Nomadland |
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Un film di Chloé Zhao.
Con Frances McDormand, David Strathairn, Linda May, Charlene Swankie.
continua»
Titolo originale Nomadland.
Drammatico,
durata 108 min.
- USA 2020.
- Walt Disney
uscita giovedì 29 aprile 2021.
MYMONETRO
Nomadland
valutazione media:
3,66
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Recensione Nomadlanddi TunaboyFeedback: 1906 | altri commenti e recensioni di Tunaboy |
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lunedì 28 giugno 2021 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Dopo mesi di astinenza, finalmente ieri sono riuscito a tornare al cinema. E quale film sarei potuto andare a vedere se non il vincitore dell’ambito premio Oscar al Miglior Film?
“Nomadland”, diretto da Chloé Zhao, è lo struggente testamento di un’America nascosta ed abbandonata, troppo spesso ignorata dai media internazionali ma anche locali.
Per le quasi due ore del film seguiremo Fern, obbligata dalla grande crisi economica del 2008 ad abbandonare la propria casa e a vivere da nomade nel suo sgangherato van, nel suo peregrinaggio negli sconfinati territori del centro degli USA in cerca di qualche lavoro temporaneo che possa sostenerla. Nel suo viaggio, però, farà la conoscenza di diversi personaggi compagni del suo dramma, che, attraverso alcune sequenze di stampo quasi documentaristico, forniscono allo spettatore piccole immagini della loro storia.
Ciò che questa pellicola riesce a fare meglio è rendere estremamente realistica la storia: grazie ad un’impostazione che sembra in molti punti strizzare l’occhio ai grandi documentari della storia, gli innumerevoli personaggi che incontriamo lungo il nostro viaggio risultano così reali che quasi potremmo stringergli la mano dalla nostra poltroncina, rendendoci non più spettatori ma compartecipi del loro dramma.
Il film presenta un livello di maestria tecnica quasi ineccepibile: oltre ad una colonna sonora e ad una fotografia sognanti ed estatiche, oltre a dei dialoghi ed una regia così verosimili e realistici, troviamo una recitazione camaleontica e magistrale, con una Frances McDorman che non interpreta ma diventa il suo personaggio.
Nonostante ciò, purtroppo, il film presenta anche alcuni lati negativi abbastanza prominenti: forse a causa del suo taglio così documentaristico, risulta abbastanza difficile empatizzare con la protagonista. Infatti, è evidente che la regista gli voglia far compiere un complesso viaggio interiore di accettazione della propria condizione, ma a causa di questa mancata empatia ci risulta difficile comprenderlo e, soprattutto, a coglierne le motivazioni, e non ci resta che provare ad intuirle.
Inoltre, sempre per lo stesso motivo, gli atti finali della narrazione risultano (e odio dirlo) noiosi e pesanti: a causa del nostro, appunto, poco investimento nell’evoluzione interiore della protagonista, sommato al ritmo già lento della narrazione stessa, ci troviamo ad assistere agli ultimi venti-trenta minuti del film disinteressati e, addirittura, annoiati.
Per questo motivo credo che “Nomadland” trionfi nel fornirci una meticolosa e realistica narrazione di uno strato sociale invisibile, riuscendo finalmente a portarlo sotto la luce dei riflettori dei media, ma allo stesso tempo fallisca nel creare un racconto col quale empatizzare.
Voto: 3.5/5
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