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"L'ultima follia di Mel Brooks" è uno dei primi esempi di meta-cinema, ovvero di cinema che parla di se stesso. In questa pellicola, il cui scopo iniziale è quello di essere una caricatura del cinema muto anni 1930, il mondo dello spettacolo è descritto in chiave comica tramite il divertentissimo personaggio di Mel Spuss (un regista interpretato dallo stesso Brooks come sua auto-caricatura) e gli altrettanto spassosi Bellocchio e Trippa (i due collaboratori del regista, interpretati rispettivamente da Marty Feldman e Dom DeLuise). Ben sei attori interpretano se stessi: Burt Reynolds, James Caan, Liza Minelli, Anne Bancroft, Marcel Marceau e Paul Newman. Gli ultimi due sono protagonisti di gag quasi impreviste. Il primo, uno dei più grandi mimi di tutti i tempi, è l'unico attore a pronunciare una parola nell'arco dell'intera vicenda ("Non"); il secondo, nella scena più movimentata nel film, si muove su una carrozzella come se questa fosse una biga, chiaro riferimento ai film storici molto in voga negli anni 1950 e 1960. Nel corso del film, tutti i suoi personaggi assumono atteggiamenti diversi da quelli che il pubblico si aspetterebbe da loro. Questo paradosso rende il film ulteriormente interessante e lontano dagli stereotipi sul mondo dello spettacolo che i mass media hanno creato nell'imago collettivo.
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