Dopo avere lavorato per alcuni anni come aiuto-regista e sceneggiatore, nel 1964 firmò la sua prima regia cinematografica dirigendo La fuga, un film coraggioso e ricco di pagine fortemente drammatiche, realizzato con la collaborazione dello psicanalista Piero Bellanova. La vicenda, che portava per la prima volta sullo schermo il nascere e lo svilupparsi di una forma di nevrosi, analizzata secondo modi e intenti rigorosamente scientifici, rappresentava, pur con qualche limite, un tentativo di grande interesse e significato, tanto da indurre a nutrire le migliori speranze anche sui futuri film di Spinola. Al contrario, la sua opera successiva, L'estate (1966), che si configurava come lo studio d'una crisi esistenziale, apparve più superficiale e, tutto sommato, deludente.