enzino
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venerdì 13 giugno 2025
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la spedizione dei mille: eroi o pedine?
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La Spedizione dei Mille: eroi o pedine? Una critica alla narrazione romantica del Risorgimento
Negli ultimi anni, nuovi documenti emersi dagli archivi britannici stanno profondamente ridefinendo la nostra comprensione della Spedizione dei Mille. Lettere, corrispondenze diplomatiche e atti bancari rivelano che quella che per decenni è stata narrata come una missione idealista e spontanea per l’unità d’Italia fu in realtà una complessa operazione geopolitica, sostenuta e in parte orchestrata da potenze straniere, in primis l’Inghilterra.
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La Spedizione dei Mille: eroi o pedine? Una critica alla narrazione romantica del Risorgimento
Negli ultimi anni, nuovi documenti emersi dagli archivi britannici stanno profondamente ridefinendo la nostra comprensione della Spedizione dei Mille. Lettere, corrispondenze diplomatiche e atti bancari rivelano che quella che per decenni è stata narrata come una missione idealista e spontanea per l’unità d’Italia fu in realtà una complessa operazione geopolitica, sostenuta e in parte orchestrata da potenze straniere, in primis l’Inghilterra.
È in questo contesto che risulta problematico il film "L'abbaglio", che propone una visione confusa dell’impresa garibaldina. Il film presenta Orsini, Garibaldi e i suoi volontari come protagonisti mossi unicamente da un sogno di libertà e giustizia, ignorando del tutto le trame massoniche, i fondi esteri, il ruolo delle banche britanniche e l’appoggio tattico della Royal Navy.
Le carte conservate all’Archivio Nazionale di Kew (UK) documentano chiaramente il coinvolgimento attivo della diplomazia inglese e il sostegno logistico navale durante lo sbarco in Sicilia. Non solo: risulta che logge massoniche di Londra e Milano abbiano raccolto fondi e sostenuto l’organizzazione dell’impresa, e che una lettera di credito della National Bank of Scotland sia stata utilizzata per finanziare l’acquisto di armi e munizioni. Tutto ciò contraddice l'immagine romantica di una rivoluzione.
Siamo dunque davanti a un paradosso: mentre la ricerca storica più recente smonta il mito del patriottismo ingenuo, il cinema continua a riproporre una narrativa semplificata, scollegata dai fatti. Questo tipo di rappresentazione rischia di cristallizzare una memoria collettiva ingannevole, che trasforma eventi complessi in favole consolatorie.
In un’epoca in cui la rilettura critica della storia è più urgente che mai, è doveroso chiedersi: a chi giova mantenere il mito, e perché continua a essere alimentato nei media? Il Risorgimento italiano merita una narrazione matura e plurale, capace di includere le sue ombre, i suoi compromessi, e le ingerenze internazionali che ne hanno segnato l’esito.
Raccontare la verità storica non significa disonorare i protagonisti, ma restituire dignità alla complessità dei fatti.
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sabato 8 marzo 2025
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sbagliato
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abbaglio dal 24 al 26/3 al san demetrio
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maramaldo
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martedì 25 febbraio 2025
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lumie di sicilia
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Agrume leggendario, coltivato da qualche parte, non l'inventò Pirandello. Dicono, effluvi mediterranei, colori dell'Isola, gusto tra il limone e il tarocco. Proprio quel che si proponeva di montare Roberto Andò. C'è riuscito? Intanto, andiamo subito ai convenevoli prima di scantonare in digressioni più o meno sconsiderate. Alto livello di rappresentazione e di spettacolo. Esterni: squarci ariosi di campagne che si vogliono incontaminate, ruderi in rovina che attestano la diligenza del documentarista. Interni: leziosità sopraffine alla Visconti. La terna, ormai diventata eterna, facezia che ci sta nel contesto ridanciano che si vuole satira.
