Keanu Reeves (Keanu Charles Reeves) è un attore libanese, regista, produttore, produttore esecutivo, sceneggiatore, è nato il 2 settembre 1964 a Beirut (Libano). Al cinema il 12 giugno 2025 con il film Ballerina. Keanu Reeves ha oggi 60 anni ed è del segno zodiacale Vergine.
Mi spiace che la mia vita non sia nobile o sublime”. A giustificarsi non è il Dalai Lama nella sua ultima autobiografia. E Keanu Reeves, l’attore che dal 99, dentro e fuori dal set, interpreta il Messia. Revolutions, terzo e definitivo capitolo della saga-parabola di Matrix, è in arrivo. E, come ogni verità rivelata, approderà su tutti gli schermi del mondo alla stessa ora dello stesso giorno, il 5 novembre (le 6 del mattino, fuso di Hollywood). Keanu, nell’attesa, medita. Soggetti preferiti, lo svuotamento dell’io e la sospensione del desiderio. Sono esperienze che danno alla testa. Sono storie - la Matrice, l’Eletto, l’Oracolo, la Profezia, a ribellione dell’uomo alle macchine e, giù giù direttamente da lì, il rifiuto del principio d’autorità, la lotta alla società capitalistica, il trionfo del libero arbitrio - che impongono una svolta. Nel caso di Keanu Reeves qualcosa di più del passaggio dal fiero proprietario di una moto Norton Combat Commando 850cc del 1974 al prete postatomico che ha fatto indigestione di William Gibson e Philip K. Dick. La metamorfosi, vera, non virtuale, è avvenuta. E senza arrivare agli eccessi dei gestori del sito “Conto alla rovescia per il compleanno di Keanu Reeves” - che sostengono: “È lui l’Eletto” - affermiamo semplicemente che Keanu Reeves è Matrix e Matrix è Keanu Reeves. Le prove.
Reeves, natali a Beirut nel 1963, passaporto canadese, sangue misto (cinese, hawaiano, british), un nome che è un programma e significa “brezza fresca sulle montagne”, a 17 anni viene buttato fuori dalla scuola. Ci riprova con l’università, ma invece di dare esami, entra nella locale squadra di hockey sul ghiaccio. Da un triennio a questa parte, dopo il training che i fratelli Wachowski, i registi della trilogia, gli hanno fatto. Atletico Keanu già lo era (surfista in Pointbreak), sexy pure (ragazzo di vita di origini borghesi in Belli e dannati), emaciato quanto bastava (vittima di Dracula). Matrix, se ancora qualcosa gli mancava, gli ha regalato il “mojo”, per dirla con Austin Powers. “Quel certo non-so-che” traduciamo noi. Effettivamente. una decina di chili in meno, incarnato da sadu indiano, look da guru contemplativo che schiva le pallottole e sprizza carisma, Reeves è ora uno degli uomini d’oro di Hollywood: 30 milioni di dollari è stato il suo Cachet per la doppietta Matrix 2 e3. Appena prima di finire nell’impresa che coniuga pop arte new age, millenarismo e il pirandelliano conflitto essere-apparire, era considerato un attore finito. Bolso, relegato al ruolo di spalla o di poco credibile amoroso in film non memorabili(Le riserve con Gene Hackman, Dolce novembre con Charlize Theron), sembrava destinato a pagare l’affitto con le sue prestazioni da bassista per i Dogstar. Matrix gli ha cambiato la vita. Non solo a lui.
A pochi giorni dall’attacco a Machine City, la domanda è: c’è davvero un prima e un dopo Matrix? Se la fama sì misura in citazioni, omaggi, imitazioni e parodie, i Wachowski hanno decisamente fatto bingo: c’è anche chi ha scritto che con Matrix la generazione dei 15-25enni ha visto dio. “È stata una vera rivoluzione” dice Gianni Canova, critico cinematografico. “Anche se, come tutte quelle indotte da film, i segnali c’erano già. In Matrix i corpi e le pallottole sconfiggono le leggi di gravità e l’uomo contemporaneo si ritrova incantato davanti alla Tecnologia esattamente come i romantici di fronte alla Natura: una nuova forma di sublime. Matrix è stato il primo blockbuster a mischiare cultura alta e bassa, facendosi accettare dai ragazzi dei ghetti e dai filosofi più sofisticati. I primi sono usciti ipnotizzati dai combattimenti coreografati, i secondi paragonando Neo & c. ai noglobal reali”, Il filosofo sofisticato è lo sloveno Slavoj Zizek, psicoanalista lacaniano, professore di Sociologia a Lubiana. Con un libro (titolo rubato a Morpheus: Benvenuti nel deserto del reale. Sottotitolo: Cinque saggi sull’11 settembre e date simili) ha aperto il dibattito: Matrix ha influenzato la nostra capacità di comprendere la realtà, con tanto di lettura politica della lotta alla Matrice(”Matrix Revolutions dovrà produrre a risposta appropriata ai dilemmi della politica di oggi”). Quasi troppo, per un film. No, scrive Zizek: “Il successo di Matrix ha portato questa logica: la realtà materiale che tutti noi viviamo e vediamo è in effetti virtuale, generata da un megacomputer al quale siamo tutti connessi. Quando l’eroe Keanu Reeves si ridesta nella “realtà reale” vede un “deserto del reale”, un panorama cosparso di rovine bruciate. Non è successo qualcosa di simile a New York l’11settembre? A noi, corrotti da Hollywood, le torri che crollavano ricordavano le scene mozzafiato dei kolossal catastrofici”.
