Tre colori - Film blu |
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Un film di Krzysztof Kieslowski.
Con Emmanuelle Riva, Juliette Binoche, Benoit Regent, Yann Trégouët.
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Titolo originale Trois couleurs: Bleu.
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 95 min.
- Francia, Polonia 1993.
- Lucky Red
uscita lunedì 11 settembre 2023.
MYMONETRO
Tre colori - Film blu
valutazione media:
3,73
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un film apaticodi LucaGuarFeedback: 4122 | altri commenti e recensioni di LucaGuar |
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lunedì 9 dicembre 2019 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Kieslowski ci presenta il primo dei tre film dedicati alla Francia e ai valori della rivoluzione francese, che si occupa della libertà. Julie, donna benestante e moglie di un famoso compositore, è vittima di un incidente d'auto in cui perdono la vita il marito stesso e la figlia. Dopo la tragedia Julie tenta il suicidio per overdose di farmaci, ma non ha il coraggio di portare a termine l'estremo gesto (tema che tra l'altro sarà ripreso in diverso modo da Kieslowski nel Film Bianco). Ripresasi fisicamente dall'incidente ella venderà la sua casa e i suoi averi, distruggendo ogni traccia del suo passato, compreso lo spartito dell'ultima composizione musicale del marito. La donna si lascia andare così ad una apatica, solipsistica atarassia che però, inevitabilmente, crolla di fronte al flusso della vita che comunque è costretta a vivere. La presenza del collaboratore del marito, con cui inizia una relazione e la scoperta di un figlio del marito nel grembo di un'altra donna la faranno "rientrare nella vita". Kieslowski ci seduce con un'opera raffinata, ricca di temi interessanti e con una introspezione psicologica molto approfondita nei confronti della protagonista, la quale ci viene mostrata in tutta la sua ambiguità. L'opera in generale tuttavia risente di un eccessivo simbolismo, che alla fine non incide, non riesce a coinvolgere lo spettatore e, cosa che dovrebbe fare un film del genere, suscitare una riflessione e una spinta emotiva forte. La protagonista non è in grado di trasmettere limpidamente ciò che forse il regista aveva in mente, e la pellicola risulta un po' anonima a tratti. Io, e qui chiaramente entra in gioco un'opinione strettamente personale, non sono stato in grado di empatizzare con la protagonista la cui parabola esistenziale mi ha trasmesso sempre e solo freddezza e apatia. Non ho notato nessuna evoluzione del personaggio. Peccato perchè il genio di Kieslowski, che è indiscutibile, qui non è riuscito a vedere la luce in modo limpido ed efficace.
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