Annientamento

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Annientamento: la rivelazione sci-fi di Netflix. Valutazione 3 stelle su cinque

di Ashtray_Bliss


Feedback: 29534 | altri commenti e recensioni di Ashtray_Bliss
lunedì 19 marzo 2018

TW: Spoiler
Opera estremamente interessante, intellettualmente stimolante ed impegnativa, visivamente suggestiva nonchè ispirata l'Annihilation di Garland
. Molteplici sono naturalmente i riferimenti a svariate opere e cineasti, ma su tutti figura maestoso (ancora una volta) Kubrick nonostante si ritrovino pure frammenti di Scott (traducasi Alien). Molti lo hanno paragonato, e non a torto, con Arrival di Villeneuve e infatti anche l'adattamento di Garland, come l'opera del canadese, proviene dal mondo letterario ma le somiglianze non finiscono qui. Entrambe le opere, impegnate e ambiziose, riportano al centro della scena una fantascienza antropocentrica e matura, sollevando dilemmi e quesiti prettamente umani e dai risvolti introspettivi e immancabilmente filosofici riguardo la natura e il destino dell'uomo che viene a contatto con una realtà, essenzialmente con un mondo, completamente nuovo, entrando in una dimensione sotto ogni punto di vista aliena. Usando soltanto un linguaggio diverso: in Arrival la linguistica è la chiave per arrivare al cuore del racconto, comprenderlo e interpretarlo; in Annientamento questa chiave è la biologia. Ma in entrambi i casi la fantascienza è semplicemente un mantello, un mezzo per arrivare al fine. Un mezzo per domandarsi e ipotizzare cosa succederebbe all'uomo che entra a contatto diretto con una realtà aliena. Aliena nel senso di sconosciuta e ignota, inizialmente in grado di confondere e sfuggire a ogni tentativo di comprensione umana, restia ad essere decodificata secondo la nostra logica e il nostro metodo scientifico e naturalmente dominata dalle proprie leggi fisiche, in alcun modo assimilabili a quelle che conosciamo.

Annihilation, però non si sofferma sull'aspetto comunicativo con l'altro e non vuole dare risposte di natura scientifica precise, rischiando di deludere chi cerca soluzioni facili e definitive da questa pellicola, poichè non è quello lo scopo ne la missione del film. Contrariamente, resta aperto a ogni possibile interpretazione soggettiva. Il punto fermo della narrazione è che l'uomo cambia e muta. Esattamente come la vita, come ogni cellula organica che si scinde in altre, talvolta seguendo un processo fisiologico che mantiene la vita e talvolta per via di un inceppo genetico, dando origine ai tumori. Il cambiamento è forse l'unica costante concreta, l'unica certezza obiettiva che abbiamo di noi stessi e del mondo e ciò viene rimarcato anche dalla pellicola stessa. All'interno dell'area X, ovvero del bagliore - questa nuova e misteriosa dimensione che si espande rapidamente sulla Terra - tutto è cambiato, trasformato e modificato in maniera radicaleQuesta nuova dimensione aliena quindi fagocita ma non sopprime a priori la vita; la muta, la altera e la trasforma in qualcosa di completamente nuovo. A volte questo cambiamento è inquietante e spaventoso (la scena video del soldato) ma a volte è elettrizzante e bellissimo (i cervi bianchi mutati). Tuttavia, questo processo di mutazione che avviene all'interno dell'area è spesso assimilabile all'evoluzione di un tumore, caratterizzato in primis dal mutamento genetico, che è ciò che viene largamente osservato dall'equipe di scienziate durante la loro missione e puntualmente ricordato dal regista nelle scene di divisione cellulare. Scene affascinanti e ansiogene che infittiscono i nostri dubbi: stiamo assistendo all'evoluzione di un tumore che affligge il pianeta o soltanto ad una dimensione completamente nuova che mira ad espandere i nostri orizzonti e conoscenze riguardo il futuro dell'umanità e della genetica
Altro punto saldo del racconto è il carattere autodistruttivo dell'uomo, anch'esso codificato geneticamente e osservato nell'autodistruzione delle cellule. Vi è una differenza abissale tra il suicidio e l'autodistruzione, pronuncerà la dott. Ventress, poichè poche persone hanno il coraggio di affrontare drasticamente la morte mentre la maggior parte preferisce flirtare con l'idea di morire e di accelerare quel processo naturale codificato in ognuno di noi. Questo aspetto narrativo spiega e motiva in parte la scelta delle scienziate di partecipare ad una missione suicida (nessuna delle spedizioni precedenti ha più fatto ritorno dalla zona X) dal momento che ognuna di loro ha perso qualcosa di caro in passato e si ritrovano in bilico tra la rassegnazione e la speranza di ritrovarlo al di là del bagliore. Esattamente come Lena e la Ventress, la prima alla ricerca di cosa sia accaduto a suo marito, la seconda spinta dalla curiosità e dalla speranza di trovare una cura per il suo tumore. 