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Agrume leggendario, coltivato da qualche parte, non l'inventò Pirandello. Dicono, effluvi mediterranei, colori dell'Isola, gusto tra il limone e il tarocco. Proprio quel che si proponeva di montare Roberto Andò. C'è riuscito? Intanto, andiamo subito ai convenevoli prima di scantonare in digressioni più o meno sconsiderate. Alto livello di rappresentazione e di spettacolo. Esterni: squarci ariosi di campagne che si vogliono incontaminate, ruderi in rovina che attestano la diligenza del documentarista. Interni: leziosità sopraffine alla Visconti. La terna, ormai diventata eterna, facezia che ci sta nel contesto ridanciano che si vuole satira. L'attorialità avrebbe potuto attingere, se fossero stati su piazza, a Franchi & Ingrassia. Richiamo senza malizia, "Ciccio" intrigò Fellini e, poi, anch'essi nacquero tra Vucciria e Ballarò. Un elemento che predomina sotteso nella concezione dell'opera. Direte, Servillo è di Napoli. E allora? capitale delle Due Sicilie fu, rientra nella barzelletta. Il vero Orsini era palermitano.
Autenticità storiche. Inoppugnabile che valligiani dalle scarpe grosse soffrissero orribilmente durante la traversata in mare. Si capisce come sia rimasta nel Bergamasco qualche avversione per il Meridione. Ma, per favore, lo sbarco non fu Normandia. Passò molto più liscia grazie forse ai maneggi di uno che a Torino, per la gloria e la riconoscenza della Patria, spediva contesse a Parigi e bersaglieri in Crimea.
Occupiamoci di Garibaldi, maltrattamento di Storia o storia di un maltrattamento? Temo tutt'e due. Intanto si riscontra un Tommaso Ragno che pur essendo un teatrale viene rimpannucciato con un ponchito che sembra di Armani. Combattendo impavido in due mondi, il Nostro scansò il piombo in cento battaglie. Gli Americani, pensandolo invulnerabile, gli volevano far fare la guerra di secessione. Tuttora ne tengono, spero, un busto come amuleto davanti la porta della saletta del Senato a Capitol Hill. All'Aspromonte un bersagliere pure patriota lo atterrò con schioppettata come una quaglia grassa. Che si portò l'Eroe da quell'impresa? La giumenta che gli regalò un marchese lungimirante, quando si dice gattopardo. Se, invece, ci avesse recuperato la sua Nizza, oggi faremmo un figurone.
Tornando al film, Andò tiene a far sapere che l'Orsini in un soggiorno a Istanbul passò alla religione del posto,probabilmente vuol mostrare che anche un conterraneo può essere coraggioso, aperto a sbocchi audaci e a novità. Sussistono altre spiegazioni. Un dettame divino, che ormai vige anche da noi con risvolti sul penale, vieta alle fedeli di "entrare in contatto" con infedeli. Al viaggiatore, libertino o illuminista che fosse, toccava abbracciare un credo se voleva abbracciare un donna. Forse non tutto è solo abbaglio.Si ha l'impressione che la Sicilia stia rientrando gradualmente nella Umma che probabilmente le è più congeniale. Un episodio che non viene tanto ricordato. Annetti fa, era socio d'affari con un terrone il fratello di un presidente buono che pur ha dovuto arrivare a cent'anni per essere rimpianto. Battista della Georgia si adoperò per erigere una moschea con i contributi di uno al quale abbiamo baciato la mano e poi consentito che i suoi lo giustiziassero, l'autodeterminazione che si lascia volentieri ai popoli. Dove accadeva questo? A Catania, Sicily.
P.S. Il ghiribizzo sulla Callas di uno stranito Larraìn, il teatro di pupi del buontempone Andò terminano con lo stesso va pensiero. Mi ci smarrisco. Ci sarà un nesso occulto? Scorgo soltanto un esile filo a cui può attaccarsi il sovranista di giornata. Viva l'Italia, dunque? Meglio: tuttalitaliatuttalitaliatutt
an
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anna
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lunedì 10 febbraio 2025
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da non perdere
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Non credevo che And? riuscisse a bissare il successo della Stranezza, ed invece c?? riuscito. Questo film ? il racconto del tradimento delle aspettative dei siciliani da parte di Garibaldi, degli ideali dei giovani rivoluzionari che volevano un?Italia unita al grido di ?Viva la libert?!? di verghiana memoria. Sublime Servillo, ottimi Ficarra e Picone. Altro punto a favore la fotografia e i costumi. Bella la Sicilia anche nella sua asperit?? Consigliatissimo!
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antonio
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domenica 2 febbraio 2025
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terribilmente noioso
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Terribilmente noioso, pesante e per certi versi stupido. L'interpretazione di Servillo magistrale, l'unica ragione per la quale non ho chiesto il rimborso del biglietto. Un flop!