Apocalittico? C’è di più. Sono cambiate le regole del gioco. E le definizioni: “In Matrix c’è, esasperato, l’incubo della realtà che non esiste di Philip K. Dick”. Parola di Sergio Fanucci, editore, oltre che di Dick, di quella che lui chiama non più fantascienza ma “Immaginario Futuro”:“Matrix ha aiutato a distruggere la fantascienza degli omini verdi: Perdido Street Station del britannico e marxista China Miéville, appena uscito, è forse l’esempio più alto di questa nuova tendenza. E Science Fantasy: ambientazione futuribile e lotta tra Bene e Male. Aggiungete lo scontro tra l’uomo e la tecnologia. Non si tratta più solo di resistere, ma di combattere: allargare l’immaginario, contro un sistema globale sbagliato. Sullo schermo, con la letteratura, nella realtà. Senza le facili consolazioni di alieni e maghetti”. Vivremo dunque presto come in Matrix? Di sicuro abbiamo cominciato vestendoci così.
Oltre, naturalmente, alla battaglia campale. lunga 17 minuti e costata quasi 40 milioni di dollari. Soldi risparmiati dal marketing: per il lancio di Revolutions, la produttrice Warner Bros. ha scelto una strategia paradossale. “La miglior pubblicità per il terzo episodio è il secondo” ha dichiarato il tycoon Joel Silver. E così è stato: un solo trailer agganciato a Reloaded, interviste col contagocce, manifesti minimalisti e poche indiscrezioni su www.thematrix.com. Il blackout contro il chiacchiericcio pubblicitario globale? “Potrebbe trattarsi di una trovatona pubblicitaria azzeccata, non dire niente per far crescere l’appetito (e sarebbe molto Matrix) oppure risolversi in una débàcle totale” commenta Guido Comnara, direttore creativo esecutivo della Saatchi & Saatchi. l’agenzia che, tra gli altri film, ha curato il lancio di The dreamers di Bertolucci. “Proprio in un momento in cui le compagnie di produzione affidano anche la confezione dei trailer a professionisti della comunicazione, Matrix ci dice che minima, o addirittura niente, è meglio. Staremo a vedere. Di certo ha funzionato il contagio del Matrix-style, soprattutto, nel nostro campo, Per almeno due anni i miei collaboratori, quando mi proponevano uno spot destinato ai giovani, mi dicevano: “Hai presente.., tipo Matrix?”.
Una vera revolution.
Da Donna del Corriere della Sera, 24 ottobre 2003
Matrix Revolutions pone fine alla trilogia cinematografica che con il suo successo ha più influenzato in questi anni il costume, il gusto, l’immaginazione collettiva, persino la tecnologia o le tecniche di illuminazione d’interni. Scompare quindi il protagonista Neo, Keanu Reeves, faccia pallida, vesti nere e lenti nere ovali, gesti secchi e asciutto spolverino, imitato invano da milioni di ragazzi smaniosi.
