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tom51
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domenica 17 marzo 2024
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amarezza !
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Un dipinto a quattro dimensioni di questa italia che non ha saputo minimamente gestire l'eredità dell'antifascismo, nonostante i tanti cervelli illuminati di Ventotene e le speranze di "C'è ancora domani".....Grande tristezza, grande film .........
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(di sonia regina da silva)
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enzo70
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sabato 16 marzo 2024
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quanto male è invecchiata l''italia
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Virzì propone il sequel del suo “Ferie di agosto” e tutti sono invecchiati. Le due famiglie protagoniste del film, gli attori e, chiaramente, anche gli spettatori. E, diciamocela tutta, anche l’Italia, sempre più chiusa nei suoi antagonismi, nei suoi dualismi. La famiglia di Sandro Molino è arrivata a Ventotene per l’ultima vacanza dell’ormai anziano e malato giornalista dell’Unità che nell’isola cerca i grandi progetti che hanno ispirato Altiero Spinelli e Sandro Pertini durante il confino. La famiglia dei Mazzalupi, invece, è arrivata nell’isola per festeggiare il matrimonio di una giovane influencer e del marito, un uomo avido ed ignorante.
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Virzì propone il sequel del suo “Ferie di agosto” e tutti sono invecchiati. Le due famiglie protagoniste del film, gli attori e, chiaramente, anche gli spettatori. E, diciamocela tutta, anche l’Italia, sempre più chiusa nei suoi antagonismi, nei suoi dualismi. La famiglia di Sandro Molino è arrivata a Ventotene per l’ultima vacanza dell’ormai anziano e malato giornalista dell’Unità che nell’isola cerca i grandi progetti che hanno ispirato Altiero Spinelli e Sandro Pertini durante il confino. La famiglia dei Mazzalupi, invece, è arrivata nell’isola per festeggiare il matrimonio di una giovane influencer e del marito, un uomo avido ed ignorante. Il conflitto tra le famiglie è evidente, anzi invadente, da un lato una famiglia tipicamente di sinistra, con tutti i suoi stereotipi, e dall’altra una tribù di arrivisti ignoranti che incarnano l’idea di Virzì della destra attuale. Ma nelle stesse famiglie sono forti, anzi fortissime le contraddizioni e le contrapposizioni. Al centro i migliori interpreti della commedia all’italiana di intrattenimento con un maestoso Silvio Orlando che interpreta, chiaramente, la parte di Sandro Molino. Un buon film.
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gvpcat
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sabato 16 marzo 2024
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patetica la società, ma anche la sceneggiatura
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Già il riproporre un sequel dopo 28 anni, con gli attori superstiti e le stesse dinamiche del 1996, corre il rischio di diventare patetico, farlo descrivendo la divisione destra-sinistra e presente-passato con personaggi eccessivi, poco lucidi mentalmente e completamente negativi, lo rende sterile e privo di originalità.
Passi l'idea di voler rappresentare la mediocrità e il disagio sociale della società attuale, ma per farlo occorre curare cinematograficamente ogni dettaglio e non dare l'impressione di gettare elementi a caso. Con il risultato di ottenere una pellicola per nulla coordinata, e perciò confusionaria, con i flashback del primo film riprodotti in modo da evidenziare anche una certa ridondanza.
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Già il riproporre un sequel dopo 28 anni, con gli attori superstiti e le stesse dinamiche del 1996, corre il rischio di diventare patetico, farlo descrivendo la divisione destra-sinistra e presente-passato con personaggi eccessivi, poco lucidi mentalmente e completamente negativi, lo rende sterile e privo di originalità.
Passi l'idea di voler rappresentare la mediocrità e il disagio sociale della società attuale, ma per farlo occorre curare cinematograficamente ogni dettaglio e non dare l'impressione di gettare elementi a caso. Con il risultato di ottenere una pellicola per nulla coordinata, e perciò confusionaria, con i flashback del primo film riprodotti in modo da evidenziare anche una certa ridondanza. Insomma, deludente su tutti i front.i
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[+] infiniti luoghi comuni di dubbio gusto
(di mirco lombardi)
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olmo
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sabato 16 marzo 2024
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mai fare un sequel
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goldy
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venerdì 15 marzo 2024
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si può fare di più
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Fatica molto a prendere quota nella prima parte. Prevale la noia nel rappresentare una moltitudine di invitati non identificabili che si muovono in modo confuso. E' strano, perchè la trdizione della commedia all'italiana è lontana anni luce dalla noia. Si riprende nella scena del matrimonio dove Virzì lancia il suo grido di dolore e il livello di inettitudine e rimbambimento che caratterizza la massa di noi italiani. La denuncia è efficace perché sa come parlare a quella parte di pubblico che poco interessato alle sorti del Paese contribuisce a eleggere una classe politica che ci mortifica. Per questo, solo per questo non affosso il film.