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dinopreferirei
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domenica 2 febbraio 2025
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fuori dal vaso.
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Noi credevamo...L'abbaglio....La disillusione circa gli esiti dell'unificazione italiana dopo essere stato un genere letterario(Di Roberto, Tomasi di Lampedusa, Pirandello)ora è anche un filone della nostra cinematografia. Andò si seve della vicenda di due furfanti che rischiano di essere scambiati per eroi per rappresentare l'inganno di una promessa non mantenuta. Il problema è che al di là della tesi risaputa e annunciata fin dal principio questo film non offre nulla: non riesce ad essere storia perchè utilizza solo macchiette, non commedia che non muove che a qualche sorriso, non dramma per le incongruenze narrative. L'abbaglio appartiene a chi dopo La Stranezza si aspettava dallo stesso team altrettanta verve e geniale creatività qui del tutto assente.
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Noi credevamo...L'abbaglio....La disillusione circa gli esiti dell'unificazione italiana dopo essere stato un genere letterario(Di Roberto, Tomasi di Lampedusa, Pirandello)ora è anche un filone della nostra cinematografia. Andò si seve della vicenda di due furfanti che rischiano di essere scambiati per eroi per rappresentare l'inganno di una promessa non mantenuta. Il problema è che al di là della tesi risaputa e annunciata fin dal principio questo film non offre nulla: non riesce ad essere storia perchè utilizza solo macchiette, non commedia che non muove che a qualche sorriso, non dramma per le incongruenze narrative. L'abbaglio appartiene a chi dopo La Stranezza si aspettava dallo stesso team altrettanta verve e geniale creatività qui del tutto assente. Semplicemente la si è fatta fuori dal vaso.
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nino pellino
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domenica 2 febbraio 2025
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il regista roberto and? ? sempre una garanzia
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Ideare e dirigere un film avente come tema la famosa spedizione dei Mille nel 1860 in terra siciliana per liberare l'Italia dal potere borbonico non è certamente impresa facile. Ma credo che il regista Roberto Andò abbia dimostrato di esserci perfettamente riuscito. E per far ciò si è avvalso di una serie di attori di qualità che hanno sempre fatto bene in passato. Innanzitutto fondamentale è stata la presenza dell'attore Toni Servillo che già mi aveva entusiasmato nel 2013 in occasione della pellicola "Viva la libertà", diretta dallo stesso Roberto Andò. Così come la presenza dei due attori comici Ficarra e Picone che già si sono rivelati un'autentica sorpresa nel fim di qualche anno fa "La stranezza" in cui, tra l'altro, ha fatto parte del cast anche lo stesso Toni Servillo.
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Ideare e dirigere un film avente come tema la famosa spedizione dei Mille nel 1860 in terra siciliana per liberare l'Italia dal potere borbonico non è certamente impresa facile. Ma credo che il regista Roberto Andò abbia dimostrato di esserci perfettamente riuscito. E per far ciò si è avvalso di una serie di attori di qualità che hanno sempre fatto bene in passato. Innanzitutto fondamentale è stata la presenza dell'attore Toni Servillo che già mi aveva entusiasmato nel 2013 in occasione della pellicola "Viva la libertà", diretta dallo stesso Roberto Andò. Così come la presenza dei due attori comici Ficarra e Picone che già si sono rivelati un'autentica sorpresa nel fim di qualche anno fa "La stranezza" in cui, tra l'altro, ha fatto parte del cast anche lo stesso Toni Servillo. Fatta questa premessa, mi sento di dire che "L'abbaglio" è un film che ha soddisfatto le mie esigenze nei riguardi di certo film italiano di qualità e di interesse culturale. Ho trovato stupenda la scenografia dei paesaggi e delle inquadrature particolari e dettagliate sui luoghi, nonché è sicuramente da evidenziare la bellezza dei costumi e delle scene di battaglia tra i garibaldini e i soldati borbonici. La storia è scorrevole, interessante e si fa piacere dall'inizio alal fine. Il finale è infine caratterizzato da una sottile satira sull'Italia liberata e su certa mentalità atavica che continua a non cambiare. Nel caso dei due patrioti siciliani, che con il loro coraggio hanno evitato tante morti inutili, c'è però anche da percepire un velato senso di malinconia, di un mancato riconoscimento alla loro impresa, quasi come se lo stesso obiettivo di aver fatto nascere un'Italia unita, giusta e sorretta da lavoratori onesti sia stato alla fine solo un grande abbaglio.
