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La curiosità per questo film era duplice. In primis per la regia e l'interpretazione della Dana, la quale faceva ipotizzare una visione "al femminile" , in secondo luogo per la tematica che quando volge sul sesso strappa il riso o comunque la risatina. L'obiettivo viene solo in parte raggiunto, con una serie di alti e bassi che a parer mio collocano il lungometraggio ad un livello di due stelle e mezza. La trama risulta assai basica: la timida e debole moglie abituata a subire si trova a dover affrontare divorzio, contrasto per l'affido dei figli, clima di scarso rispetto sul lavoro (dove le sue sarebbero le funzioni di capo). Un temporale la dota di organo maschile, con una serie di buffe conseguenze che permettono a caratteristi come Clavier di montare gags effettivamente volgarotte ma almeno divertenti. Lo sviluppo e la trasformazione successiva della donna maschio viceversa non convincono: pare che la sua evoluzione (molto strano per un occhio femminile) tendano a dimostrare che solo mascolinizzandosi ci si impone a tutti i livelli. La sicurezza, l'autorevolezza, la forza nella nuova veste sinceramente intristiscono poichè la donna che per realizzarsi necessita di attributi mi demoralizza. Sconcerta anche l'estremizzazione (seppur finalizzata alla comicità) della sessualità maschile tesa a soddisfare le voglie istintive sul piano animale, con una condizione di eccitazione che neanche Rocco Siffredi nei tempi migliori... Il cast è discreto, l'amica del cuore è divertente ma inconsistente, l'innamorato con la fama di donnaiolo ed invece rivelatosi profondo è assai scontato. Scarsa la fotografia e le scene, anche se la regia indulge non sugli esterni ma sui personaggi. Buona la trovata finale (che non svelo per rispetto di chi è inenzionato ad andare a vedere il flm) che però non eleva la pellicola. Come commedia non decolla.
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