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corebo
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giovedì 14 marzo 2024
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buono
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Virzì non mi ha mai deluso è un regista sensibile e molto attuale nelle sue rivisitazioni, in questo film oltre ad una prova di autore, abbiamo una grande prova attoriale degli ormai consolidati Orlando, Ferilli, De Sica, Morante, di cui abbiamo avuto modo molte volte la possibilità di godere della loro bravura; ma vogliamo parlare degli altri? La giovane bruttina è fantastica, bravi tutti i comprimari Virzì è riuscito a far recitare tutti persino la neofita EmaStokholma. Il film non è piaciuto al pubblico e neppure alla critica, posso capire il pubblico sicuramente formato per la maggioranza da giovani, ma la critica non ha nessun alibi con la loro mezza stroncatura, addirittura mezza stella in meno a quella del pubblico.
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Virzì non mi ha mai deluso è un regista sensibile e molto attuale nelle sue rivisitazioni, in questo film oltre ad una prova di autore, abbiamo una grande prova attoriale degli ormai consolidati Orlando, Ferilli, De Sica, Morante, di cui abbiamo avuto modo molte volte la possibilità di godere della loro bravura; ma vogliamo parlare degli altri? La giovane bruttina è fantastica, bravi tutti i comprimari Virzì è riuscito a far recitare tutti persino la neofita EmaStokholma. Il film non è piaciuto al pubblico e neppure alla critica, posso capire il pubblico sicuramente formato per la maggioranza da giovani, ma la critica non ha nessun alibi con la loro mezza stroncatura, addirittura mezza stella in meno a quella del pubblico. Il film e una storia di sentimenti amorosi e la passione di una vecchia politica di idealisti in cui mi riconosco, si ride e si piange cosa volete di più miei cari critici?! Un solo neo troppo lungo poteva finire con la morte del protagonista sullo scoglio con il figlio. Comunque a mio parere è un film da vedere.
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giovedì 14 marzo 2024
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è tutto molto triste......
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È un film che andrò a vedere, ho letto con attenzione la recensione e nel leggerla tutto di un fiato si è riaperta la quotidiana ferita di ogni giorno vivendo ciò che si verifica intorno a me e la famiglia,con l'unica consolazione che io e mia moglie parlandone frequentemente e con solidarietà si attenua quella sottile angoscia, forse perché avendo 67 anni e vivendo un passato che non ritorna mai e mai più certamente non mi fa stare bene emotivamente.
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folignoli
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mercoledì 13 marzo 2024
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e'' stato bello vivere
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Parabola amara della società post-berlusconiana, in cui il neoliberismo sfrenato raccontato ne “Ferie d’agosto” lascia spazio alla volgarità della nuova destra, dove il profitto scavalca ogni sentimento. Chiaro esempio è il matrimonio fasullo, voluto da Cesare (un gretto scopritore di talenti) con la non bella influencer Sabrina Mazzalupi. Cesare si accorda con la sua prima moglie, la bellissima Daniela (Emanuela Fanelli), per chiudere un occhio sul matrimonio combinato che risolverebbe i problemi economici della coppia. In un intreccio di storie ben orchestrate, si dipana una matassa di amori, tradimenti e litigi, sullo stile Mucciniano, ove il ritmo non cede mai il passo, regalando anche momenti di sincera poesia.
