Chris Evans, Uomo torcia nei «Fantastici Quattro» avrà il ruolo, mai portato prima sullo schermo, che Tennessee Williams aveva pensato per l'attore di «Un tram che si chiama desiderio». La storia? Torbida e sensuale, ovvio.
Toccherà quest'anno a un giovane attore americano, Chris Evans, l'ingrato compito di ripercorrere le orme di Marlon Brando. Ma prima bisogna fare un passo indietro e ricordare una leggenda del teatro americano che coinvolse due futuri miti. A quel tempo, era il 1947, le chiacchiere non si chiamavano ancora gossip. j Brando ha 23 anni, non è alta ma ha un fisico possente e una promettente carriera teatrale appena minata da insofferenti intemperanze. Una delle grandi signore della scena, Tallulah Bankhead, lo ha fatto licenziare perché in L'aquila a due teste di Jean Cocteau, durante il suo straziato monologo di regina morente, Marlon, per combattere la noia, alle sue spalle si apriva e chiudeva la zip dei pantaloni.
Tennessee Williams, invece, grazie al suo Zoo di vetro, à già il drammaturgo più ricercato dei momento e ha appena finito di scrivere Un tram che si chiama desiderio, attingendo a piene mani fra quelli che diventeranno i suoi temi preferiti: repressi desideri sessuali, turbe mentali e omosessualità. A dirigerlo sarà il già affermato Elia Kazan, futuro amante di Marilyn Monroe. Produttrice è Irene Mayer Selznick, figlia di uno dei fon datori della Mgm e moglie dell'indomito produttore di Via col vento. Irene, convinta che lo spettacolo debba essere sostenuto da un nome celebre, per il brutale protagonista Stanley Kovalski vuole John Garfield, attore hollywoodiano considerato oggi capostipite dei «ribelli», Montgomery Clift, Marlon Brando e James Dean.
Ma Kazan considera Garfield troppo «educato» e preferirebbe il meno affermato Brando.
A questo punto solo Wllilams, 36 anni e un non celato interesse per la bellezza maschile, potrebbe decidere. Ma ë in vacanza a Provincetown, Cape Cod. Kazan presta a Brando i soldi per il viaggio e qui le cronache sfumano nel bisbiglio: piove forte quando Marion arriva in quella casa buia. Il temporale ha causato un allagamento interno e fatto saltare l'elettricità. Tennessee apre la porta facendo luce con una candela: davanti a lui c'è un ragazzo fradicio e bellissimo, che si offre di riparare ii danno. Quando Brando esce da quella casa la mattina dopo, il ruolo è suo. Ma non deluderà la fiducia in lui riposta. Il resto, come sappiamo è, prima in palcoscenico e poi sullo schermo, la consacrazione della più incandescente personalità del secolo scorso.
Anni dopo, nel '59, Brando reciterà ancora Williams in Pelle di serpente, ma il miracolo non si ripeterà. Fra l'attore ed il commediografo non nacque un'amicizia e Marlon dichiarò che a Williams interessavano soprattutto i ruoli femminili, nei quali infondeva le proprie frustrazioni erotiche e i disturbi mentali della sorella, vittima di una lobotomia. Ma almeno una volta, negli anni Cinquanta, Tennessee si mise a scrivere pensando, sembra, a lui. Una sceneggiatura che nessuno gli aveva commissionato, The Loss of a Teardrop Diamond, ossia «La perdita del diamante a goccia», che poi dimenticò fra le carte che invadevano la sua casa. Riemerse vent'anni dopo. L'uomo che forse (aveva ispirata non era più adatto al ruolo e così la ripose fino al 1980, quando decise di inserirla fra altri inediti da pubblicare. Uscì nell'84, un anno dopo la sua morte e, nonostante vari tentativi, solo ora è diventata un film. A dirigerlo è Jodie Markell, attrice di modesta fama, per la prima volta dietro la macchina da presa. E l'uomo che incarna l'indolenza sfrontata e sensuale che fu di Brando è Chris Evans, già uomo torcia in I fantastici quattro.
Williams introduce il suo personaggio come «l'eroe di una romantica ballata». Figlio di un fattore alcolizzato, è oggetto di desiderio dell'ereditiera della proprietà dove lavora. Siamo negli anni Venti e la ragazza è già minata da alcol, oppio ed esaurimenti nervosi e maschera nell'arroganza della differenza sociale i suoi richiami di aiuto. L'uomo, tanto idealizzato nella sua carnalità, questa volta avrà pietà del suo fragile terrore. Non mancano, come un ricorrente e lugubre accordo musicale, il manicomio da Williams visitato con orrore in Improvvisamente l'estate scorsa, né l'ultima fuga possibile nell'eutanasia. Un piccolo classico recuperato, insomma. La protagonista è Bryce Dallas Howard, figlia del regista Ron Howard. Ma reggere l'intera operazione tocca a Evans, che abbandona le origini borghesi e il suo passato di agente teatrale, come il sorriso da bravo ragazzo e lo sguardo positivo di attivista democratico. Per ritrovare in sé la polvere ed il rancore di chi può essere a piacere ripulito e illuso per il capriccio di una sola sera, durante un ballo estivo ormai dimenticato.
Da Il Venerdì di Repubblica, 25 luglio 2008