Due cose
Il film
E’ stato detto molto e in nulla potrei contribuire a molte savie e documentate review già scritte.
Solo mi permetto aggiungere che, visto dalla prospettiva di un coetaneo, è un film che andrebbe centellinato, talmente sconfortante che solo chi NON ha quell’età (Zhao ha 40 anni) o quei problemi (insomma, Mcdormand è brava, ma certo non avrà bisogno di far lavoretti saltuari) può proporne una visione “senza limitì d’eta”.
Esagerando, direi quasi che andrebbe sconsigliata la visione o, come nei famosi bugiardini dei farmaci, annunciati possibili effetti avversi per chi ha più di 60-65 anni. Poi ...contenti voi.
Eppure Fern (Felce in italiano...insomma quelle piante ancestrali che si riproducono con un sistema non sessuale), a differenza di altri protagonisti, a differenza di molti altri, ovunque, ha una sorella benestante che l’accoglie. Ha qualcuno che la può aiutare. Ad altri non resta che il popolo di nomadland....e fortuna che esiste.
Il contesto
Quello geografico SI conta.
Il popolo di nomadland è un popolo del limbo. Strettamente ne rurale ne urbano. E’ quello dei centri intermedi, dei borghi che si spopolano. Della provincia.
Ma non immaginiamo quella italiana. Gli USA hanno 30 abitanti per km2, l’italia più di 200.
Diversa è invece l’analisi sociale.
Molti hanno usato la triste parabola del film per parlare della solita, addirittura, “tomba del mito americano” o del “fantasma del capitalismo”.
Forse. Io non lo credo.
Credo che il mito americano, o quello della classe media in generale, sia in realtà un’invenzione, bella ma durata poco...nel caso italiano diciamo dagli anni 80 fino ai primi anni 2000??
Ora, per esempio in Italia, pensiamo che tutto ciò sia immutabile. Che l’isola Italia potrà, dovrà, deve tornare ad essere quel vulcano effervescente sempre di nuovi diritti che era negli anni 70 e 80. Ignorando un mondo, miliardi di individui, che scalpita per aver anche lui parte di questi diritti e i loro benefit...e forse non c’è ne posto ne risorse per tutti.
C’è però poi anche l’analisi politica.
Il mito americano, nella tomba o già fantasma, stranamente permette di fare film come questo ad una migrante cinese. Permette a migliaia di nomadland, di girare senza limitazioni.
Non è cosi ovunque. Nelle luminose tirannie a cui forse si ispirano quegli enunciatori della “tomba del mito americano e del capitalismo”, ciò non avviene. Ne si produce il film, ne esistono i nomadland. Semplicemente perchè solo esiste l’oblio.
O andate in Cina o Russia a vedere che succede a quelli che non sono più “utili” alla società.
Date retta. Meglio anche solo aver la prospettiva di poter fare il nomadland, che l’oblio cinese o russo.
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