Stalker |
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Un film di Andrei Tarkovsky.
Con Anatoliy Solonitsyn, Nikolaj Grinko, Aleksandr Kaydanovskiy, Alisa Frejndlikh.
continua»
Fantascienza,
durata 161 min.
- URSS, Russia, Germania 1979.
MYMONETRO
Stalker
valutazione media:
4,03
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Recensione Stalkerdi TunaboyFeedback: 1906 | altri commenti e recensioni di Tunaboy |
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martedì 29 giugno 2021 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Quando sentii parlare per la prima volta di “Stalker” non gli diedi troppa attenzione: d’altronde sembrava essere il solito film intellettualoide di un qualche regista russo sconosciuto. In qualche modo, però, il suo nome continuava a comparirmi in faccia: navigando su Internet, tra i post consigliati di Instagram, leggendo pagine e siti di cinema... Allora, incuriosito dal successo che sembrava avere tra gli appassionati di cinema, decisi di cominciare a leggerne: subito rimasi catturato dalle profonde tematiche che esso trattava e dal modo unico nel quale erano trattate. Ora, però, era arrivato il momento di vedere questo misterioso capolavoro: ci misi quasi un anno per trovarlo, ma, finalmente, questa settimana sono riuscito a vederlo. E non ha deluso le aspettative. “Stalker”, diretto dal maestro del cinema russo Andrej Tarkovskij, è più che un normale film: i lunghi e lenti piani sequenza, la pittorica fotografia, il pregnante simbolismo, i poetici dialoghi ergono il capolavoro russo a emblema della condizione umana, accostabile ai grandi classici della letteratura mondiale.
L'effettiva trama è alquanto scarna: si tratta semplicemente del viaggio di tre uomini, un professore, un poeta e una guida (chiamata “stalker”, da cui il film prende il nome), all’interno di una fantomatica “Zona”, un’area proibita vittima di un misterioso incidente dove si troverebbe una stanza nella quale ogni desiderio umano diverrebbe realtà. Il vero significato del film, però, non si ferma qui: è evidente come i tre personaggi rappresentino le diverse facoltà umane (evidentemente il poeta e il professore simboleggiano gli animi razionali e non dell’uomo, mentre lo “stalker” potrebbe essere l’umanità stessa, smarrita e avvinghiata ad un fine lembo di speranza). Inoltre, come già accennavo in precedenza, “Stalker” si erge a capolavoro non solo per le sue tematiche universali, ma anche per la sua eccellenza in ogni ambito tecnico: la fotografia ci offre veri e propri quadri ad ogni frame; la sceneggiatura riesce a toccare temi così vari e profondi con proverbiale maestria ed efficacia; la scenografia, curata da Tarkovskij stesso, riempie ogni scena di ulteriore simbolismo; ed infine, la regia corona questo capolavoro con tecniche e movimenti magistrali. L'unica minuscola pecca potrebbe essere la colonna sonora, a mio parere un po’ scarna e troppo figlia del suo tempo, anche se, in ogni caso, non rovina lo spettacolo offertoci dal resto del film. Così “Stalker” diventa, a mio parere, un capolavoro senza tempo, indiscusso interprete di un’umanità smarrita e fragile, disillusa da ideologie e religioni e avvinghiata ad un sottile drappo di speranza irrazionale. Voto: 5/5
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