Contemporaneamente, si viene a sapere che Keanu Reeves ha sospeso attività e lavoro per assistere la sorella Kim malata di una grave forma di leucemia, trasformando per curarla la propria casa in un piccolo attrezzatissimo ospedale: una notizia diversa però sorprendente quanto quella della sgargiante festa di Natale Capodanno 2001-2002 da lui offerta agli amici (ventisette ospiti, tra i quali Brad Pitt, Matt Damon, Drew Barrymore) sulla Doublelsland in Australia. Anticonvenzionale e anche buono, l’eroe diMatrix adesso ha39 anni. È nato a Beirut in Libano: madre inglese, padre cinese-hawaiano presto svanito. È cresciuto in Australia e in Canada, ha studiato recitazione in Pennsylvania, è stato arrestato per guida in stato di ubriachezza, la una grossa motocicletta d’epoca (1974) su cui ha avuto diversi incidenti a causa dell’abitudine-sfida di condurla a fari spenti, ha una propria band battezzata Dogstar, in cui suona il basso, ha a Toronto un negozio chiamato Pastashop, ha perduto due anni fa in un incidente stradale l’innamorata Jennifer Syme. Indolente, impassibile, capace di essere glaciale e sensuale insieme, ha debuttato nel 1986 ed è diventato l’interprete delle storie e dei personaggi più contemporanei o più avveniristici: Siddharla nel Piccolo Buddha di Bernardo Bertolucci; un ragazzo che si prostituisce in Belli e dannati di GusVan Sant il pony-express elettronico che in un mondo cyberpunk recapita segreti preziosi contenuti in un chip impiantato all’interno della testa in Johnny Mnemonic, diretto dall’artista visuale Robert Longo. E dal 1999, in Matrix di Andy e Larry Wachowski, l’eroe del più fantasioso cyber-actionmovie degli anni Novanta. Rimpiangeremo a distante freddezza, la sensualità misticheggiante, i voli e i duelli epici, il piglio da Messia, gli spolverini neri di Keanu Reeves-Neo? Chissà. Non si può escluderne, prima o poi, un ritorno: nello spettacolo poco si crea, ma nulla si distrugge.
Da La Specchio, 8 novembre 2003
È uno degli attori protagonisti più richiesti di Hollywood. Reeves ha recentemente affiancato Forest Whitaker nel thriller La notte non aspetta (Street Kings), uscito per la Fox Searchlight Pictures. In precedenza, era apparso, assieme a Sandra Bullock, nella pellicola romantica La casa sul lago del tempo (The Lake House) e in A scanner darkly - Un oscuro scrutare (A Scanner Darkly), una fusione molto elegante di live-action e animazione. Reeves è anche stato il protagonista dell’adattamento del fumetto Constantine con Rachel Weisz, del film indipendente Thumbsucker, di Tutto può succedere - Something's gotta give (Something’s Gotta Give), una commedia romantica in cui lavorava assieme a Jack Nicholson e Diane Keaton, così come di The Matrix Revolutions, il capitolo finale nella fortunata trilogia di Matrix, che ha fatto seguito a The Matrix Reloaded. Nella sua filmografia, ricordiamo Hardball; The gift - Il dono (The Gift) con Cate Blanchett, in un ruolo per cui ha ottenuto grandi consensi; Sweet November - Dolce novembre (Sweet November), Le riserve (The Replacements), Il profumo del mosto selvatico (A Walk in the Clouds); il fortunato thriller L’avvocato del diavolo (Devil’s Advocate), con Al Pacino e Charlize Theron; Piccolo Buddha (Little Buddha); e Molto rumore per nulla (Much Ado About Nothing), assieme a Denzel Washington, Emma Thompson e Michael Keaton. Reeves è anche apparso in Dracula (Bram Stoker's Dracula), Belli e dannati (My Own Private Idaho), Point break, Punto di rottura (Point Break); il popolarissimo Bill & Ted's Excellent Adventure e il suo sequel, Un mitico viaggio (Bill & Ted's Bogus Journey). Cresciuto a Toronto, Reeves ha lavorato in numerose produzioni teatrali locali e in televisione prima di trasferirsi a Los Angeles. Il suo primo ruolo acclamato è stato quello ne I ragazzi del fiume (River's Edge) di Tim Hunter. In seguito, ha partecipato a Il peso del ricordo (Permanent Record) di Marisa Silver e, con Amy Madigan e Fred Ward, a Il Principe di Pennsylvania (The Prince of Pennsylvania). Un’altra svolta nella sua carriera è avvenuta quando è stato scelto per la parte dell’innocente Danceny nell’acclamata pellicola di Stephen Frears Le relazioni pericolose (Dangerous Liaisons), assieme a Glenn Close, John Malkovich e Michelle Pfeiffer. Ha fatto parte di cast importanti nella commedia di Ron Howard Parenti, amici e tanti guai (Parenthood) e in quella di Lawrence Kasdan Ti amerò... fino ad ammazzarti (I Love You To Death). Il pubblico ha visto Reeves per la prima volta come un protagonista romantico, assieme a Barbara Hershey, in Zia Giulia e la telenovela (Tune in Tomorrow) di Jon Amiel, interpretato anche da Peter Falk. Tra gli altri titoli in cui è stato impegnato, figurano il thriller di fantascienza della Tri-Star Johnny Mnemonic; l’action movie di Andrew Davis Reazione a catena (Chain Reaction); e la commedia dark Due mariti per un matrimonio (Feeling Minnesota) di Steven Baigelman per la New Line Cinema.