lui la paura della monte. Per vincerla, decide di non lavorare più, di logorarsi il fisico il meno possibile, di ritrovare la spensieratezza, gli scherzi, gli svaghi degli anni più giovani: ma la sua non è più l’età dell’amore, delle passeggiate, dell’ozio e non è neanche quella [...] Vai alla recensione »
Un idraulico, arrivato a cinquantatré anni, subisce uno choc che gli toglie ogni voglia di vivere e l’ossessiona col pensiero della morte imminente, che coinvolge ogni cosa: presente e passato, vita propria e altrui, amicizie ed affetti. Un tema di fondo della filosofia esistenzialista sornionamente esposto da Petri allo scirocco romano: universalità d’una situazione psicologica e quotidianità di [...] Vai alla recensione »