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Parabola amara della società post-berlusconiana, in cui il neoliberismo sfrenato raccontato ne “Ferie d’agosto” lascia spazio alla volgarità della nuova destra, dove il profitto scavalca ogni sentimento. Chiaro esempio è il matrimonio fasullo, voluto da Cesare (un gretto scopritore di talenti) con la non bella influencer Sabrina Mazzalupi. Cesare si accorda con la sua prima moglie, la bellissima Daniela (Emanuela Fanelli), per chiudere un occhio sul matrimonio combinato che risolverebbe i problemi economici della coppia. In un intreccio di storie ben orchestrate, si dipana una matassa di amori, tradimenti e litigi, sullo stile Mucciniano, ove il ritmo non cede mai il passo, regalando anche momenti di sincera poesia. Il momento clou è la malattia di Sandro, quando entrando in coma, sogna la sua vita e ciò che ha rappresentato, con tutta la bellezza, gli amori e gli ideali politici di una nuova grande Europea Democratica che l’Isola di Ventotene ha testimoniato col suo Manifesto. “E’ stato bello vivere” dice Sandro ai compagni Spinelli e Pertini (che chiama più volte Presidente, scatenando l’ilarità del giovane Pertini, ignaro che in futuro sarà Presidente della Repubblica). Sandro viene portato via con l’apetto di Mauro, l’unico rimasto a vivere sull’isola e che organizza un Festival di Cinema non frequentato nemmeno dai suoi amici. Sono momenti concitati in cui tutti i nodi vengono al pettine, le piccole bramosie, gli amori sempre celati, i debiti dell ‘imprenditore Nardi Masciulli (Christian De Sica). Poco prima c’era stato l’esilarante monologo di Daniela, arrivata per caso alla proiezione di un film al Festival organizzato da Mauro. Prende la parola al termine del film per fare una domanda al regista, ma in quel momento si abbandona ad una riflessione sulla vita, che è una merda e che comunque il film è bello perché racconta appunto (con sincerità) questa vita. E nulla vale l’intervento di Mauro, che cerca di spiegare che il film simboleggia la speranza di un mondo migliore, poiché il giudizio di Daniela resta quello, la vita è una merda. Da notare la straordinaria rassomiglianza del figlio di Sandro, Altiero – a Marco Cocci, l’attore feticcio di Virzì. In questo caso Altiero (in memoria di Spinelli n.d.r.) viene magistralmente interpretato da Andrea Carpenzano. Il film convince in ogni suo aspetto e se una critica può essere mossa, è quella di un ruolo troppo calcato da parte di Cesare: il suo aspetto fascistoide è troppo marcato da apparire inverosimile, anche se, talvolta la realtà supera anche la fantasia del più geniale sceneggiatore.
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athos
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lunedì 11 marzo 2024
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forse siamo così
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Virzì disegna questo film ricopiando i clichè del periodo. Vediamo gente di "sinistra" ormai anziana, legata a ideali lontani, proiettata in un futuro troppo calmo. A "destra" di contrappeso emerge un certo machismo, una scontentezza che sfocia nel vittimismo, una maleducazione caciarona. Fortunatamente non tutti siamo così e la speranza sta nella curiosità del ragazzino che aiuta il nonno a scrivere la lettera a Ursula von der Leyen. Se la bellezza salverà il mondo chissà che anche la curiosità dei ragazzi possano risollevarlo da questa palude.
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ruger357mgm
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domenica 10 marzo 2024
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abbiamo sempre perso:epitaffio di una generazione
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Amaro come sempre Virzì ritrova la sua mano felice, insieme ai suoi attori prediletti.In un caleidoscopio di cialtronaggini assortite ci regala una potente metafora dell'oggi dei patrioti, dello ieri dei sessantottini falliti e delusi e dell' altro ieri antifascista da tutti ormai dimenticato. Sempre attratto dal rapporto genitori figli e dalle modernità che dovrebbero allargare i nostri orizzonti etici, ci offre uno spaccato non molto distante dal vero del generone dei nuovi mestieri e di quelli in via di estinzione. I suoi personaggi danzano leggeri sulle acque dell' isola, tutti in preda ad un impercettibile malessere che progressivamente risale in superficie.
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Amaro come sempre Virzì ritrova la sua mano felice, insieme ai suoi attori prediletti.In un caleidoscopio di cialtronaggini assortite ci regala una potente metafora dell'oggi dei patrioti, dello ieri dei sessantottini falliti e delusi e dell' altro ieri antifascista da tutti ormai dimenticato. Sempre attratto dal rapporto genitori figli e dalle modernità che dovrebbero allargare i nostri orizzonti etici, ci offre uno spaccato non molto distante dal vero del generone dei nuovi mestieri e di quelli in via di estinzione. I suoi personaggi danzano leggeri sulle acque dell' isola, tutti in preda ad un impercettibile malessere che progressivamente risale in superficie. Marisa/Sabrina porta sulle spalle tutti i vorrei ma non posso della donna bella e incolta,ma non mignotta.Laura Morante eterna indecisa e insoddisfatta,malata di vittimismo e dedita al suo Silvio, ormai perso a rincorrere fantasmi di una democrazia ormai démodé.Gigio Alberti sublime alternativo dongiovanni dei poveri, Christian meraviglioso piacione sempre oppresso dalla sua insipienza, fascinoso e burino più che mai. Ritrovarsi 35 anni dopo negli stessi luoghi insieme ai territorializzati Rocco Papaleo e all'attore fallito ma albergatore di successo fa bene e male nello stesso tempo.I bilanci portano ad inorgoglirsi per i figli e ad intristirsi per i rispettivi fallimenti.Fino al crepuscolo, dove Silvio si riunisce ai suoi miti, la sorella di Marisa al marito defunto portato al mare mentre Christian rimane più de là che de qua. Un bel film corale, troppo limitato dall'isola, ben recitato da tutti e ottimamente fotografato.Musiche troppo alte e inconferenti. Bravi tutti, ma quanto ci manca Ennio Fantastichini.
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