sergio
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domenica 26 gennaio 2025
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da non perdere.
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Ogni tanto un film che ti lascia delle semplici emozioni.
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donatella marzocco
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domenica 26 gennaio 2025
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che abbaglio!
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Fiml noioso, trama verosimile. Non suscita alcuna emozione, il ritmo è lento e poco suggestivo. Un film che sa poco di storia, nonostante luoghi e date coincidano ma che lascia il vuoto dentro. Unica verità il titolo: un vero e proprio ABBAGLIO!
[+] forse ha sbagliato film
(di sergio)
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domenica 26 gennaio 2025
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falsi miti
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Ancora con questo falso mito risorgimentale,i Borbone erano nemici dei ricchi e latifondisti,la Sicilia ? quella che ha pagato di pi?,azzerando l'economia a favore del Piemonte.
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ruger357mgm
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venerdì 24 gennaio 2025
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ora
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"Una vita decorosa ORA, un'abitazione decente ORA...", mi si perdoni il virgolettato impreciso ma nella sontuosa interpretazione di Toni Servillo, una delle scene più politicamente esaltanti è questo riferimento a quello che i neo liberati siciliani, accingendosi a diventare sudditi dei Savoia, ma in ogni caso italiani, avrebbero dovuto pretendere dal nuovo ordinamento anche per dare un'anima alla lotta cui stavano assistendo.Occhi febbricitanti, che lasciano presumere la vigilia , non ancora dannunziana, dell'impresa al momento della partenza da Quarto.Primi piani,elegantemente rubati al Leone di Giù la testa, ci preparano a rivivere l'impresa garibaldina che pochissimi in realtà ci hanno mai mostrato, dal 1860 di Blasetti al Gattopardo, al misconosciuto Bronte degli anni 70 , che ci narrava delle gesta di Bixio il normalizzatore, al sopravvalutato Noi Credevamo: finalmente un bel film sul Risorgimento.
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"Una vita decorosa ORA, un'abitazione decente ORA...", mi si perdoni il virgolettato impreciso ma nella sontuosa interpretazione di Toni Servillo, una delle scene più politicamente esaltanti è questo riferimento a quello che i neo liberati siciliani, accingendosi a diventare sudditi dei Savoia, ma in ogni caso italiani, avrebbero dovuto pretendere dal nuovo ordinamento anche per dare un'anima alla lotta cui stavano assistendo.Occhi febbricitanti, che lasciano presumere la vigilia , non ancora dannunziana, dell'impresa al momento della partenza da Quarto.Primi piani,elegantemente rubati al Leone di Giù la testa, ci preparano a rivivere l'impresa garibaldina che pochissimi in realtà ci hanno mai mostrato, dal 1860 di Blasetti al Gattopardo, al misconosciuto Bronte degli anni 70 , che ci narrava delle gesta di Bixio il normalizzatore, al sopravvalutato Noi Credevamo: finalmente un bel film sul Risorgimento.Ben fotografato, con ottimi costumi, sia quelli dei poveri che quelli dei borghesi che quelli dei militari e dei nobili.Da intellettuale meridionale Andò cita Sciascia e spiega la mafia e Tomasi di Lampedusa,anticipando la politica delle promesse e della "terra ai contadini", miseramente perita sotto le raffiche di mitragliatrice di Portella della Ginestra e insieme con l' elenco misconosciuto dei sindacalisti assassinati tra il 1943 e il 1948. Sono bravi persino Ficarra e Picone, con la loro modesta cifra attoriale e stilistica, calati in due cialtroni che, all'italiana, se la cavano sempre. Il film oscilla tra l'operazione di recupero della storia minima, quella della diversione Orsini e dell'episodio di Sambuca di Sicilia e la " smitizzazione" dell' epica garibaldina. Grazie alla maiuscola prestazione di Servillo e alla bravura del regista abbiamo prova certa di un cinema italiano di valore civico ed esemplare per coerenza filologica. Da vedere volentieri e da spiegare a scuola.
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vale72
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mercoledì 22 gennaio 2025
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mezza delusione
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un film che non mi ha lasciato nulla
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giovanna cardamone
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martedì 21 gennaio 2025
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"illusioni di libert?".
