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Scritto e diretto dal regista di “Longlegs”, Oz Perkins, prodotto da James Wan e basato sul racconto breve, “La scimmia”, del maestro della paura Stephen King (inserito nella celebre raccolta antologica di racconti che è "Scheletri" - 1985).
“The Monkey” è una pellicola differente da “Longlegs”, meno cupa e più divertente, ma ugualmente interessante e coinvolgente.
Il film non si prende mai sul serio e condisce l’horror con massicce dosi di commedia (e viceversa), humor nero, trovate assurde/grottesche ed eccessi macabri o surreali. L’opera ha dalla sua una messinscena solida e accurata (vedi le varie morti che si susseguono in modo sempre accattivante); un focus tematico sui traumi infantili, l’ineluttabilità del destino e della morte; l’efficacia di particolari sequenze (quelle iniziali, quelle dell’infanzia dei fratelli) e di alcuni elementi stilistici (dai titoli a una desaturata fotografia, dalla calibrata colonna sonora al cast).
Tutto è inquadrato in un’ottica nichilista ma ludica, e nel complesso questo approccio funziona; seppur non abbastanza e non pienamente perché la pellicola non è esente da limiti e imperfezioni. Tra questi ultimi sono da annoverare: un mancato sviluppo dal punto di vista narrativo; uno script poco articolato e carente nei rapporti psicologici, nell’approfondimento dei personaggi e delle complesse dinamiche familiari; problemi di ritmo e di gestione (momenti che avrebbero potuto avere un impatto emotivo più intenso, penalizzati dal tono troppo ironico); e tanto altro ancora.
Insomma, per apprezzare meglio questa pellicola, lo spettatore deve accettarne le regole e non pretendere di più; perché altrimenti, in caso contrario, il film non mantiene più il suo discreto livello.
Una curiosità: l’opera è la seconda trasposizione cinematografica del racconto di Stephen King, dopo “The Devil's Gift” di Kenneth J. Berton nel 1984.
Voto: 3 stelle su 5.
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