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Accettabile nel suo genere perchè questo film, sebbene non spicchi mai completamente il volo, non si abbassa neanche mai sotto il limite della sufficienza, grazie all'intrigo della storia e alla perfetta recitazione dei due protagonisti, in particolare Liam Neeson, talmente abile a ostentare ambiguità che, fino alla fine, non si riesce a capire come stiano veramente le cose. Inizialmente convince nel suo ruolo di "traghettatore di anime" sensitivo, per poi, a poco a poco, insinuare nello spettatore l'orrido dubbio che tutto sia un parto della sua mente malata.
Il finale lo trovo adatto al tono del film: niente di banale, niente di scontato, niente lieto fine. ci si aspetta che Anna venga salvata in qualche modo, dal momento che finalmente si è capito che è solo la vittima malcapitata di uno psicopatico e invece non succede e pure il suo fidanzato, nella folle corsa per salvarle la vita, finisce per rimetterci la propria. Più che un film basato sull'impatto visivo, è un film che vuole portare a riflettere sui grandi temi che da sempre occupano l'uomo: il valore da dare alla propria esistenza, vivere pienamente, l'al di là.... L'unico elemento che mi sembra inutile è la presenza del bambino; chissà perchè infilare sempre dei bambini in questo genere di film? Questo mi pare l'unico tocco un po' troppo ovvio dato alla pellicola che, per il resto, si mantiene abbastanza originale. Piuttosto inverosimile infatti che un bambino di quell'età si trasformi così velocemente in un killer psicopatico. Questa cosa l'avrei proprio evitata e magari avrei portato un po' più di luce sulla figura del becchino.
Tuttosommato lo trovvo un film coerente con sè stesso dall'inizio alla fine, che tuttavia non so se rivedrei.
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