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adriana
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venerdì 31 gennaio 2025
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originale e coinvolgente
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Un film che ti coinvolge, ti sorprende , ti fa riflettere Bellissimo
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giovedì 30 gennaio 2025
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un pugno ai siciliani
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All?arme. Un film metaforico che racconta e allo stesso tempo invoglia a riguardare il presente con occhio critico, perch? la storia si ripete. Grandissima bravura ed espressione artistica. Un film denuncia con una funzione storico-identitaria.
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mauridal
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mercoledì 29 gennaio 2025
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una questione siciliana
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Quando il racconto di un film si basa su personaggi e fatti realmente accaduti, intrecciandosi con eventi che hanno segnato la storia di una nazione come l’Italia, si pu? facilmente definire un film storico. Con L’Abbaglio, Roberto And?, uomo di teatro e raffinato regista cinematografico, conferisce al racconto il tono di un dramma che ? al tempo stesso storico e umano, mettendo in scena personaggi dalle molteplici sfumature culturali e psicologiche, ben descritte attraverso i loro pensieri e azioni.
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Quando il racconto di un film si basa su personaggi e fatti realmente accaduti, intrecciandosi con eventi che hanno segnato la storia di una nazione come l’Italia, si pu? facilmente definire un film storico. Con L’Abbaglio, Roberto And?, uomo di teatro e raffinato regista cinematografico, conferisce al racconto il tono di un dramma che ? al tempo stesso storico e umano, mettendo in scena personaggi dalle molteplici sfumature culturali e psicologiche, ben descritte attraverso i loro pensieri e azioni.I protagonisti del film sono il colonnello Orsini, che affianca Garibaldi nell’impresa dei Mille, e due "disgraziati", Domenico e Rosario, che si ritrovano garibaldini per puro caso. Tutti siciliani, affrontano le vicende della guerra risorgimentale tra Borboni e Sabaudi in maniera profondamente personale. Il colonnello Orsini, ex militare borbonico, sceglie di unirsi a Garibaldi e al suo esercito per liberare la Sicilia e favorire un’unit? nazionale ideale, con la speranza di un regno pi? giusto. Domenico e Rosario, invece, sono uomini di poca fede e transfughi, spinti dalla miseria e dal desiderio di una libert? qualsiasi, purch? possano salvarsi e trovare accoglienza. I due si incontrano nel tentativo di fuggire dalla Sicilia e unirsi ai Mille, ma una volta arrivati a Marsala, disertano e iniziano un percorso personale di sopravvivenza.
Gli interpreti incarnano magistralmente i loro ruoli. Toni Servillo d? vita a un Orsini dall’atteggiamento aulico e deciso, mentre Salvo Ficarra e Valentino Picone, pur in un registro serio, mantengono nei loro personaggi un’irresistibile vena di cialtroneria e comicit?, che ben descrive la tragicomica vicenda a loro legata.
Non si tratta di un film storico in senso stretto, cio? come ricostruzione fedele degli eventi, ma di una narrazione dell’impresa garibaldina attraverso gli occhi di tre personaggi le cui vicende, drammatiche e comiche, si intrecciano con quelle della Storia. Il film si articola in due fasi: prima e dopo l’Unit? d’Italia. Le scene di battaglia, con eserciti schierati, hanno una dimensione spettacolare da kolossal, grazie a una fotografia e a un sonoro di altissimo livello. Nella seconda parte, vediamo i tre protagonisti ormai anziani, sopravvissuti alla guerra. Orsini, deciso a chiarire il passato, ritrova Rosario e Domenico a Palermo, dove vivono guadagnandosi da vivere in una casa da gioco: Rosario ? diventato un giocatore d’azzardo e baro, con Domenico come complice. Il finale ? segnato dalla disillusione. Durante una partita a carte, la verit? emerge: Orsini, che aveva creduto nella possibilit? di una libert? nazionale nuova e giusta, ammette di aver avuto un grande abbaglio. Garibaldi e il regno sabaudo non hanno cambiato nulla, lasciando in lui un senso di amaro fallimento, condiviso dai suoi vecchi compagni di avventura. Tra gli interpreti Giulia And?, affascinante, nel doppio ruolo di monaca e poi donna siciliana. (Mauridal)
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