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                Leggo la recensione del lungometraggio "Intouchables" dal titolo "L'ombra del razzismo in Quasi Amici" sul settimanale femminile Diva e Donna dell'8 maggio 2012 firmata da Giancarlo Dotto e scopro che la Rivoluzione francese non ha mai sfiorato alcuni settori del giornalismo popolare. Secondo tale articolo la storia del giovane della banlieue  e del cinquantenne della domus nasconde " il manuale del razzista perfetto ", ma non c'è da stupirsi. L'Italia sabauda non può percepire i mutamenti del 1789 contro l'Ancien regime. Come fa un gazzettiere di un paese alla deriva da 30 anni a cogliere tutte i contenuti di questo capolavoro. I  protagonisti sono due cittadini francesi, come Sarkozy e Hollande, e il loro incontro è l'elogio della democrazia e dell'empatia.  Driss e Philippe deridono l'arte moderna nonostante uno parli uno slang di periferia e l'altro si esprima come il poeta Verlaine, altro che "bingo bongo" , "si buana" , "bianche signore". Allora Celentano nel noto film di Pasquale Festa Campanile è xenofobo ??
             
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