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L'Abbaglio, diretto da Roberto Andò, è una commedia amara che riesce a unire abilmente elementi storici e comici, offrendo una riflessione profonda sull'identità italiana e i suoi valori. Il film, ambientato nel 1860 durante la spedizione dei Mille, segue le avventure di due uomini comuni, Domenico e Rosario, interpretati da Salvo Ficarra e Valentino Picone, che si trovano coinvolti in eventi storici più grandi di loro.
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L'Abbaglio, diretto da Roberto Andò, è una commedia amara che riesce a unire abilmente elementi storici e comici, offrendo una riflessione profonda sull'identità italiana e i suoi valori. Il film, ambientato nel 1860 durante la spedizione dei Mille, segue le avventure di due uomini comuni, Domenico e Rosario, interpretati da Salvo Ficarra e Valentino Picone, che si trovano coinvolti in eventi storici più grandi di loro.
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luciana razete
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martedì 21 gennaio 2025
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un prodotto ben costruito
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Un film , abbastanza gradevole ma senza troppe pretese ed ambizioni. Convincente l' interpretazione del duo palermitano , resa ancora più incisiva dall uso costante del dialetto siciliano , con sottotitoli che accompagnano pure il francese delle truppe borboniche anche se l' uso del dialetto non mi pare essenziale al tessuto narrativo ( come in altri film -di ben diverso spessore- come il poetico e coinvolgente “ Vermiglio”) . Certo non è facile confrontarsi con pagine della nostra storia ancora da esplorare e se il diversivo creato dalla colonna Orsini , condotta da un flemmatico Tony Servillo , entra a pieno titolo nel successo della spedizione garibaldina , i due cialtroni- arruolatisi nei Mille per motivi tutt’altro che patriottici e divenuti eroi per caso - appartengono alla fantasia del regista .
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Un film , abbastanza gradevole ma senza troppe pretese ed ambizioni. Convincente l' interpretazione del duo palermitano , resa ancora più incisiva dall uso costante del dialetto siciliano , con sottotitoli che accompagnano pure il francese delle truppe borboniche anche se l' uso del dialetto non mi pare essenziale al tessuto narrativo ( come in altri film -di ben diverso spessore- come il poetico e coinvolgente “ Vermiglio”) . Certo non è facile confrontarsi con pagine della nostra storia ancora da esplorare e se il diversivo creato dalla colonna Orsini , condotta da un flemmatico Tony Servillo , entra a pieno titolo nel successo della spedizione garibaldina , i due cialtroni- arruolatisi nei Mille per motivi tutt’altro che patriottici e divenuti eroi per caso - appartengono alla fantasia del regista . È un espediente narrativo che ritroviamo in altri film di altra qualità come ‘ la Grande Guerra “ con le interpretazioni davvero superlative di Gassman e Sordi ( ma non è neppure proponibile una comparazione tra le due opere ) . Il tema degli ideali del Risorgimento delusi ( che ha ispirato il bellissimo “noi credevamo” di Martone ) qui è appena accennato nelle riflessioni del colonnello Orsini ( Servillo ) che però meritano una specifica menzione per la ahimè condivisibile affermazione secondo cui “L opinione pubblica sarà dominata dagli imbonitori” . Un po’pleonastico il finale che appesantisce la durata di un film già di oltre due ore . Pittoreschi gli scorci di alcuni nostri Borghi , Mi sfugge il riferimento del titolo : L abbaglio di chi ? Delle truppe borboniche che seguano la falsa pista della sparuta colonna Orsini o dello stesso colonnello Orsini che crede nell' eroismo dei due disertori ritrovandoli poi tali e quali li aveva conosciuto ? ,Un prodotto ben confezionato, di sicuro impatto commerciale , ora prsente in quasi tutte le sale palermitane .
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dreamers
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lunedì 20 gennaio 2025
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lo schermo non ? il palco
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Quello che può valere sul palco, se riportato sullo schermo in un film dal registro realistico, può risultare inaccettabile. E su questo fronte la regia di Andò, pur degna della massima stima, più volte traballa. O scegli l'effetto straniante alla Taviani o altrimenti, se metti in campo gli effetti digitali per rendere credibile l'artefatto, allora devi rimanere in linea con questa scelta. Per dire: Servillo che si lancia nel cuore della battaglia con la faccia di uno che va a vedere se gli hanno rigato la macchina e tira fendenti come alle prese con una zanzara notturna... è imbarazzante. O il gruppo di picciotti sistemati a inneggiare a Garibaldi sistemati come belle statuine, indaffarati solo a farsi raggiungere dalla macchina da presa.