Armonici e strumentali sono anche i numerosi flashback all'interno della pellicola che ricordano e ribadiscono in più occasioni il percorso di cambiamento e le differenti fasi nel rapporto tra Lena e il marito Kane. Un rapporto che si deteriora poco a poco e che rappresenterà per Lena la causa principale del il suo coinvolgimento nella missione. Entrambi hanno attraversato il bagliore, entrambi sono cambiati all'interno di esso e ne sono usciti come persone nuove. Non vi è segno certo se siano cambiati in meglio o in peggio, non vi è una precisa connotazione di positivo o negativo negli unici soggetti che hanno fatto ritorno, ma soltanto la certezza che il bagliore ha determinato un cambiamento radicale, genetico e psicoemotivo, donando a entrambi una percezione totalmente nuova della realtà. Cosa che risulta particolarmente vera per il personaggio di Kane, ossia il suo doppleganger. Interessante l'enigmatica e metaforica scena finale del film, con l'incontro tra i due coniugi coscienti del fatto di non essere più quelli che credevano di essere. Particolare anche la precedente scena dell'incontro con la creatura aliena umanoide che fondendo il dna della biologa inizia ad imitare i suoi movimenti; un comportamento giustificato dal fatto che l'area X costituisce essenzialmente un prisma in grado di copiare il dna organico

In conclusione, il film di Garland è un buon film ma avrebbe avuto il potenziale per essere non solo migliore ma realmente un ottimo e memorabile film sulla stregua di Interstellar ;e ArrivalCiò che a mio avviso penalizza la pellicola, è il deragliamento, a tratti, verso un tono sci-fi horror che riporta a mente pellicole cult del genere tra cui il menzionato Alien e The Thing, mentre sarebbe stato più opportuno mantenere un tono introspettivo e adulto senza ricorrere alle facili scappatoie sensazionalistiche e splatter. La scena, ad esempio, con l'orso ibrido si amalgama malamente col racconto precedentemente costruito. Altro difetto, a mio avviso, va individuato nella frequenza elevata di scene psichedeliche, visivamente molto intense e stimolanti ma anche troppo cariche di CGI e colori forti che sorprendono e stordiscono allo stesso modo, sovvracaricando il prodotto, specialmente nella parte finale. Tutti questi elementi aggiunti al ritmo lento, e in alcuni tratti eccessivamente lento, fanno si che il risultato finale sia decisamente buono ma non privo di imperfezioni. Sapendo però sorvolare sugli inevitabili difetti dei quali ogni pellicola è portatrice, sapremo cogliere e aprezzare la visione di Garland e la costruzione di questo nuovo mondo, tanto bello quanto inquietante.
Le atmosfere e la colonna sonora del film sono calibrate perfettamente così come le interpretazioni del cast, dove spicca una Natalie Portman perfetta per il ruolo
. Il tutto a servizio di una pellicola che si avvicina molto alla perfezione, sollevando le domande importanti e ronzando nella testa degli spettatori per parecchio tempo dopo la visione. Peccato sia stato distribuito da Netflix nel resto del mondo, ma essendo un sci-fi molto particolare e destinato a un pubblico meno mainstream, forse questa mossa era la più giusta: 3.5/5.

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mkyril martedì 14 maggio 2019
kubrick??? Valutazione 0 stelle su cinque
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Ma lei esattamente dove ce lo vede Kubrick?

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