Nope |
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Un film di Jordan Peele.
Con Daniel Kaluuya, Keke Palmer, Steven Yeun, Michael Wincott.
continua»
Horror,
Ratings: Kids+13,
durata 130 min.
- USA 2022.
- Universal Pictures
uscita giovedì 11 agosto 2022.
- VM 14 -
MYMONETRO
Nope
valutazione media:
3,37
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Le derive attuali della società dello spettacolodi Montefalcone AntonioFeedback: 10838 | altri commenti e recensioni di Montefalcone Antonio |
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sabato 20 agosto 2022 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Al suo terzo lungometraggio come regista e sceneggiatore, l’acclamato Jordan Peele vira verso il genere della Fantascienza. Quella suggestiva, spettacolare, d’intrattenimento e d’autore messi insieme, intrisa di mistero, horror e riflessioni meta-cinematografiche. E molto altro oltre i confini del genere (e della realtà…), sempre ambiziosamente superati e contaminati.
Se nel film “Get Out” il regista parlava dell’ipocrisia e dell’intolleranza americana nei confronti degli afroamericani; e in “Us” del doppio, dei rapporti di classe e del controllo di massa da parte dei governi; in questo “Nope”, Peele ragiona sul potere del cinema e delle immagini, sferra una dura critica verso la venale e cinica comunità dei mass media e verso l’attuale società capitalista, e attacca l’arrogante prepotenza dell’uomo nei riguardi degli animali (soprattutto quelli più pericolosi) sfruttati per i propri ignobili fini (persino di mero spettacolo d’attrazione) senza ricordare che il loro istinto naturale potrebbe manifestarsi in modo imprevedibile e minacciare chi vi è attorno.
Veri e propri atti di dominio da parte dell’uomo sulla Natura (e sull’ultraterreno) che non tiene conto però che non tutto si può ammaestrare, addomesticare o controllare.
E qui si ricollegano anche tutti gli altri aspetti tematici del film a cui ci addentra la citazione biblica dell’incipit e riassumibili nel comportamento umano/sociale (spesso improntato a violenza), e, soprattutto, in due filoni principali: lo sfruttamento economico di persone, fatti e animali, ma anche di traumi e tragedie, tutti asserviti alle leggi dello spettacolo (inteso come business multimediale di cinema, tv, radio, Internet da cui siamo sempre più dipendenti), portati al centro dell’attenzione, fino al punto di diventare potenziali “oggetti” di un sistema morboso e capitalista, dove ogni evento è opportunità di lucro o riscatto sociale.
Nulla esiste per davvero nella mentalità “malata” della nostra società se non viene ripreso, fotografato o postato su Social.
Cosa allora bisogna davvero inquadrare e cosa invece lasciare in fuori campo?
E questo aspetto nel film è rinvenibile sia nel viaggio nella cultura afroamericana, sia nella riflessione sul concetto e sui limiti della responsabilità personale nei riguardi della realtà, sia nella imperitura necessità di catturare e farsi catturare dalle immagini, al solo fine di riuscire a separare la realtà dalla sua rappresentazione. Tutte queste tematiche (non sempre comunque ben articolate tra loro) si disgregano però in una trama che non è immediata, ed è svolta con superficialità e poca originalità.
Dal punto di vista formale e tecnico, l’opera è ineccepibile. Ottima l’ambientazione scenografica e la fotografia (di Hoyte van Hoyteman, ovvero il diretto della fotografia dei film di Nolan) che, grazie all’utilizzo di pellicola Kodak in 65mm (formato IMAX) ha donato un’appropriata atmosfera minacciosa alla messinscena. Efficace anche il sound design per gli eventi paranormali e la notevole colonna sonora. Il cast è convincente e lo stile di regia sa esaltare quasi sempre in modo accattivante tutto lo spettacolare apparato visivo e sonoro (vedi le riprese aeree dall’alto).
Quel che invece non convince pienamente e che rende diseguale e forse poco riuscito questo film, è come detto proprio la sceneggiatura. Uno script abbastanza piatto, debole, con poche sorprese e scarsi snodi narrativi (persino nel frettoloso finale). Le buone idee si perdono in una storia che emoziona poco e che, nel complesso, risulta alla fine superficiale e senza i necessari approfondimenti.
Ciò nonostante, “Nope” è una pellicola interessante e inusuale, molto più di un semplice blockbuster estivo, e, malgrado i suoi limiti, merita la visione sul grande schermo, e l’individuazione dei suoi vari livelli di lettura.
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