Era arduo, se non impossibile, ricreare e ritrasmettere l’incanto, il fascino e la magia tipici del primo lungometraggio d’animazione della Disney, un successo e un capolavoro di tecnica e di impatto emozionale intatti ancora oggi. Per questo motivo il remake live-action di “Biancaneve” del 1937, partiva già svantaggiato.
Ma anche al di là di ciò e di inutili paragoni, questa nuova versione non convince pienamente.
Il live-action firmato da Marc Webb è nel complesso gradevole e anche lodevole nelle intenzioni tematiche, ma pecca di un’estetica e di una narrazione che cercano invano di equilibrare il realismo con la fiaba, la fedeltà all’originale del ’37 con l’aggiornamento ai tempi attuali, senza però riuscire a rendersi efficace in entrambi gli aspetti; diventando così un’opera priva di una vera identità, concettuale ed estetica. La nuova versione porta avanti un discorso socio-politico aggiornato al presente, ben distanti da quelli del 1937; inoltre, la celebre vicenda viene anche arricchita di nuove sotto-trame.
Se alcune idee di reinvenzione sono interessanti (da Biancaneve che non è più una principessa in fuga dalle vessazioni della matrigna ma un'aspirante leader come suo padre, che non cerca l’amore ma vuole riportare la giustizia nel Regno; alla figura del Principe Azzurro sostituita da un giovane a capo di un piccolo gruppo di briganti contro la tirannia della Regina Cattiva), è la loro riuscita che appare controversa, dalla messinscena (a tratti goffa e visivamente piatta) alla narrazione inutilmente allungata e incapace di aggiungere profondità o valore alla vicenda originale. Il vero limite della pellicola è soprattutto nella sceneggiatura (alcuni sviluppi sono poco chiari, con dinamiche affrettate e sequenze interrotte; i dialoghi stucchevoli e superficiali; i messaggi socio-politici mai compiuti fino in fondo; le caratterizzazioni dei personaggi poco valorizzate e prive di sfumature, etc.) nel complesso purtroppo piatta, vuota e banale.
Ben inteso, quest’opera non è spregevole come molti la stanno facendo passare, però veramente fatica ad affascinare e coinvolgere, soprattutto a livello emozionale.
Il messaggio del film di recuperare una carica di empatia, compassione, bontà e gentilezza (intese come bellezza interiore, la vera autentica bellezza da perseguire e tutelare) in quanto intensa forza in grado di cambiare cose e persone, viene ben incarnato nel personaggio di Biancaneve, andando quindi al di là del colore della pelle della domenicana attrice protagonista Rachel Zegler. A tal proposito, appaiono accettabili le performance di costei e di Gal Gadot, malgrado i limiti nel ritratto dei loro personaggi. Le scenografie sfarzose (dagli interni del castello, al Regno e alla dimora dei sette nani, tutti ben ricostruiti) e la fotografia elegante dai toni caldi, immergono lo spettatore in un mondo di colori, sogni e speranze. Molto accurati anche i costumi e l’impegno produttivo in generale. Le sequenze musicali, invece, sembrano statiche e prive di energia; e i sette nani (trasformati in esseri magici) generati interamente in CGI, sono purtroppo vittima di un effetto visivo straniante, tra l’inquietante e il grottesco.
In conclusione, la nuova versione di “Biancaneve“ sembra più un’occasione mancata, un’opera che doveva essere ancora migliorata in molti suoi aspetti; ma che comunque può essere ugualmente accettata anche nei suoi limiti, imperfezioni e lati più deboli...forse perchè racconta una fiaba il cui fascino non morirà mai...
Voto (in decimi): 5 / 6.
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