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Quello che può valere sul palco, se riportato sullo schermo in un film dal registro realistico, può risultare inaccettabile. E su questo fronte la regia di Andò, pur degna della massima stima, più volte traballa. O scegli l'effetto straniante alla Taviani o altrimenti, se metti in campo gli effetti digitali per rendere credibile l'artefatto, allora devi rimanere in linea con questa scelta. Per dire: Servillo che si lancia nel cuore della battaglia con la faccia di uno che va a vedere se gli hanno rigato la macchina e tira fendenti come alle prese con una zanzara notturna... è imbarazzante. O il gruppo di picciotti sistemati a inneggiare a Garibaldi sistemati come belle statuine, indaffarati solo a farsi raggiungere dalla macchina da presa... non va bene. O tutto il finale, dal controcampo su Servillo e il Ragusin minimamente preoccupati di coprirsi al nemico, inquadratura appiccicata alla scena in una prospettiva narrativa e logistica da B Movie anni Settanta, sino al teatrino col Ficarra che deve dire ad alta voce il codice d'accesso alla "sua" Assuntina, che già lo vede dallo spioncino, giusto per farsi sentire da Servillo che lo segue in un'ombra furtiva, o ancora dopo: il bordello formato vanity fair, attraversato come l'esposizione di un reparto ikea... be', non ci sta... Solo in Italia combiniamo di queste ingenuità: che senso ha, per esempio, che Servillo debba spiare tutto di nascosto la sala clandestina quando, di fatto, sta per avervi tranquillamente accesso? Perché il banale taglio del mazzo dovrebbe mettere in totale crisi un baro addestratissimo come Picone? Abbagli... troppi.
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frankmoovie
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lunedì 20 gennaio 2025
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l''abbaglio. storia, sentimenti e ...
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Questo film ci ha dato soddisfazione per molti motivi: per la storia che racconta tra finzione e realtà, per i primi piani molto intensi, per il cast di alto livello e il trio Servillo, Ficarra e Picone che si supera anno dopo anno, amalgamandosi tra momenti dalla recitazione teatrale a quella comica, con la conferma che i comici spesso sono più bravi nei ruoli drammatici ... Ottimi anche Tommaso Ragno, Giulia Andò ... Il regista Roberto Andò ha voluto fare un film che ricorda altri momenti del cinema, con centinaia di comparse, battaglie campali attimi di sentimenti sinceri in una baraonda di inganni, trucchi e bugie. Buona la colonna sonora che in alcuni tratti sembrava ricordare note di Ennio Morricone.
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Questo film ci ha dato soddisfazione per molti motivi: per la storia che racconta tra finzione e realtà, per i primi piani molto intensi, per il cast di alto livello e il trio Servillo, Ficarra e Picone che si supera anno dopo anno, amalgamandosi tra momenti dalla recitazione teatrale a quella comica, con la conferma che i comici spesso sono più bravi nei ruoli drammatici ... Ottimi anche Tommaso Ragno, Giulia Andò ... Il regista Roberto Andò ha voluto fare un film che ricorda altri momenti del cinema, con centinaia di comparse, battaglie campali attimi di sentimenti sinceri in una baraonda di inganni, trucchi e bugie. Buona la colonna sonora che in alcuni tratti sembrava ricordare note di Ennio Morricone. Molti anche spunti di riflessione sugli avvenimenti della costruzione dell'Unità d'Italia che, nel bene e nel male, Garibaldi con i suoi comandanti riuscì a realizzare. Ci sono riferimenti chiari anche alla politica dei nostri giorni per esempio quando il colonnello Orsini dice che liberata la Sicilia dai Borboni e anche da gruppi malavitosi resta il dubbio che poco cambierà perché arriveranno nuovi imbonitori del popolo, "il futuro sarà sempre più nelle mani degli imbonitori" ... e la conquista può essere un abbaglio. Il film è da vedere certamente per chi ama il cinema italiano.
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roberta
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lunedì 20 gennaio 2025
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ben fatto
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L?ho trovato ben fatto ,ottimo lavoro di sceneggiatura,bei dialoghi con frecciatine di riflessioni ?scontate ma non scontate ? quando c?? di mezzo la cara Sicilia. Mi sono piaciuti tutti,non ? un film comico ma la comicit? di Ficarra e Picone entra come smorzante romanzato sempre gradevole.Leggermente lento in alcuni momenti.Bravi e lo consiglio
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